Trees 1B: all’ombra degli alberi in fiore

Trees 1B: all’ombra degli alberi in fiore

Nel secondo volume di "Trees", gli alberi di Warren Ellis cominciano a generare i loro frutti e sbocciano i colpi di scena.

ea0cb9c06c2418836ca8179717033223Gli alieni sono tra noi, e non serve alcuna fatica per scovarli, anzi. Basta alzare lo sguardo e osservare le strutture gigantesche, simili ad altissimi serbatoi d’acqua, che ormai da qualche anno sono piombate sulla terra. Di loro si sa pochissimo, se non che sono di origine aliena, sono sorrette da tre lunghe “gambe” e che, dal momento della loro comparsa, se ne restano immobili, appunto come fossero dei normali alberi.
Apparentemente inerti, non hanno prodotto alcun interferenza nei luoghi in cui si sono insediate a eccezione dei danni provocati dalle periodiche fuoriuscite di un liquido fortemente corrosivo che cola dalla struttura. Conseguenza inevitabile di questo fenomeno è stata la fuga degli abitanti dalle zone abitate dalle creature: solo chi non ha le risorse per spostarsi o ha interesse a vivere nell’ombra resta nelle loro prossimità.

Se nel primo volume Warren Ellis si limitava a presentare attori e scenari senza quasi muovere l’intreccio, in questo secondo gli ingranaggi narrativi cominciano a girare: alcune situazioni si evolvono, e certe premesse si concretizzano arrivando a soluzioni anche inaspettate.

Trees, come molti dei lavori di Ellis, appartiene a quel ramo della fantascienza che si concentra più sulle ripercussioni che ipotetiche scoperte tecnologiche o manifestazioni aliene avrebbero sulla vita delle persone , che sulla descrizione di questi eventi eccezionali. Quello che interessa allo scrittore è condurre un’analisi delle reazioni e rivoluzioni, individuali e sociali, che un cataclisma come questo potrebbe produrre nel nostro pianeta. Gli “alberi” restano quindi sullo sfondo e periodiche splash page ne ricordano al lettore la presenza incombente.
Niente sappiamo sulla loro origine, provenienza o scopo; questo non fa che alimentare il mistero che li circonda, lasciando adito a qualsiasi sviluppo e interpretazione, anche simbolica. La scelta di denominare queste strutture/creature extraterrestri (dando per scontato che lo siano) con un termine che richiama la più rassicurante delle forme di vita presenti in natura, potrebbe essere qualcosa di più che un gioco linguistico.

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Il ruolo di protagonista spetta quindi alla quanto mai variegata umanità, sparpagliata in tutto il globo, che lo sceneggiatore mostra alle prese o in balia di queste misteriose entità.
Punto critico del racconto è sicuramente la sua frammentarietà, con ben cinque differenti teatri indipendenti, che vanno dal Polo alla Sicilia, dall’Africa alla Cina. Al lettore è quindi richiesta una particolare attenzione per mantenere il filo degli eventi, che Ellis movimenta e anima tramite un alto ritmo e colpi di scena di forte impatto, ricorrendo talvolta a soluzioni frettolose.

Non è un caso che le pagine che più restano impresse siano quelle in cui lo scrittore si focalizza sulle vicende individuali di alcuni dei protagonisti concedendo a queste uno spazio mediamente più lungo di quello con cui, attraverso sequenze rapide di due o tre pagine, sviluppa un intreccio che si dipana su numerosi fronti ma che risulta ancora quantomeno abbozzato.
L’attenzione limitata che lo scrittore concede a gran parte degli altri personaggi basta appena a distinguerli, senza però che la loro caratterizzazione vada oltre lo stereotipo. Il dittatore privo di scrupoli o lo scienziato ossessionato dalla sete di conoscenza sono personaggi che occupano, almeno per il momento, lo spazio che verosimilmente compete loro, facendo esattamente quello che ci si aspetta che facciano senza regalare sussulti o suscitare partecipazione.

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Coinvolge invece il racconto di due iniziazioni, estremamente diverse ma ugualmente drammatiche, soprattutto quella di Chenglei, il giovane ragazzo cinese catapultato a Shu, la città franca situata ai piedi dell’albero. Alla scoperta di sé del ragazzo di provincia fa eco l’emancipazione di Eligia, la ragazza di Cefalù che si libera da una relazione insoddisfacente e squallida. Due percorsi anomali e poco ortodossi che Ellis utilizza per dirci che arte, tecnologia ed esoterismo sono strumenti ugualmente efficaci di conoscenza e quindi di libertà; che questa libertà ha un costo e che essere liberi non conduce necessariamente al bene.

Sul lato artistico Jason Howard conferma quanto visto nel precedente volume, il suo tratto stilizzato e cartoonesco regala espressività ai personaggi e li rende riconoscibili. Uno stile non particolarmente suggestivo ma che compensa la scarsa efficacia nel definire l’atmosfera con una estrema leggibilità e l’utilizzo di soluzioni interessanti e sempre opportune nella costruzione della tavola.
Il volume si chiude con un crescendo drammatico e quella che sembra essere la prima vera attività organizzata delle strutture aliene: da esperto narratore, Ellis, dopo aver dopo aver lasciato presagire la catastrofe sin dal primo albo, chiude il libro con un cliffhanger che il lettore attende da ben otto episodi. Sperando sia la volta buona.

Abbiamo parlato di:
Trees 1B
Warren Ellis, Jason Howard
Traduzione di Andrea Toscani
saldaPress,  marzo 2016
88 pagine, brossurato, a colori – 12,50 €
ISBN:  9788869190803

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