Universal war one e Interstellar: odio e amore sfidano il tempo

Universal war one e Interstellar: odio e amore sfidano il tempo

Universal War One, fumetto di Denis Bajram pubblicato tra il 1998 e il 2006 e Interstellar, pellicola del 2014 di Christopher Nolan, mostrano sorprendenti analogie, simmetrie e antitesi fondamentali.

Universal War One e Interstellar sono due creazioni artistiche (nell’accezione più ampia possibile del termine), la prima un’opera a fumetti e l’altra una pellicola cinematografica, che manifestano tanti punti di contatto e somiglianze e che hanno sicuramente arricchito i media e il genere ai quali appartengono. L’idea di chi scrive è stata quella di comparare tra loro il risultato di due prodotti di media diversi, senza soffermarsi volutamente sulle critiche e sui plausi che entrambe le opere hanno ricevuto, bensì evidenziando una serie di richiami e rimandi che rendono le due creazioni meritorie di un’accurata analisi.

UWO REV_coverUniversal war one (UWO) è un’imponente opera a fumetti, scritta e disegnata dall’autore parigino Denis Bajram. Edita in Francia da Soleil, è uscita in sei tomi tra il 1998 e il 20061, UWO è una storia di genere fantascientifico militare. Inquadrabile in quella categoria denominata hard sf2, la storia si sviluppa all’interno di uno scenario caratterizzato dal confronto tra la Federazione delle Terre Unite (EUF) e le Compagnie industriali di Colonizzazione (CIC), che comprendono vari avamposti coloniali che si estendono nello spazio oltre Saturno. Una guerra civile si scatena tra le due opposte fazioni quando un immenso muro nero, che assorbe luce e materia, appare all’improvviso vicino a Saturno, dividendo di fatto in due il sistema solare. Lo squadrone Purgatorio, composto da sette militari sottoposti a corte marziale a cui è stata data una seconda possibilità, viene inviato all’interno del muro per scoprirne la natura, ma viene attaccato da un’astronave sconosciuta. In risposta a tale attacco, la Terza flotta dell’EUF entra nel muro per sferrare un contrattacco dando il via alla Prima Guerra Universale.

interstellar_locandinaInterstellar è una pellicola di genere fantascientifico, imponente nella sua durata di 169 minuti, diretta da Christopher Nolan e da lui scritta assieme al fratello Jonathan, uscita nei cinema negli ultimi mesi del 2014. Anch’essa ascrivibile alla categoria dell’hard sf, narra una storia ambientata in un vicino futuro nel quale la Terra è flagellata da tempeste di sabbia e una malattia conosciuta come “la piaga” ha distrutto tutte le colture tranne il mais. Un ex astronauta viene reclutato dalla NASA per guidare un gruppo di esploratori e ricercatori in un wormhole comparso misteriosamente quaranta anni prima vicino a Saturno. Quel tunnel spaziale sembra aprire la strada in un’altra galassia dove potrebbero esserci almeno tre pianeti adatti alla vita, l’ultima speranza per il genere umano che sarà presto condannato all’estinzione se resterà sulla Terra.

Queste due opere, che hanno uno sfasamento temporale notevole dal punto di vista realizzativo, presentano sorprendenti analogie e simmetrie, numerosi punti di contatto e un’ancor più sorprendente doppia antitesi di fondo. Tutto ciò diventa a maggior ragione degno di un’analisi comparativa se si considera anche il fatto che l’opera più recente, Interstellar, dichiaratamente non si ispira a UWO, mentre in essa sono evidenti gli echi di un caposaldo della fantascienza cinematografica quale 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick3.

