Tintin trova casa grazie al Tesoro di Rackam il Rosso

Tintin trova casa grazie al Tesoro di Rackam il Rosso

Giunto a metà della saga, Hergé costruisce intorno a Tintin una casa, base delle future avventure, e una famiglia strana ma piena di energia.

Il tesoro di Rackam il Rosso, seconda parte dell’avventura iniziata ne Il segreto del Liocorno, è un lungo inseguimento alle ombre.
Hergé imbarca Tintin, Milou, il Capitano Haddock e i Dupond/Dupont sulla nave Sirius; affianca loro Trifone Girasole, un curioso scienziato inventore sordo come una campana (che tuttavia sembra recuperare l’udito in un importante momento del finale, allorché annuncia la propria ricchezza), e li fa viaggiare attraverso l’oceano sulle tracce di François Hadoque, Cavaliere di Luigi XIV e avo del Capitano.

Giunti sul luogo indicato dalle pergamene trovate nei modellini della Liocorno i nostri eroi iniziano una sfiancante ricerca che frustra ripetutamente ogni loro sforzo. Tintin combina ipotesi, indizi e ragionamenti ma l’unico risultato è un andirivieni fra possibili nascondigli, una serie di buche sull’isola, lo sfiancamento dei Dupond e la delusione del Capitano. Da parte sua, il Professor Girasole contribuisce all’irritazione di tutti: la sua sordità genera una serie infinita di dialoghi surreali. Però mette a disposizione un sottomarino per le ricerche e, alla fine, è decisivo nel ritrovamento del tesoro del pirata. In realtà in questa avventura Tintin trova vari tesori perché, oltre alle pietre preziose, trova una famiglia e una casa.

Il tesoro di Rackam il Rosso ha una struttura lineare: dopo l’intreccio mistery de Il segreto del Liocorno, culminato  in un lunghissimo spiegone, Hergé torna a una quest di base, costruita come successione di tentativi nella quale è in grado di spiegare ogni singolo enigma con semplicità.

Tintin e Haddock si avviano verso Moulinsart, una nuova vita e nuove avventure. Tintin e il tesoro di Rackam il Rosso, pag. 59.

Haddock e Tintin a Moulinsart

Il relitto della Liocorno: i nostri eroi recuperano una collezione di bottiglie di Rum vecchio di 250 anni che fa felice il Capitano Haddock, ma niente di più. Tintin e il tesoro di Rackam il Rosso, pag. 40.

Al primo piano del Centre Belge de la Bande Dessinée di Bruxelles c’è1 la gigantografia dell’immagine che forma la seconda striscia di pagina 59 dell’albo. È un campo lungo nel quale vediamo di spalle il Capitano Haddock e Tintin che si avviano verso il castello di Moulinsart, del quale distinguiamo chiaramente la facciata e il parco antistante. Quella gigantografia del Centre dichiara sia l’importanza di quel momento nella vicenda di Tintin (e di riflesso nella storia della BD). Quella immagine fissa l’inizio dell’amicizia fra Tintin e Haddock e ha un fascino molto particolare

Il tratto di Hergé costruisce uno spazio definito e luminoso, lo sviluppo orizzontale a occupare un’interea striscia indica un momento che si estende nel tempo: non un ritratto quindi, ma un percorso di avvicinamento. Avvicinamento a un luogo che racchiude memoria (apparteneva al Cavaliere François Hadoque) e futuro poiché, appena acquistato dal Capitano con il sostegno economico del Professor Girasole, sarà dimora della “strana famiglia” di Tintin.

Ma, almeno per chi scrive, la suggestione più intensa nasce dal cortocircuito fra questa immagine e quella famosissima che chiude il Casablanca di Michael Curtiz (1942), con Rick/Humphrey Bogart e il Capitano Renault/Claude Reins ripresi di spalle mentre si avviano nella nebbia, con Rick che dichiara essere quel momento “l’inizio di una grande amicizia“. Queste due immagini sono accumunate da una potente carica metaforica: l’andare incontro al futuro, a una nuova vita ed entrambe sono diventate, nei rispettivi ambiti, quasi degli archetipi.

D’altra parte, data la cronologia delle due opere (la vignetta apparve su Le Soir il 13/09/1943, quando ovviamente Casablanca non circolava in Belgio), questa comunanza di senso deriva esclusivamente dall’identità della suggestione da trasmettere, classico esempio di egual soluzione trovata autonomamente a uno stesso problema. L’aspetto ironico di questa suggestione è che l’immagine di Casablanca rimanda a un grande rimosso delle avventure di Tintin: la guerra e l’occupazione nazista.

Da notare che nella sua versione originale questa vignetta costituiva la chiusura di una striscia: è con l’edizione in volume, ampliandola a occupare un’intera striscia, che Hergé la assume al ruolo di spartiacque nella vita di Tintin.

Noi siamo Famiglia: Tintin, Haddock e tutti gli altri

La famiglia di Tintin (ma forse sarebbe più corretto dire di Haddock!) debutta in società: Tintin e il tesoro di Rackam il Rosso, pag. 62.

Hergé presenta la “strana famiglia” di Tintin nella grande immagine dell’ultima pagina, impegnata a presenziare la mostra del tesoro di Rackam il Rosso nel salone del Castello di Moulinart. Oltre ai partecipanti alla spedizione sullo sfondo vediamo anche il maggiordomo Nestore, che il Capitano ha evidentemente preso a servizio premiando la fedeltà da lui dimostrata verso i precedenti occupanti del Castello.

Da ora in poi le avventure di Tintin avranno Moulinsart come luogo da cui muovere sulle tracce dell’avventura e a cui tornare e quella costellazione umana come cast a supporto degli intrecci. Tanto anonimo era il precedente domicilio del giovane reporter, un vero e proprio non-luogo, quanto la nuova magione ha personalità ed energia.

Se questa scelta muove Tintin fuori dall’ordinarietà, è pur vero che Hergé non aveva mai sfruttato quell’ordinarietà come sorgente di narrativa: nell’appartamento di Tintin facevano irruzione agganci per l’avventura in corso e Tintin non si confrontava certo con i problemi della quotidianità. Da parte sua, Mouinsart appare un simbolo esplicito dell’avventura straordinaria e, scoprirermo negli albi a venire, possiede un’aura positiva che deriva direttamente proprio dai suoi abitanti, dalla rete di affetti, anche turbolenti, che si svilupperanno in seguito.

La prefazione curata da Jean-Marie Embs e Philippe Mellot, con la collaborazione di Philippe Goddin, dedica grande spazio al personaggio di Trifone Girasole e propone le vignette scartate da Herge nell’operazione di rimontaggio in tavola delle strisce quotidiane.

Abbiamo parlato di:
Il tesoro di Rackam il Rosso
Hergé
Traduzione di Giovanni Zucca
In allegato a La Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera, Marzo 2017
29+62 pagine, cartonato, colori – 7,99 €
ISBN: 977203975726270012

Tintin e Haddock si avviano verso Moulinsart e una nuova vita, vignetta di chiusura della striscia apparsa su Le Soir il 13/09/1943.

 


  1. Perlomeno c’era l’ultima volta che lo visitai. 

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