Il 2022 e il 2023 sono state delle buone annate per lo studio italiano della cultura popolare e più in particolare del fumetto. Diversi saggi hanno trattato di opere d’intrattenimento spesso considerate (a torto) dedicate esclusivamente ai bambini o in ogni caso non meritevoli di un esame più approfondito e sistematico. Utilizzando un approccio più accademico sono stati studiati e raccontati personaggi come Dylan Dog (La Filosofia di Dylan Dog, di Giulio Giorello) Diabolik e Alan Ford (La filosofia di Diabolik e Alan Ford, di Davide Steccanella) e supereroi Marvel e DC (il mio La Maschera dell´Antieroe). Filippo Messina ha approfondito il rapporto tra cinema e fumetto (Un’Altra Storia di Cinema e Fumetti Vol. 1 e 2), e anche i videogiochi (Filosofia del gaming, di Tommaso Ariemma) sono un oggetto di ricerca molto gettonato in questi ultimi anni. Persino Il Corriere dei Piccoli é il protagonista di un saggio, opera di Andrea Carta, edito sempre da NPE Editore.
Ventenni Paperoni si inserisce in questa tendenza, anzi in un certo senso fa da apripista, per dimostrare sin dagli esordi della pagina Facebook Ventenni che piangono leggendo la saga di Paperon De Paperoni che non ha senso relegare Paperi e Topi Disney al mondo dell’infanzia, né considerare i fumetti e i cartoni che li vedono protagonisti come intrattenimento di scarso valore, o comunque incapace di affrontare tematiche “serie.” É invece vero il contrario e questo libro di Mattia Del Core pubblicato da NPE editore, lo dimostra. Lo stesso Del Core definisce lo scopo del saggio:“raccontare il fumetto Disney, considerato (tradizionalmente ed erroneamente) come destinato in via esclusiva a un pubblico di bambini, sotto una chiave di lettura più matura (e smaliziata), consapevole (e nostalgica), attenta (e comprensibile)”.
La genesi del libro risale al 2013 su Facebook, dove viene creata la pagina Ventenni che piangono leggendo la Saga di Paperon de Paperoni, che rapidamente si allargherà ad altri social, fino a creare il proprio sito internet. La Saga alla quale il didascalico nome fa riferimento è quella di Don Rosa, opera iconica che racconta la vita di Paperone a partire dal giorno in cui guadagnò il suo primo soldo, la mitica Numero Uno. Il progetto comincia quindi con Paperone (che anche nel libro conserva un ruolo di primo piano), ma ben presto si amplia e abbraccia tutte le sfaccettature del mondo Disney, con una particolare attenzione alla sfera italiana.
L’opera si divide in due parti. La prima ha esattamente lo scopo descritto, accennato persino dal significativo sottotitolo “ma ancora leggi Topolino?”: dimostrare che il famoso settimanale si può leggere a tutte e le età e soprattutto che i temi trattati sono tutt’altro che infantili. Il titolo di questa sezione del libro è, infatti, “(Non) è un fumetto per vecchi”. Dopo una prima e doverosa panoramica sulla storia Disney, questa parte affronta argomenti generalmente considerati “adulti” quali il lavoro, il sesso e il male. Ogni tematica viene trattata concentrandosi su personaggi specifici, più o meno noti, che vengono raccontati e presi a esempio. Così gli zii e i nipoti Disney ci vengono mostrati come rappresentati dello scontro generazionale, Paperino, Gastone e Zio Paperone sono messi a confronto per discutere de “lo spirito del capitalismo,” Gambadilegno, Macchia Nera e Amelia sono approfonditi per comprendere meglio cosa significa essere “cattivi.” Numerosi aneddoti e curiosità sono disseminate in questi capitoli, che considerano molte storie nella loro unicità, riuscendo però al contempo a tracciare una visione d´insieme di come queste tematiche sono affrontate a Paperopoli e Topolinia. Merito del saggio è evidenziare come questi temi “adulti” non vengano artificialmente imposti dall’esterno, ma siano connaturati del mondo Disney stesso che anzi, proprio quando tenta di nasconderli, ne rivela il peso. A questo proposito merita una menzione d´onore il capitolo “Qualcuno pensi ai bambini” che tratta forse il tema più scabroso e tabù del mondo Disney: il sesso. L’argomento è affrontato in modo ammiccante e umoristico ma senza cadere nel banale.
La seconda parte si concede spazio per approfondire alcuni personaggi, la cui scelta è obbligata: la prima ricade sul rappresentate per eccellenza del mondo Disney, Topolino, la seconda sul personaggio grazie al quale tutto il progetto prende il via, omaggiato nel titolo e in copertina: Zio Paperone. Nel complesso più di un sesto del libro è dedicato al Papero piú ricco del mondo e ne esamina svariati aspetti e versioni, dalla sua creazione per mano di Carl Barks, passando per la famosa Saga, fino al Paperone dei giorni nostri e in particolare al Paperone del Bel Paese. Questa seconda sezione è quella che maggiormente mostra le potenzialità del volume, ovvero la sua capacità di raccontare dettagliatamente un personaggio specifico, approfondendolo sotto numerosi punti di vista e tracciando un vero e proprio profilo psicologico ed editoriale, sfaccettato e complesso.