Fisica e tecnologia “dure”

UW1- 012Abbiamo già detto che sia UWO che Interstellar sono inquadrabili all’interno del campo della hard sf, cioè la fantascienza dura. Nella serie di Denis Bajran questa appartenenza si riflette nell’accurata resa della tecnologia aerospaziale da un punto di vista grafico, nel design di astronavi, basi spaziali e tute, ma anche nella spiegazione delle teorie fisiche e scientifiche alla base dell’evoluzione delle fonti di energia che hanno permesso all’uomo di colonizzare il sistema solare. Il passaggio dai motori a combustibile chimico a moduli anti gravitazionali viene esplicato in modo coerente e plausibile, pur trattandosi di dissertazioni fisiche di pura invenzione. L’autore è capace di affiancare a teorie scientifiche reali una serie di realistiche teorie fantastiche, cercando di inquadrarle in un quadro di fenomeni fisici ai quali prova a fornire sempre una spiegazione dal senso compiuto. Questo vale anche quando Bajran si avventura nel campo della pura speculazione scientifica e intellettuale, arrivando a formulare una teoria dei viaggi del tempo originale e innovativa.
Le opere che hanno per oggetto il viaggio nel tempo trovano nel paradosso spazio-temporale la chiave del loro meccanismo narrativo. Andare a ritroso lungo la linea temporale modificando il passato avrebbe cambiato il presente dal quale si proveniva oppure creato una linea temporale parallela a quella originaria: è stata questa la scelta più usata, di solito, nella fantascienza.

uw1r_03_033Bajran in UWO va oltre, formulando una teoria sorprendente e più complessa: la linea temporale nella quale si vive è già di per sé il risultato di tutti i viaggi temporali – e delle conseguenti modificazioni – che sono stati fatti o che devono ancora avvenire. In UWO tutto ciò si concretizza nella possibilità che, se uno conosce la storia futura, può intraprendere una serie di azioni nel passato che portino a quella storia, sfruttandone a suo favore, almeno apparentemente, le conseguenze.

In ciò si ritrova una forte analogia con Interstellar. Christopher Nolan, per dare solide basi scientifiche alla sua storia, si è avvalso delle consulenza di un famoso fisico teorico, Kip Thorne4 che ha formulato molteplici ipotesi circa la possibilità di viaggiare tra vari sistemi solari attraverso i wormhole, nonché sulle conseguenze temporali di questi viaggi e sulla singolarità dei buchi neri. La speculazione dei fratelli Nolan parte quindi dalle teorie di Thorne e ne sviluppa alcune suggestioni estreme che diventano la base pseudo-scientifica dell’intreccio narrativo della pellicola. Inoltre,  nel film viene applicata alla lettera la teoria della relatività di Einstein nelle sue conseguenze legate al tempo e al fatto che, in prossimità di un buco nero, il tempo scorra molto più lentamente rispetto a settori dello spazio lontani da esso, con un rapporto di un’ora equivalente a sette anni.

IS Timeline
Infografica con la timline di Interstellar

 

Ma la simmetria con UWO arriva quando il film spinge il pedale sulla speculazione pura. Nel momento in cui il protagonista attraversa l’orizzonte degli eventi del buco nero Gargantua, si trova in un universo popolato da esseri penta dimensionali. Il protagonista di Interstellar si trova dunque confinato in un tesseratto5 dove scopre che la quarta dimensione, il tempo, è percorribile avanti e indietro e si può comunicare con le persone in un determinato tempo attraverso i campi gravitazionali, uniche forze fisiche che possono attraversare un buco nero. Dunque nuovamente il tempo, dimensione svincolata dalla contingenza del presente, percorribile e soprattutto risultante di una serie di forze fisiche complesse. Il tempo, cioè, inteso come ulteriore grado di libertà di un sistema.

Gargantua
Il buco nero Gargantua

Un’altra analogia accomuna Denis Bajran e Christopher Nolan ed è il modo in cui presentano ai propri lettori e spettatori le teorie scientifiche alla base delle loro opere. Il cinema di Nolan è sempre stato un cinema esplicativo, sin dai tempi di Memento e Inception, e parte della critica vede un limite registico in ciò. A maggior ragione in Interstellar, il regista sente forte l’esigenza di prendere per mano lo spettatore e accompagnarlo attraverso tutte le spiegazioni necessarie alla piena comprensione del film, usando gli stessi attori per momenti di chiarimento scientifico.

