Storie della baia: il ritorno di Moby Duck

Storie della baia: il ritorno di Moby Duck

Panini Comics ristampa le marinaresche imprese di Moby Duck e Paper Hoog ideate nel 2001 da Alberto Savini per Topolino.

Dopo le ristampe di saghe recenti come Pippo Reporter o Fantomius, il tredicesimo numero della Definitive Collection propone una saga un po’ più datata come Le storie della baia. Ideata da Alberto Savini, fa il suo esordio nell’estate del 2001 su Topolino #2380 con un cast quasi completamente nuovo che ruota intorno al personaggio di Moby Duck, affiancato dall’esuberante Paper Hoog, versione marinara di Paperoga.

Marinai

Prima pagina della storia d’esordio di Moby Duck

La prima apparizione di Moby Duck avviene su Donald Duck #112 del 1967 con Paperino con Moby Duck (sulla scia d’una balena) di Vic Lockman e Tony Strobl. Ad affiancare usualmente il personaggio ci sono il delfino Porpy, che esordisce insieme a Moby, e l’assistente Paperotto, che esordisce separatamente ne La ringhiera “svanita” (1968) sempre di Lockman e Strobl. Questa versione un po’ annacquata di Paperoga viene associata a Moby Duck solo nella sua terza apparizione, L’isola di Plop (1968).

Il personaggio, scritto per i primi anni soprattutto dal suo creatore, viene caratterizzato come un marinaio rude ma buono, impegnato spesso nella difesa dell’ambiente marino contro speculatori vari, tra cui si contano i Bassotti, Spennacchiotto, Capitan Uncino o semplici avversari come Maga Magò o Ezechiele Lupo. In particolare Lockman lo ingloba all’interno della famiglia dei Paperi nella storia Moby Duck e le ferie di terraferma del 1969 disegnata da Kay Wright.

Dal 1972 fa anche alcune sporadiche comparsate nelle strisce e nelle tavole domenicali intitolare a Paperino e realizzate da Bob Karp e Frank Grundeen, mentre la prima storia non statunitense è Il relitto attraente di Hugo Juhlin e Antoni Gil-Bao pubblicata in Danimarca nel 1973. La prima apparizione italiana è del 1975 in un cameo per la storia celebrativa del numero 1000 di Topolino, Il mio e il vostro successo disegnata da Marco Rota.
Mai protagonista in storie di ampio respiro, Moby, a parte qualche apparizione sulle copertine, viene utilizzato quasi esclusivamente dalle scuole statunitense e danese con poche eccezioni di storie brasiliane. La sua ultima avventura made in USA è del 1984, Super Pippo e il cavallone… gigante disegnata da Pete Alvarado, mentre l’ultima avventura disneyana prima de Le storie della baia è la danese Hard A-Port (1991) di Paul Halas, Jack Sutter e Joan Espinach, inedita in Italia.

Bisogna aspettare esattamente 10 anni per rivedere, questa volta su Topolino, il ritorno di Moby Duck, prima con la copertina dell’Almanacco Topolino (seconda serie) #10 di Stefano Turconi e quindi con Intrigo a Duckport, prima delle 20 storie in cui si sviluppò la serie, di cui l’ultima venne pubblicata nel 2005.
Da allora, a parte qualche rara apparizione, come il cameo in Zio Paperone imperatore domestico di Pudu e Francesco Guerrini, si sono perse le tracce del personaggio fino alla recente ristampa con il primo volume de Le storie della baia.

Duckport

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Una delle illustrazioni marinare di Davide Cesarello che hanno ispirato Alberto Savini2

Il principale vantaggio nell’uso e nel recupero di un personaggio poco noto come Moby Duck è la possibilità di (ri)costruirgli intorno un’ambientazione completamente nuova, ed è proprio quello che ha realizzato Savini.
Ispirato da alcune belle illustrazioni a tema marinaresco di Davide Cesarello3 viste nell’ufficio di Claretta Muci, all’epoca direttore di Topolino, dopo aver scartato il trio Paperino, Paperoga, Malachia, Savini si concentra su un’ambientazione in costume, i primi dell’Ottocento, e sulla creazione/scelta dei personaggi che avrebbero popolato il vero protagonista della serie, la cittadina costiera di Duckport.

