Secondo episodio per Orfani, la prima serie a colori prodotta dalla Sergio Bonelli editore, ideata da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari.
Riprendendo lo stile del primo volume e che caratterizza l’intera miniserie, la storia è divisa in due fasi temporali ben distinte. La prima ambientata durante l’infanzia degli “Orfani”, nella quale seguiamo il loro periodo di addestramento nel campo base di Dorsoduro, mentre nella seconda seguiamo le avventure del team di guerrieri nel presente narrativo.
È in questa sezione che scopriamo cosa è successo dopo la battaglia che nel numero scorso aveva visto prevalere le forze terrestri, grazie all’arrivo sul campo di questi super soldati. Decisi a scoprire nuove informazioni sui misteriosi alieni, sospettati di avere devastato la Terra alcuni anni prima, gli Orfani Angelo e Boy Scout; partono per una missione d’infiltrazione.
“Non per Odio ma per Amore” è un albo che si sofferma maggiormente sulle relazioni personali che legano i protagonisti della serie, in particolare sono prese in esame le figure di Juno e Jonas (Angelo e Boy Scout) e il rapporto che li lega. Due personaggi che Recchioni ha caratterizzato in maniera opposta, dando a Jonas il ruolo di freno morale della feroce Juno, decisa a uccidere il Colonello Nakamura, istruttore di difesa personale del campo di Dorsoduro, e su cui lei riversa l’odio per il mondo di adulti che ha causato la morte di suo fratello Hector.
L’autore pur costruendo a una buona storia, scorrevole e ben scritta, non riesce a bilanciare bene le due parti.
Risulta, infatti, molto più avvincente la parte ambientata nel presente, dove il lettore è incuriosito dalle misteriose origini degli alieni, dalle loro ragioni e dalla loro cultura.
Di contro l’addestramento degli Orfani risulta troppo stereotipato, con i ragazzi sottoposti a esperimenti improbi e ai soliti allenamenti massacranti dal “classico” militare duro e inflessibile (in questo caso il colonnello Nakamura, il personaggio a mio avviso più debole della serie).
Proprio questa sensazione di già visto e già letto rimane il grande difetto di Orfani. La serie risente un po’ troppo della vena citazionistica di Recchioni e più di una volta passano per la mente scene e brani di Ender’s Game (Il Gioco di Ender) di Orson Scott Card o Starship Troopers (Fanteria dello Spazio) di Robert Heinlein, così come sono irritanti alcuni dialoghi da blockbuster americano che i personaggi si scambiano durante le battaglie o nei momenti topici della trama.
Un esempio:
Angelo/Juno: “E Se le cose dovessero andare per il verso storto?”
Boy-Scot/Jonas: “Sapremo come cavarcela…
Angelo/Juno: “Mi piace quando fai il duro, tesoro.”
Conoscendo la passione di Roberto Recchioni per un certo tipo di cinematografia fracassona e spettacolare, come quella del regista Michael Bay da lui tanto amato, risulta chiaro che la sua sia una scelta consapevole, fatta nel tentativo di avvicinare, ma anche di non annoiare, il lettore casuale.1
Sono passaggi come quello prima riportato, infatti, che inficiano il buon lavoro svolto in generale sui dialoghi e sulla sceneggiatura da parte di Recchioni.
Orpelli inutili di cui sarebbe meglio sbarazzarsi, visto che la serie riesce comunque a essere interessante e in alcuni punti a sorprendere, come nel caso dell’apparizione improvvisa di una “cattedrale” aliena, stranamente simile alla Basilica della Sagrada Familia di Antoni Gaudì distrutta nel primo numero.
Ai disegni è il turno di Alessandro Bignamini autore dal tratto ultra pulito e dettagliato. Il disegnatore è riuscito a sintetizzare ulteriormente il suo tratto da quello visto sulla miniserie Bonelli “Greystorm”, raggiungendo una precisione e un’eleganza simili a quella di Claudio Castellini.
Bignamini è preciso nelle tavole più piccole e dotato di un ottimo senso per l’impatto visivo delle tavole più grandi, doti che lo rendono perfetto per una serie ad alto tasso di spettacolarità come questa. Decisamente convincenti i colori di Annalisa Leoni, così come la bella copertina di Massimo Carnevale.
Orfani si conferma una serie creata con un background differente dai canoni e dagli stilemi Bonelliani, una serie confezionata e disegnata in maniera egregia ma con qualche lacuna da sistemare a livello narrativo.
Una collana diventata fenomeno fumettistico dell’anno grazie a una ragionata e mirabile opera di promozione multimediale, che affonda le sue radici più nei comics americani, nelle grandi produzioni cinematografiche e nei videogiochi anziché nella tradizione dei seriali italiani, probabilmente nel tentativo di avvicinare i lettori adolescenti.
Abbiamo parlato di:
Orfani #2 – Non per Odio ma per Amore
Roberto Recchioni, Alessandro Bignamini
Sergio Bonelli Editore, 2013
98 pagine, brossurato, colori – 4,50€
ISBN: 9772283302003
In una nostra intervista – Con Roberto Recchioni tra fumetto e cross-media – all’autore romano, Davide Occhicone chiedeva:
Alcuni tuoi personaggi a fumetti potrebbero essere protagonisti di film, videogiochi d’azione, anche romanzi. David Murphy cosa avrebbe da invidiare a un film d’azione di spirito made in Usa?
La risposta: Io l’ho scritto pensando che fosse un film prodotto da Brukeimer e diretto, ovviamente, da Bay. C’è pure da dire che questo è spesso il limite del mio linguaggio fumettistico che è, talvolta, troppo debitore di quello cinematografico per riuscire davvero a sfruttare le potenzialità del medium fumetto. ↩
Massimiliano
5 Dicembre 2013 a 01:54
Non capisco il clamore intorno a questa serie. È assolutamente deludente, scontata, noiosa, in una parola, inutile. Siamo lontani, ad esempio, dalla qualità degli esordi di nathan never.
Davide Occhicone
5 Dicembre 2013 a 15:36
Magari il giudizio di chi la reputa interessante ha pari valore del tuo che la reputi inutile…
Simone Rastelli
7 Dicembre 2013 a 12:38
Bisogna tener conto del diverso lettore di riferimento: Orfani è una serie per giovanissimi (diciamo 12 anni), una porta di entrata al fumetto per adolescenti. NN invece era indirizzato a lettori più maturi