Universal-War-One---Revelation-pg--11Anche Denis Bajran è tutt’altro che parco di spiegazioni al lettore nel suo UWO. Perché non si perda mai il filo nelle quasi 300 pagine della storia e rimanga sempre chiara la teoria pseudo-scientifica che sottende a tutto lo sviluppo narrativo, l’autore si serve spesso dei propri personaggi per rendere edotto il lettore di qualche teoria fisica necessaria alla comprensione degli eventi. Non sono rare neanche le spiegazioni che un personaggio fornisce agli altri per svelare qualche retroscena o elementi narrativi che si svolgono a margine o stanno dietro l’azione principale.

Questo atteggiamento dei due autori che può talvolta apparire didascalico e nozionistico, inquadrato nell’ottica di un’opera di fantascienza hard non rivolta solo agli appassionati ma a un pubblico generalista, assume una connotazione positiva. Per quanto la trama delle due opere, soprattutto di Interstellar, se ridotta ai soli elementi portanti, appaia lineare, non è mai semplice per un fruitore non appassionato seguire un’opera di fantascienza, specie se lunga centinaia di pagine o quasi tre ore. Il rischio è che lettori e spettatori possano perdere il filo e quindi non gustare l’opera. Questo, in UWO e in Interstellar, grazie al modus operandi di Bajran e Nolan, non avviene.

Analogie grafiche e visive

Matthew McConaugheyLe due opere sono molto vicine anche nella scelta dei modi di narrare le loro storie. Il cinema di Nolan è sempre stato caratterizzato dall’uso di primi piani e piani ravvicinati per portare avanti la narrazione e ciò avviene anche in Interstellar. Non mancano le inquadrature dello spazio profondo e le sequenze che creano fascinazione nello spettatore, ma esse sono tutto sommato ben poche e hanno un taglio più documentaristico che spettacolare; a ricordare un altro notevole film di fantascienza del 2014, il Gravity di Alfonso Cuaron.

uw1r_03_012Anche Denis Bajran, seppur il fumetto permetta un uso di scene spettacolari molto più semplice da realizzare rispetto al cinema, costruisce molte sequenze narrative ritraendo da vicino i suoi personaggi, spesso impegnati in dialoghi e scambi di battute. È vero che i passaggi spettacolari sono presenti in UWO molto più che in Interstellar, ma non sono quelli che, narrativamente parlando, portano avanti la storia; molto di più invece lo sono i tagli sugli sguardi e le espressioni dei protagonisti che l’autore realizza.

Tale atteggiamento e tali scelte denotano nei due autori un comune sentire: entrambi gli autori sono molto razionali e intellettuali, anche se questo può in apparenza sembrare in contrasto con quanto sarà detto nel prossimo paragrafo. La freddezza narrativa di Bajran e Nolan acquista un senso quando si guarda al loro obiettivo che è quello di offrire al fruitore una storia perfettamente chiara e comprensibile in ogni suo elemento.

Odi et amo e da dove proviene la salvezza: una doppia antitesi

Esistono infine, dopo le tante analogie e simmetrie evidenziate, due antitesi fondamentali che stupiscono forse più delle somiglianze tra le due opere. Partiamo dalla prima: entrambe sono storie che parlano fondamentalmente di sentimenti, che gli autori hanno la necessità di trattare alla stregua di forze fisiche e dunque razionalmente.

