
Passato attraverso alcune pellicole cinematografiche e un reboot, serie televisive, animate e videogiochi, RoboCop incrocia validamente elementi supereroistici e cyberpunk. Il franchise a lui dedicato approda così anche in ambito fumettistico con la realizzazione di varie testate, pubblicate da diversi editori nel corso di una trentina di anni.
Prendendo le mosse dal primo film del 1987, diretto magistralmente da Paul Verhoeven, Joshua Williamson sceneggia “RoboCop: Dead Or Alive”, sfruttando il rodato impianto narrativo della pellicola e le solide dinamiche tra il nostro cyborg e la sua patner/collega Anne Lewis. Poliziotta dall’alto senso morale e del dovere, dalla personalità straripante e una marcata umanità che si pongono come elementi fondanti di un personaggio pienamente riuscito. Una tutrice dell’ordine che assolve anche al fondamentale compito di stemperare la freddezza del nostro protagonista, fino a giungere a rubargli spesso la scena e la luce nell’economia della trama. Grazie allo spessore e alla sfaccettata essenza dei personaggi principali, la sceneggiatura procede spedita verso il cuore del racconto. I personaggi diventano così
Supportata da alcune sottotrame che aggiungono profondità alla natura dei personaggi, la cronaca di Williamson non tralascia l’introduzione di alcuni elementi di critica e riflessione sulla diffusione delle armi nel mondo moderno e sul potere che la demagogia può avere sulle masse già surriscaldate da tensioni e disuguaglianze. Elementi che entrano prepotentemente nella storia grazie all’ottimo lavoro di creazione del villain di turno John Killian. Losco criminale dal passato oscuro, dotato di una feroce presenza scenica e di una oratoria da imbonitore delle masse, che trova terreno fertile nell’aumentare il livello del conflitto sociale, grazie a una controversa legislazione sul possesso delle armi.
Pur rimanendo nel solco del puro intrattenimento “RoboCop: Dead or Alive” riesce a far riflettere avanzando alcune interessanti istanze, stigmatizzando la ricerca del consenso sociale con argomenti demagogici e analizzando con senso critico la propensione alla risoluzione violenta dei conflitti insita nella natura umana.

Boom!Studio, attuale licenziataria dei diritti fumettistici di RoboCop, coglie decisamente nel segno con questa serie pubblicata nel 2014 e dedicata al cyber poliziotto, edita in Italia da SaldaPress. Raccontandoci le gesta del cavaliere futuristico RoboCop (unico elemento fantascientifico di un mondo pressoché stagnante e governato da impulsi primari) Joshua Williamson (affiancato da Dennis Culver nei numeri finali della serie) pesca a piene mani dalla pellicola realizzata nel 1987 da Paul Verheoven riuscendo a creare un valido sequel a fumetti, riproponendo l’atmosfera, l’allegoria, la satira e il cinismo in essa contenute.
Un riuscito prolungamento delle linee narrative del film che oscilla tra la riattualizzazione dei personaggi e la riporoposizione degli stessi secondo i dettami del concept originale. Una release fumettistica non del tutto “operazione nostalgia” il cui legame con la pellicola originale si riflette fin dal titolo “Dead or Alive”, quote della celebre battuta del film di Verheoven pronunciata da RoboCop: “Dead or alive, you’re coming with me!”
Abbiamo parlato di:
RoboCop – Vivo o morto voll. 1/2
Joshua Williamson, Carlos Magno
Traduzione di Stefano Menchetti
Saldapress, 2019
168 pagine, cartonato, colori – 24,90 € cada.
ISBN: 9788869195945 – 9788869195952
