Tra gli sceneggiatori attualmente al lavoro su Topolino, Francesco Artibani è uno di quelli che garantiscono maggior costanza qualitativa, che si tratti di firmare una storia-evento come il ritorno di PK o di scriverne una normale con Paperino.
Paperino e l’idolo acquatico è un esempio calzante di quanto appena esposto: la vicenda vede i due cugini venire in possesso di una statuina in legno raffigurante una balena, un oggetto che si rivela essere molto più di quello che appare e che permette ai Paperi di vivere un’avventura in un deserto lontano per aiutare la tribù dei Secados.
Artibani, partendo da un plot tutto sommato semplice e classico, sa costruire un intreccio che cattura l’attenzione del lettore, che si ritrova coinvolto nel viaggio dei personaggi e nell’azione di cui sono protagonisti, non dissimilmente da quanto accadrebbe leggendo un’avventura di Carl Barks o un fumetto di Tintin.
L’autore inoltre sa andare oltre lo stereotipo classico che codifica il rapporto tra Paperino e Paperoga, mantenendo le tensioni dettate dai rispettivi caratteri ma sapendo smussarle in considerazione dell’avventura in cui si trovano a dover condividere vari pericoli.
Ai disegni troviamo Silvio Camboni, il cui tipico stile ruvido e squadrato – ottimo per gli scenari desertici – si contamina con un tratto più morbido e dall’inchiostrazione più sottile, di cui beneficiano in particolar modo i Paperi.
Abbiamo parlato di:
Paperino e l’idolo acquatico
Francesco Artibani, Silvio Camboni
Disney-Panini Comics, Topolino #3087, 21 gennaio 2015
34 pagine, brossurato, colori – € 2,50
ISBN: 9 771120 611001 53087