L’idea di fondo della saga è quella di mostrare le durezze, le meraviglie e le emozioni di una vita passata a contatto con il mare. Tra gag divertenti e dialoghi brillanti non mancano, infatti, scene o semplici vignette evocative in grado di restare nella memoria dei lettori.

Azimuth di Silvio Camboni

La forza del progetto, però, risiede anche nelle ottime caratterizzazioni dei suoi protagonisti: Nina, ispirata alla cantante jazz Nina Simone, locandiera de La perla nera nonché cartomante di Duckport, è l’amica di tutti, persona cui si può chiedere sempre un consiglio, anche se poi sta a chi ascolta interpretarlo; Azimuth, che da marinaio alla Acabh viene trasformato in un faccendiere con le mani in pasta in qualunque affare di Duckport, costantemente alla ricerca di nuove fonti di guadagno; Trippa il gabbiano e Sagola, il tirapiedi di Azimuth, che costituiscono l’intermezzo comico delle storie, spesso protagonisti involontari dei soggetti delle avventure; Wang, titolare della tipica lavanderia cinese, e Lazy Jack, guardiano del porto e versione disneyana di Carlo Chendi.

A rendere graficamente le sceneggiature di Savini un team di bravi disegnatori, a iniziare da Silvio Camboni che grazie alla dinamica costruzione dell’incipit di Intrigo a Duckport, giocato sulle onomatopee del mare in tempesta, porta su Topolino le tecniche viste spesso sulle pagine di PKNA o sperimentate in precedenza da autori come Massimo De Vita o Giorgio Cavazzano. La sua forte inchiostrazione risulta, poi, efficace nel colpire il lettore e caratterizzare i protagonisti, in particolare Azimuth e Sagola.

A seguire Stefano Turconi, all’inizio della sua carriera disneyana, con L’oro dello sparviero. Il suo stile pulito e chiaro, che già presenta molti elementi mutuati dal mondo dell’animazione classica4, mostra un’ottima confidenza con l’ambientazione marinara, come evidenziato di recente anche ne Il porto proibito o nella parodia disneyana de L’isola del tesoro. Il disegnatore, poi, si dimostra già particolarmente abile nei primi piani, nella rappresentazione delle gag ideate da Savini e nell’interpretazione delle scene evocative di cui si scriveva poco sopra.

Il volume si conclude con Destinazione Baytown disegnata da Marco Palazzi, anch’egli molto a suo agio con l’ambientazione della saga e il più efficace tra i primi tre disegnatori nella rappresentazione delle gag, in particolare grazie all’ottima interpretazione delle espressioni.
La cura sui dettagli per Le storie della baia non si ferma solo alle storie e ai disegni, ma prosegue anche con i colori, supervisionati da Luana Ballerani5, che si mostrano meno piatti e più attenti a valorizzare l’atmosfera delle avventure.
Nel complesso, riprendendo quanto scritto da Alberto Lunghi6, tutti questi elementi fanno de Le storie della baiail migliore prodotto dell’era Muci“.

Abbiamo parlato di:
Definitive collection #13 – Le storie della baia, vol. 1
Alberto Savini, Silvio Camboni, Stefano Turconi, Marco Palazzi
Panini Comics, ottobre 2016
124 pagine, brossurato, colore – 4,50 €


  1. Si ringrazia Paolo Castagno per la condivsione delle illustrazioni originali 

  2. Si ringrazia Paolo Castagno per la condivsione delle illustrazioni originali 

  3. Vedi Verso l’avventura, intervista ad Alberto Savini all’inizio del volume, o Come nasce una serie, articolo dello stesso Savini su Topolino tremila, Biblioteca del Papersera 

  4. Basti confrontare il suo tratto, in particolare nei personaggi di contorno, con capolavori come Robin Hood o le porzioni animate di Pomi d’ottone e manici di scopa 

  5. Vedi sempre Come nasce una serie di Alberto Savini su Topolino tremila, Biblioteca del Papersera 

  6. Una baia piena di avventure su Topolino tremila, Biblioteca del Papersera 

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