I nomi di questa opera sono certamente una garanzia: Ashley Wood (Hellspawn, X-Men) ne è l’ideatore e illustratore, mentre Sam Kieth (The Maxx, HulkWolverine) scrive i testi di questo volume che basta sfogliare per apprezzare l’arte quasi surreale di Wood, fatta di pittura a mezzatinta, fotoritocco e computer grafica. In questa storia sembra aver dato il massimo di sé, tanto che la storia in certi passaggi sembra essere un accessorio rispetto ai disegni.
È la storia di Kitty, una ex-rock star che ha perduto tutti i suoi soldi, il suo successo ed i favori della fama, non ultime le donne che impazzivano per lui. Unico particolare stonato: Kitty è un gatto parlante, e dopo il fallimento della band sembra che in molti siano decisi a recuperare i debiti che ha lasciato, ingaggiando dei cyborg, anzi delle cyborg, affascinanti e poco vestite, per fargli la pelle. Oltre a questo Kitty dovrà stare attento sia alle vecchie fiamme che lo accusano di violenza sessuale sia, addirittura, al diavolo il quale incarica suo figlio di mettersi sulle tracce del gatto. Unico compagno del felino è Popbot, un robot armato di uncino da macellaio, le cui origini rimangono sconosciute nonostante le ricerche compiute da Sherlock Holmes in persona.
Una storia surreale ed a tratti forse confusionaria, con molti nodi da sciogliere nei prossimi numeri, ma che nella parte grafica riesce ad incantare. Soprattutto i maschietti, con le sensuali ragazzine che prestano le forme ai modelli più evoluti di Popbot.