Interstellar_02Interstellar è una grande storia d’amore, un amore filiale, un enorme sentimento trascendente che lega un padre a una figlia. UWO è invece, all’opposto, una storia mossa fondamentalmente dall’odio, un sentimento talmente forte da non avere remore a scatenare una guerra di proporzioni universali. Ma sia l’amore che l’odio vengono considerate da Nolan e Bajran due forze di proporzioni immani, le uniche capaci di trascendere il tempo, di piegarlo al proprio volere e, in ultimo, questi due sentimenti sono i motori immobili delle due narrazioni.

uw1r_03_044La seconda antitesi si avvicina molto a una strana simmetria e ha che fare con coloro che sono, in un certo senso, i protagonisti del meccanismo narrativo risolutivo delle due opere: gli esseri pentadimensionali di Interstellar e i guerrieri Cananeni di UWO. Si stabilisce cioè una sorta di opposta simmetria temporale tra le due opere, in cui passato e futuro sono i due punti da cui si parte per convergere verso il presente narrativo e risolvere le trame delle storie.

In UWO, l’apocalisse universale che le CIC stanno per scatenare viene fermata da un popolo proveniente da 300 anni nel passato (rispetto a quel presente), ma generato da un personaggio vissuto nel futuro che ha percorso all’indietro il flusso temporale quale unica di via di risoluzione della Prima guerra universale. In Interstellar, negli esseri pentadimensionali che abitano il buco nero e che permettono al protagonista di usare la quarta dimensione per salvare il genere umano, si può vedere l’evoluzione futura proprio dell’umanità, che si può avverare grazie a un uomo del passato che gli effetti della relatività proiettano nel futuro.
Una tremenda, stupefacente, opposta simmetria.

Bibliografia:
Universal War One vol #1–2
Denis Bajran
001 Edizioni, 2008
144 pagine, brossurato, € 16,00
ISBN: 9788895208398 – 9788895208459

Interstellar
Regia di Christopher Nolan
Con: Matthew McConaughey, Anna Hathaway, Jessica Chastain
USA-GB, 2014
Durata 169 minuti

Passaggi curvi
Lisa Randall
Traduzione: G. Pellegrino e G. Cavoto
Editore Il Saggiatore, 2008
509 pagine, brossurato, € 15,00
ISBN: 9788856500721

The Science of Interstellar
Kip Thorne, Christopher Nolan
Editore: WW Norton & Co. Inc., 2014
324 pagine, brossurato, € 35,00
ISBN: 9780393351378


  1. I primi tre volumi contengono un arco narrativo, seguito da un secondo contenuto negli ultimi tre tomi e chiamato Rivelazioni. I due archi assieme vanno a comporre un unico affresco, primo ciclo di tre previsti dall’autore, per un totale di diciotto volumi. La serie è stata pubblicata in Italia da 001 Edizioni in due volumi, di cui il primo ormai esaurito da tempo. Nel 2015, sempre per opera dello stesso editore, è in arrivo una ristampa in formato economico nella collana Now Comics. Il primo volume del secondo ciclo, Universal War Two è invece uscito per Mondadori Comics nella collana Prima nel 2014  

  2. La fantascienza hard, o fantascienza tecnologica, è una categoria della fantascienza caratterizzata dall’enfasi per il dettaglio scientifico o tecnico, o per l’accuratezza scientifica, o da entrambi. 

  3. Una curiosità: la pellicola di Kubrick fu ispirata al racconto breve di Arthur C. Clarke The sentinel, scritto nel 1948. In seguito, parallelamente alla lavorazione del film, lo scrittore inglese scrisse il romanzo 2001 A space odissey. Da segnalare le differenze: sia di intreccio, il racconto è ambientato sulla Luna e termina con l’emissione del richiamo del monolite; il capitolo finale del film è ambientato intorno a Giove, il finale del romanzo intorno a Saturno, sia, soprattutto, di approccio, poiché  la pellicola di Kubrick elimina tutti gli elementi di hard sf presenti invece nelle opere di Clarke. 

  4. Che aveva già collaborato con Robert Zemeckis al film Contact del 1997, con Jodie Foster e tratto dall’omonimo romanzo di Carl Sagan del 1985. 

  5. iper cubo con 32 lati, 24 facce quadrate e 8 iper facce cubiche. 

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