“…Chiedetemi ogni tipo di risarcimento perché si possa intuire un sorriso sotto quella maschera che portate…”
“Siete molto gentile: vi do atto che anche nella giungla le buone maniere hanno il loro peso!”(Dialogo tra il Collezionista e la signora dal viso bianco)
La grandezza di Sergio Toppi è sempre più riscontrabile col passare del tempo; le sue opere sono oggetto di ammirazione in tutto il mondo e, dopo la sua morte, lo sono ancora di più. E la bella notizia e che molti giovani, o comunque aspiranti fumettari che si avvicinano al fumetto e lo vogliono conoscere in maniera più approfondita, scoprono Sergio Toppi, sfogliano i suoi libri, rimangono affascinati e se ne innamorano completamente.
Del resto provateci voi a spiegare come sarebbe possibile non innamorarsi delle tavole del grande maestro milanese: come non rimanere esterrefatti di fronte alle sue tavole, alla loro composizione, a quella mescolanza di segni grafici forse unica al mondo. In realtà non serve guardare una sua intera opera; basterebbe una sola tavola per capire che siamo di fronte a qualcosa che era unico e lo rimarrà per sempre.
Per fortuna Toppi di tavole ne ha prodotte parecchie, molte delle quali destinate all’universo delle nuvole parlanti. Ed è proprio nel fumetto che Toppi seppe essere unico e originale; non solo grazie al suo talento grafico ma anche alla sua capacità di raffinato e colto narratore. Ce lo testimoniano opere di folgorante bellezza visiva come Sharaz-de ma soprattutto, visto che parliamo di fumetti, l’unico suo personaggio seriale: Il Collezionista.
E che personaggio seriale; ad avercene di personaggi come questo, particolare e ambiguo raccoglitore di oggetti talmente preziosi che vale davvero la pena rischiare la vita per possederli.
Ad avercene di storie come La lacrima di Timur Leng in cui il maestro Toppi ci regala uno dei vertici della sua carriera, andando così ad arricchire il già vasto calderone magico degli anni ’80, quando stregoni del calibro di Magnus, Pazienza, Giardino, Battaglia, Micheluzzi, Berardi, Milazzo estraevano vere e proprie magie di carta pronte a stregare letteralmente il pubblico.
Sinceramente (come per altri personaggi per cui bisogna fare delle scelte) se avessi scelto “Il calumet di Pietra Rossa” o “L’obelisco della terra di Punt” vi garantisco che avreste amato ugualmente un personaggio come il collezionista. Tuttavia la mia scelta cade sulla terza avventura realizzata da Sergio Toppi per una serie di motivi: inutile dirvi: per la qualità della storia; altrettanto inutile ribadire: per la qualità (eccelsa) dei disegni. Ho scelto La lacrima di Timur Leng perché in essa Toppi dà vita ad un’antagonista degna di nota: la Signora dal viso bianco, una femme fatale perfida e calcolatrice, che non esita ad ammazzare, con metodi degni della miglior crudeltà, con la stessa freddezza disegnata sulla maschera bianca che le copre il volto. Tutto è bianco in questa donna: il suo vestito, i suoi guanti, il suo cappello; il bianco, simbolo di pace e purezza diventa invece l’emblema del terrore e della cattiveria.
Del resto in questa, come anche nelle altre cinque storie del Collezionista, non c’è posto per gli eroi; lo stesso protagonista si presenta al lettore come un uomo strano, per certi versi ambiguo, per altri un eroe inusuale e arrivista. In questa storia vuole a tutti i costi impossessarsi della lacrima di Timur Leng, una preziosa pietra nata dall’unica lacrima versata da un feroce condottiero mongolo; grazie alla sua ricchezza cerca di comprare il segreto dall’uomo che ha nascosto la pietra; non esita a nutrire sentimenti di vendetta (come nel bellissimo finale) anche se lo fa con l’animo del gentiluomo che non vuole mai infliggere la morte se non vi è costretto. E non esita nemmeno quando c’è da compiere una buona azione come nella sequenza della condanna a morte di un uomo voluta dalla Signora dal viso bianco, in cui si espone in prima persona. Ma questi eroi sono gli eroi di Sergio Toppi: disillusi come il sergente Whiteman dello splendido L’uomo delle paludi; pieni di speranza e tenacia come la principessa Sharaz-de; misteriosi ed enigmatici come il Collezionista, testimonianza di come l’arte nella sua forma massima incontri una forma popolare come il fumetto, generando così un autentico capolavoro.
Curiosità
La lacrima di Timur Lang fu la terza avventura del Collezionista. Le altre sono (in ordine cronologico): Il calumet di Pietra Rossa, L’obelisco della terra di Punt, Lo scettro di Muiredeagh e La collana di Padmasumbawa, tutti pubblicati nella collana Orient Express – I Protagonisti tra il 1984 e 1986 a eccezione delle ultime due avventure che furono pubblicate sulle riviste Comic Art ed Eternauta verso la fine degli anni ’80.
Edizione consigliata
Senza dubbio non è la migliore per qualità di stampa; ma questi piccoli grandi albi della serie I Protagonisti testimoniano un grande periodo del nostro fumetto e vale la pena recuperarli dal primo all’ultimo. Il colore, dato dallo stesso Toppi, è caratterizzato da una scala cromatica fatta di colori tenui che esaltano il bianco totale della Signora dal viso bianco.
Altre edizioni
Sicuramente quella delle Edizioni DI (Grifo Edizioni) che ha racchiuso tutte le cinque storie in eleganti volumi cartonati dalla raffinata stampa in bianco e nero.
La storia consigliata compare anche nel volume Sergio Toppi della serie I classici del fumetto di Repubblica”.
300 volumi essenziali per una biblioteca che copra l’intera storia dei fumetti:
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