Oops! Robert Kirkman l’ha fatto di nuovo. L’autore di The walking dead, proseguendo la sua liaison con fumetto e televisione, ha firmato un contratto con la rete televisiva AMC per trasformare il suo ultimo lavoro in una serie tv. Con all’attivo solo sette numeri, Thief of thieves si prepara quindi ad approdare sui piccoli schermi delle case americane, rafforzando il legame tra la nona arte e la Nouvelle Vague delle fiction catodiche.
Questa volta la partita non si gioca tra zombie e sopravvissuti ma tra guardie e ladri, tuffati in un’atmosfera cruda e dalle tinte noir che trae spunti dalla nobiltà della letteratura di genere. La compassata malinconia di Philip Marlowe e gli spigoli vivi di Mike Hammer trovano solidi incastri sulla strada della costruzione dell’attore protagonista, figura ricca di personalità e sfaccettature. La sceneggiatura (rapida, decisa e fulminante) s’insinua tagliente tra le vignette a comporre una storia che procede al ritmo di flashback incalzanti e ben assortiti, abbellita dalla scelta di un registro narrativo asciutto e veloce. Le accelerazioni e gli stop improvvisi della trama dettano così i giusti tempi per l’entrata in scena dei personaggi, garantendo un efficace altalena emotiva ai ritmi del racconto.
Gli avvenimenti, che osservano la diseducazione al reato di Conrad Paulson (il ladro dei ladri del titolo), muovono dal suo abbandono della scena criminale, motivato dal desiderio di recuperare il rapporto con la sua ex moglie e il figlio. La scelta di porre, quale punto d’origine della serie, il momento dell’abiura si dimostra vincente, riuscendo a spianare la strada ai testi di Nick Spencer (Morning Glories), affidatario della sceneggiatura. Il personaggio, posto in un limbo narrativo, rende agevole il compito dello scrittore nel muoversi in direzione temporali e narrative diverse, scalando le marce dello storytelling tra passato e futuro, ugualmente inesplorati e misteriosi.
Conrad, colto in questo crocevia emotivo, riesce così ad evidenziare la sua duplice anima di avventuriero e di padre-marito, iniziando la difficile ricerca di un equilibrio per temperare le rischiose abitudini del passato. Attorniato da interessanti comprimari, Redmond (nome d’arte del nostro ladro) inizia il suo percorso iniziatico per affrancarsi dalla sua famiglia criminale e per riunirsi ai suoi congiunti canonici, inscenando un sincero conflitto che diviene il sale della sua vita cartacea. Alternando la sicurezza del Re dei ladri agli impacci della vita da family man, il protagonista compone i tasselli della sua identità fumettistica, risultando credibile e interessante. Segugi, alle calcagna di un uomo alla ricerca del tempo presente, una coppia di agenti dell’FBI, solidi nella caratterizzazione ma stucchevoli e risaputi nella resa.
I disegni, a cura di Shawn Martinbrough (Detective Comics e Luke Cage Noir), seguono puntualmente il ritmo della storia, incorniciando luci, ombre e linee di buona fattura in pannelli regolari, accatastati su quattro livelli. Una scelta stilistica limitante ma ben sfruttata nella continua variazione di prospettive e angoli visuali.
Thief of thieves entra di diritto nella categoria delle intriganti letture d’evasione, poggiando i piedi nella terra delle crime novel, abitata da personaggi ombrosi e disonesti. La storia, che alterna linee decompresse a periodi sincopati, sfrutta appieno i topoi del genere, risultando però in alcuni movimenti eccessivamente sintetizzata.
Proprio in questi punti, lo script sembra perdere l’aderenza con il medium fumettistico per acquisire i contorni della pura sceneggiatura cinematografica, trovando in questa ambivalenza dissonanze fastidiose. Con il tutto esaurito sugli scaffali delle fumetterie americane e una serie televisiva in produzione, sarà interessante capire dove la coppia Kirkman e Spencer condurrà i personaggi prima dei titoli di coda.
Abbiamo parlato di:
Thief of thieves #1/7
Robert Kirkman, Nick Spencer, Shawn Martinbrough
Image Comics, 2011/2012
32 pagine, spillato, colori – 2,99$