Il focus sul Vecchio Cilindro rivela un altro degli aspetti più apprezzabili dell’opera di Del Core: il confronto fatto dall’autore tra le versioni americane dei personaggi e quelle italiane. Dopo aver raccontato lo Scrooge originale di Barks e l’ultimo del Clan McDuck di Don Rosa, vengono approfondite tre versioni del personaggio che hanno avuto maggior successo in Italia. Guido Martina, Romano Scarpa e Rodolfo Cimino sono nomi noti ai fans di Topolino e i loro Paperoni sono diventati un punto di riferimento di tutti i PdP made in Italy. Le opere di tre famosi autori del Disney italiano sono trattate piú dettagliatamente, comparate tra loro e con gli Scrooge originali, evidenziandone differenze, pregi e difetti. La passione verso il personaggio di Paperone è comunicata chiaramente in questa parte del saggio che risulta probabilmente la più riuscita.
Topolino è il secondo personaggio che viene letto più nel dettaglio. Anche in questo caso l’analisi è solida e traccia un quadro chiaro della sua storia e delle differenti sfumature che ha assunto nel corso degli anni. Chi è Topolino oggi? E perché molti lo considerano antipatico? Quali sono le caratteristiche essenziali che, nonostante i suoi quasi cento anni di storia, ancora rendono grande il topo più famoso del mondo?
Chiude il volume una sezione che va a sfatare alcuni miti e false credenze del mondo Disney. Siete sicuri che Eta Beta mangi naftalina o che Amelia sia una strega? Forse dovrete ricredervi (almeno in parte). Un finale leggero che fa leva sulla curiosità del lettore e tiene alta la sua attenzione fino alla fine.
Nel complesso Ventenni Paperoni è un libro divulgativo dalla lettura piacevole che raggiunge lo scopo dichiarato, ovvero dimostrare che Topolino (e le storie Disney in generale) sono molto di più rispetto a un semplice passatempo infantile. I punti di forza del libro sono gli stessi che i fans e i followers conoscono e che hanno decretato il successo del blog e della pagina Facebook che a oggi conta più di 226 mila followers: un approccio originale al materiale trattato, il racconto di aneddoti interessanti e di sfumature meno conosciute anche dai lettori più fedeli, l’approfondimento di personaggi amati accanto a quello dedicato a figure meno note e la scelta di temi “succulenti” quali ad esempio il sesso nel mondo Disney o il debunking di credenze assodate.
Paradossalmente però, la vicinanza al blog è anche il maggiore dei punti critici del volume che, sotto questo punto di vista, avrebbe potuto osare di più e allontanarsi in maniera più decisa dalla sua forma originaria. Il libro vuole essere un saggio ma si è optato per un registro molto colloquiale e ammiccante, meno adatto a un’opera di questo tipo; questo rende la lettura scorrevole e gradevole e valorizza l’aspetto più divulgativo del lavoro, ma inficia purtroppo il rigore più “accademico” che invece si potrebbe richiedere. Rigore che poteva essere applicato maggiormente anche nella ricerca delle fonti, ferrata nel campo della storia di alcuni personaggi ma meno attenta nel considerare altri studiosi del fumetto e del mondo Disney. Assenza eccellente in questo frangente quella di Umberto Eco, che si è spesso occupato di cultura popolare, di Topolino e di altre icone fumettistiche, scrivendo testi tutt’ora imprescindibili.
Infine la massiccia presenza del blog si mostra in alcune parti che sono ricalcate quasi alla lettera da articoli già pubblicati online, cosa confermata dalla folta ma fortemente autoreferenziale “sitografia”. Questo crea frequentemente una sensazione di già visto, ma anche di una certa discontinuità tra un capitolo e l’altro, dando a volte l’impressione di trovarsi davanti a stili differenti, come se si trattasse dell’opera di più autori. Mattia del Core è peró riuscito, anche se con queste sbavature, a unire e rendere organiche tra loro anche le parti che prendono più ispirazione dal sito.
Per chi non segue (o non seguiva) Ventenni Paperoni il volume é senza dubbio una buona occasione per esplorare il mondo Disney in modo differente e originale. Avrete voglia di recuperare vecchie storie di Topolino per poterle rileggere sotto una nuova luce. I fan piú fedeli della community troveranno cose che in parte giá conoscono, anche se in forma piú sistematica e organizzata; ciononostante potrete avere il piacere di stringere tra le mani il volume cartaceo, punto di arrivo di una lunga avventura.
Abbiamo parlato di:
Ventenni Paperoni – Ma leggi ancora Topolino?
Mattia Del Core
Edizioni NPE, 2022
336 pagine, brossurato, colore – 24,00 €
ISBN: 9788836271207