Masashi Tanaka, l’autore del bellissimo Gon, da qualche mese “abita” la collana Point Break, finora con risultati poco interessanti: U.P.O. e Flash non hanno la forza e l’inventiva giocosa di Gon, né l’affinato segno degno di un documentario del dinosauro tascabile. Ma soprattutto mancano di personalità, di quel qualcosa in più che eviti il confronto con l’opera principale dell’autore.
Samurai riesce proprio in questo, ad avere personalità, ad essere interessante. Sebbene il tratto sia più acerbo, la storia è raccontata con abilità e senso della tensione. Genjuro decide di affrontare il duro paese di morte oltre una finestra sospesa nel cielo, pur di vendicare il proprio signore. In questa landa desolata e maligna, l’unico modo per vincere sarà sopravvivere, ed essere più forte della morte stessa, combattendola con l’arma che da sempre sostiene l’uomo: la vita.
Il simbolismo ed il gusto per le citazioni rendono quest’opera più profonda rispetto al primo impatto. Cieli che sembrano essere presi da Van Gogh fanno da sfondo all’impervio cammino fatto di scoperte e sconfitte, vittorie temporanee ed indistruttibile speranza, capace di abbattere tutte le difficoltà.