Una donna e la guerra, pubblicato da Dynit nella collana Showcase, è un fumetto scritto e disegnato da Yōko Kondō, una fra le più prestigiose autrici giapponesi, attiva soprattutto sulla storica rivista di manga alternativo Garo. L’opera è tratta dal racconto omonimo in due parti di Ango Sakaguchi, importante scrittore giapponese dello scorso secolo, legato al movimento letterario Buraiha1.
La storia, ambientata in Giappone alla fine della Seconda Guerra Mondiale, racconta la relazione fra un uomo e una donna, apparentemente destinata ad avere vita breve, vista la distruzione e il senso di sconfitta che aleggiano nell’aria e riempono l’atmosfera, ma che prende svolte impreviste a causa dei loro sentimenti.
L’edizione proposta dalla casa editrice merita una menzione particolare per coraggio e completezza. Il volume, infatti, si presenta in versione double face: da un lato, ci sono le due parti del racconto di Sakaguchi, tradotte da Maria Teresa Orsi, tra le più autorevoli nipponiste in Italia e traduttrice di alcuni dei capolavori della letteratura giapponese, come il Genji Monogatari; dall’altra, la trasposizione manga di Kondō, tradotta da Asuka Ozumi, importante traduttrice di manga e curatrice della collana Showcase.
Kondō traspone le due parti del racconto di Sakaguchi, la prima dal punto di vista dell’uomo e la seconda da quello della donna, in un’unica soluzione, perdendo un po’ dei toni nichilisti e cinici dello scrittore, ma guadagnando qualcosa in delicatezza ed eleganza, anche grazie ai suoi disegni.
Ciò che rimane costante è l’intensità della vicenda: in un luogo privo di speranze, sogni e futuro, l’unica soluzione è abbandonarsi al piacere dei sensi, della carne, anche quando questa non può venire soddisfatta per un difetto congenito. Il desiderio sessuale della donna, infatti, non può venire appagato e su questo perno ruotano poi tutti i temi cardine del fumetto: il peso della rassegnazione, il fascino della violenza e della morte, la ricerca di una felicità impossibile, il potere del desiderio, l’inevitabilità del tradimento e l’affermazione di una femminilità complessa.
La relazione tra i due diventa poi metafora del Giappone, dove la brutalità dell’uomo (confinata solamente all’interno della sfera sessuale) viene accettata passivamente, senza alcun tipo di reazione, a indicare come un paese ormai martoriato e raso quasi completamente al suolo si sostenga per inerzia, senza un reale attaccamento alla vita. Quest’ultima però si manifesta in momenti inaspettati nel cuore e nelle azioni degli individui, a dispetto di qualsiasi intento razionale o piano prestabilito.
L’attrazione per i bombardamenti è metafora di tutto questo: la donna si eccita quando li vede ed è insofferente quando non ci sono, significando così parossisticamente quanto la quotidianità e la normalità debbano venire sconvolte per non risultare soporifere, per non rendere la vita più mediocre di quanto già non sia. La mediocrità e la noia appiattiscono tutto, proprio come i bombardamenti, e per combatterle a volte resta solo l’attesa di un’esplosione di energia, per farci sentire vivi seppur così vicini alla morte.
I disegni dell’autrice combinano un tratto elegante e morbido a un realismo che guarda sempre all’essenzialità, lavorando così per sottrazione e usando il bianco come modellatore di corpi e ambienti. Il nero diventa in questo modo ancora più potente quando entra in scena, che sia per i capelli della donna, il fumo degli incendi o il cielo notturno. Ciò che colpisce sono anche il montaggio delle vignette e la selezione delle inquadrature, che danno vita a una narrazione moderna ed emozionante.
Le seconde si concentrano soprattutto sui volti e sui dettagli fisici, anche nei momenti concitati, lasciandoli però a volte a margine delle vignette stesse per evocare sottili metafore e analogie visive. Grazie a queste scelte si può notare come poche linee possano creare espressioni intense, gesti sensuali e impetuosi, e sguardi che possono comunicare qualsiasi cosa, mostrando inoltre sequenze evocative pur nella loro apparente semplicità grafica.
Una donna e la guerra è quindi un volume molto interessante sia per la pubblicazione di un’opera fondamentale nella produzione di Yōko Kondō, che mostra il grande talento e la considerevole sensibilità artistica della mangaka, sia per la proposizione in Italia per la prima volta di due racconti di un importante scrittore giapponese come Ango Sakaguchi.
Abbiamo parlato di:
Una donna e la guerra
Yōko Kondō, Ango Sakaguchi
Traduzione di Asuka Ozumi e Maria Teresa Orsi
Dynit Manga, 2019
176 pagine, brossurato, bianco e nero – 16,90 €
ISBN: 9788833550763
Buraiha o scuola decadente (burai sta letteralmente per “inaffidabile”) è stata una corrente letteraria giapponese in cui si inseriscono alcuni scrittori dissoluti, come Ango Sakaguchi o Osamu Dazai, che esprimevano nelle loro opere la crisi d’identità e la disperazione del Giappone del dopoguerra. Bisogna notare come gli stessi scrittori non si autodefinivano con questa etichetta, nonostante fossero legati da tematiche comuni e un approccio simile a esse. ↩