Tra Algeri e Napoli: “Le ragazze del Pillar” in trasferta

Tra Algeri e Napoli: “Le ragazze del Pillar” in trasferta

Con il terzo volume de "Le ragazze del Pillar", Teresa Radice e Stefano Turconi si spostano in area mediterranea, con un focus su due donne diverse ma incisive.
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La serie Le ragazze del Pillar, che all’origine sembrava essere un semplice spin-off della graphic novel Il porto proibito, costituito da racconti dedicati di volta in volta a una donna diversa del cast iniziale, assume sempre più i caratteri del feuilleton, dotato di una robusta trama orizzontale che attraversa le varie puntate di cui è composto e che costruisce una narrazione articolata.
Già il secondo tomo suggeriva questa piega, ma è con la terza uscita che la direzione appare maggiormente chiara, dimostrando che la visione di Teresa Radice è quanto mai ampia, non limitandosi alle comprimarie introdotte nel romanzo grafico del 2015 e nemmeno ai confini di Plymouth: i racconti qui presenti, Layla e Carolina, sono incentrati su due figure femminili che debuttano per l’occasione, che abitano ben lontano dall’Inghilterra e che, nonostante risaltino per le proprie caratteristiche e siano scritte magistralmente, ricoprono un ruolo per certi versi meramente propedeutico allo svolgimento della macrotrama.

È la missione ad Algeri del capitano Yasser Allali, nonché la sua relazione con la sfuggente e sveglia Tess O’Neill, ad essere al centro degli eventi del nuovo volume, in una narrazione che pertanto tocca altre coste e altri panorami rispetto a quelli conosciuti finora nella serie: l’Africa del nord fa da scenario a una prova molto dura per il capitano, che torna nelle terre che gli hanno dato i natali per un compito delicato trovandosi inevitabilmente faccia a faccia con il proprio pericoloso passato. Passato che finalmente la sceneggiatrice svela ai lettori con lo stratagemma dei flashback alternati al racconto nel presente, tecnica gestita assai bene e che contribuisce all’intensità del racconto e delle sensazioni ad esso collegate.
Paura, senso di colpa, desiderio di riscatto e maturazione sono i sentimenti che caratterizzano queste pagine, che ci permettono di conoscere un po’ meglio Yasser e il “maestro” che ha condiviso con lui le varie massime filosofiche di cui si è poi fatto portatore.
È avventura allo stato puro quella del primo racconto, nel quale la donna del titolo ha un ruolo indubbiamente piccolo ma solo apparentemente marginale, data l’intensità che guida le sue azioni.

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La seconda parte del volume si sposta a Napoli e, sulle tracce di una Tess rapita nei concitati frangenti della storia precedente, si fonde con gli eventi della Storia reale.
La ragazza ritrova infatti Joachim, suo antico amante da poco incoronato re di Napoli da Napoleone Bonaparte in seguito al matrimonio con la sorella dell’imperatore francese, Carolina.
Nel trovare rifugio all’interno del sontuoso palazzo partenopeo, Tess fa casualmente conoscenza proprio con la regina, e tra le due scatta un’amicizia complice che è salvifica per entrambe, pur in maniere diverse.
Uno dei punti forti di queste storie è proprio l’accento sul concetto di sorellanza, che Radice non manca mai di suggerire: avviene tra le prostitute del “Pillar to Post”, tra una di loro e una smarrita Tess quanto questa era appena approdata a Plymouth nel primo volume, e avviene ora tra due donne di differente estrazione che però si trovano e si aiutano, in un meccanismo corporativo decisamente virtuoso.

Solido e affascinante contrappunto alle vicende descritte sono i disegni di Stefano Turconi, che stavolta si aprono a scenari diversi da quelli ritratti precedentemente sulla serie: come sempre, risultano evidenti la ricerca e lo studio intrapresi per restituire al meglio i panorami dei luoghi interessati, attingendo in particolare dalla memoria e dalle fotografie realizzate in prima persona durante viaggi intrapresi in passato, come dichiarato dai due autori anche nell’intervista concessa a Lo Spazio Bianco.
Le atmosfere algerine, con le sue architetture arabe riccamente decorate e con contesti più degradati nei sobborghi, vengono restituite con chiarezza al lettore e il colore gioca una parte fondamentale, con il marrone e con una tavolozza genericamente calda in ragione del clima di quella zona.
Il lavoro sugli abiti non è da meno, come ormai l’artista ci ha abituato: a fine volume si trova peraltro una nuova appendice dedicata al vestiario, capace di calare ancora meglio nelle ambientazioni visitate.

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Gli sfondi campani mostrano un diverso scorcio di Mediterraneo: la Napoli di inizio Ottocento viene riprodotta con grande cura e anche in questo caso si apprezzano le differenze tra la parte ricca e quella popolana della città, tanto negli edifici quanto nelle persone.
Ottimo anche il design dei nuovi personaggi: lo stile di Turconi riesce a mantenere la sua traccia umoristica rendendo al contempo realistiche le persone che raffigura, anche grazie alla colorazione tenue e pastellosa che utilizza e che pone l’estetica della storia su un piano quasi etereo, convincente e concreto senza essere aderente alla realtà. È la cifra stilistica del suo segno, debitrice sotto molti versi dell’animazione.
La tavola, infine, gode di una gabbia piuttosto libera ma senza eccessi, mantenendo sempre un’estrema leggibilità dettata da una certa compostezza della griglia e cercando piuttosto di sfruttare la gestione delle vignette per dare più spazio a scorci e scene particolari, collocate in quadruple ariose o in splash-page d’effetto.

Il terzo volume de Le ragazze del Pillar conferma quindi un cambio di passo già intuibile nella precedente uscita: Radice e Turconi hanno mille idee per la testa, idee irrequiete che scalpitano per finire su carta e che solo in parte sono collegate alle figure femminili titolari della serie.
Gli spunti sono certamente partiti dalla casa di piacere creata per Il porto proibito, ma hanno già iniziato a intraprendere strade tortuose verso tante vicende differenti, sempre lambendo volti noti dell’opera ma senza timore di esplorare anche nuovi personaggi e situazioni.
Non è un tradimento del patto narrativo, si tratta solo di farsi guidare per mano dagli autori attraverso racconti avvincenti e accorati, dall’impostazione classica ma viva.

Abbiamo parlato di:
Le ragazze del Pillar, vol. 3
Teresa Radice, Stefano Turconi
BAO Publishing, 2024
136 pagine, cartonato, colori – 21,00 €
ISBN: 9791256210749

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