Nelle intenzioni dell’autore e della casa editrice il numero quattro doveva essere l’ultimo di Rosa di strada, ma Massimo Semerano si è fatto prendere la mano. Così, dopo questo Saluti da Marte sicuramente dovremo aspettare altro tempo per vedere la conclusione di questa storia.
Nata ormai sei anni fa, proposta coraggiosamente dalla Black Velvet di Omar Martini in eleganti albi di 32 pagine, Rosa di strada si affida totalmente al talento e all’estro di Semerano, uno dei più apprezzati autori italiani. L’autore vanta ormai una ventennale carriera sulle spalle, cominciata nel 1996 sulle pagine di Tempi supplementari e Frigidaire, passando per La dolce vita, Cyborg, Dinamite, Mondo Naif, a volumi come Europa (col quale ha vinto il premio come miglior sceneggiatore a Napoli nel 2005), Dottor Cifra Horror Show e la partecipazione all’interessante progetto di Otto Gabos, Frontiera. Insomma, già dalla sua biografia ci si accorge che ci troviamo di fronte a un autore curioso, inquieto e voglioso di sperimentare stili e collaborazioni più disparate, non disdegnando neanche il fumetto più popolare, come nel caso della storia di Conan Il barbaro scritta per la Marvel Italia.
Il punto di forza di questo titolo è proprio l’autore stesso. Già, perché sin dalle prime battute l’estrema libertà creativa e la spontaneità nell’assemblare una trama a veloce evoluzione (nella quale le cose si susseguono in un battere di ciglia), unite ad un’abilità grafica notevole ci suggeriscono che la sua volontà è quella di giocarsi dentro questo contenitore, agile e poco formale, tutte le sue carte e la sua personalità.
Di cosa parla ‘Rosa di stradà? Più facile dire che la trama in continua evoluzione è incentrata su un personaggio principale (Rosa, appunto) e una miriade di comparse tutte riuscite e nello stesso tempo improbabili. In poche parole: la protagonista per togliere dai guai il suo debosciato fidanzato uccide per conto di un boss locale uno dei nani di Brema. Agli altri cattivissimi nani rimasti pero’ non è che la cosa vada molto a genio, così rapiscono la nostra e la vendono a una specie di fiera degli orrori, dalla quale scapperà, ecc. ecc. In questo numero, per farla breve, Rosa nel proseguire la sua fuga conosce uno strambo traghettatore che in cambio di un passaggio la ingaggia per aiutarlo a dirigere un film underground…
Se spiegata così la storia può sembrare non poi tanto assurda, allora fatevi consigliare: comprate anche solo questo numero e vedete un po’ se non esagero nel dire che in realtà questo fumetto è costruito con intelligenza, creatività e abilità, a partire dalla regia imprevedibile e libera da freni inibitori che la ingabbierebbero in schematismi qui fuori luogo. Semerano è dirompente nel sovrapporre il grottesco (forse l’elemento più incisivo) alla drammaticità, l’ironia all’azione, l’oniricità alla dura realtà. È altrettanto esplosivo nella ricerca di dialoghi dal tono originale: i suoi personaggi assumono una cadenza e un’impronta colloquiale incredibilmente verosimile benché esagerati e sopra le righe. Un po’ (mi si perdoni il paragone) quello che fece Pazienza o anche Scozzari, con il quale possiamo riscontrare qualche somiglianza, soprattutto nell’invenzione di personaggi così inediti.
Non è da meno la capacità grafica di Semerano che, in possesso di evidenti doti tecniche, con disinvoltura e coraggio propone delle tavole all’apparenza realizzate con un tratto molto veloce, dentro le quali, nascoste da un bianco e nero a tratti abbagliante, a tratti tenebroso, troviamo invenzioni stilistiche continue e virtuosismi tecnici appena camuffati o, al contrario, molto evidenti (come a pagina 9 e 10). Cio’ vale anche per la stupenda copertina, dove la colorazione al pc dona spessore e luce inedita a tutta la confezione, ben curata come tutti i prodotti di casa Black Velvet.
Insomma, uno dei migliori autori italiani, forse poco conosciuto ai più, qui al suo meglio, che in qualche modo prosegue quella scuola fumettistica di casa nostra che dalla fine degli anni settanta ha popolato le migliori riviste d’autore. Un fumettista che oggi, nel desolante e poco ricettivo mercato italiano, è relegato un po’ ai margini, al di là dei doverosi riconoscimenti della critica più attenta. Chissà che almeno questo suo nuovo lavoro possa portagli qualche lettore in più e, di conseguenza, possa dargli un nuovo stimolo per produrre e proporre nuove storie.
È una speranza che non tento nemmeno di dissimulare.
Riferimenti
Il sito della Black Velvet: www.blackvelveteditrice.com