Negli occhi di Wonder Woman: Mirka Andolfo

Negli occhi di Wonder Woman: Mirka Andolfo

A poche settimane dall'uscita del suo primo numero di Wonder Woman, Mirka Andolfo ci racconta dei suoi progetti e com'è lavorare in America.

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(Napoli, 1989) Illustratrice e colorista. Mirka Andolfo ha collaborato (e collabora) con diversi editori in Italia, Francia e Stati Uniti. Tra questi: Edizioni Piemme (Il cacciatore di aquiloni), BAO Publishing, Editoriale Aurea (Alice Dark), ReNoir Comics (Don Camillo, Giorgio Perlasca e Le Miciofiabe: Moira Cicoria, Vlad e l’erba stregatta), Glénat/Drugstore, Aspen, Zenescope, Image Comics  e BOOM! Studios. Dal 2015 lavora stabilmente nel team DC Comics su diversi progetti, tra cui Wonder Woman, e come autrice fissa per la serie Bombshells.

Ciao, Mirka, grazie per averci dedicato un po’ di tempo. Puoi raccontarci com’è stata la tua esperienza con Wonder Woman e in generale il tuo lavoro col team DC Comics?
Devo dire che mi trovo benissimo a lavorare in DC Comics: sono quasi due anni che lavoro stabilmente con il team DC, e posso dire che è l’esperienza editoriale migliore che abbia mai avuto. Dall’inizio, sono fissa sulla serie Bombshells (insieme ad altri artisti), e con varie altre esperienze. Wonder Woman, fra tutte le serie su cui ho lavorato, è tra quelle che mi hanno emozionata di più: ovviamente sono stata felicissima, essendo lei un personaggio molto amato, e visto il periodo “storico” importante (il mio primo numero sulla testata è uscito pochi giorni prima dell’uscita del film nelle sale). Per Wonder Woman, è stato tutto molto “veloce” (e piacevole): mentre tornavo da una fiera negli Stati Uniti (l’Emerald City Comicon di Seattle), stavo aspettando il volo di collegamento a Francoforte, e ho ricevuto l’email dell’editor che mi chiedeva se volevo lavorare a un numero con Greg Rucka. Ovviamente ho detto subito di sì. Lavorare con Greg (e con tutto il team) è stato fantastico, e anche loro si sono trovati bene: mi hanno quindi chiesto di occuparmi dei primi due numeri del “post-Rucka”, insieme alla nuova sceneggiatrice, Shea Fontana.

Shea Fontana ha dichiarato in un’intervista del mese scorso che era incredibilmente felice di saperti autrice dei primi due numeri della sua serie perché adora “la vitalità e la carica che porti nei personaggi”. Com’è il tuo rapporto con lei?
Prima di questo lavoro conoscevo Shea soltanto di nome, è una sceneggiatrice molto brava e apprezzata, anche se ammetto che avevo letto veramente poco di ciò che aveva prodotto. Sono davvero contenta di lavorare con lei, e devo ammettere che si è instaurato un ottimo rapporto: siamo sempre sulla stessa lunghezza d’onda. Mi trovo benissimo!

Cosa pensi dell’attuale versione di Wonder Woman? C’è qualche particolare cambiamento che vuoi apportare?
Non apporterò alcun cambiamento: mi sto occupando di alcuni numeri alla fine di un ciclo. I veri cambiamenti (annunciati pochi giorni fa) ci saranno a fine settembre, con un nuovo team artistico (di cui fa parte anche la bravissima Emanuela Lupacchino, che stimo infinitamente). Cosa ne penso? Be’, mi sto divertendo un sacco a disegnarla. Mi piace!

Hai avuto occasione di vedere il film di Wonder Woman? Che ne pensi?
Posso dire che mi è piaciuto parecchio, soprattutto la prima metà. Lei è perfetta, bella e atletica!

Non è facile approcciarsi a personaggi con tanta storia editoriale alle spalle, passati per la matita di tanti artisti. Quale credi sia la tua impronta personale data al personaggio?
Non so che impronta possa dare al personaggio, cerco di dare il meglio, rispettando quelle che sono le aspettative dell’editore. È chiaro che ogni disegnatore interpreta i personaggi “a modo suo”, ma credo che il rispetto per ciò che c’è stato prima sia fondamentale, soprattutto se parliamo di un’icona come Wonder Woman. E devo ammettere che la pressione si sente…

Preferisci dedicarti alle scene introspettive o a quelle di azione dura e pura?
Sinceramente, sono per la via di mezzo. Penso che le scene d’azione siano belle e divertenti da disegnare, ma devono essere bilanciare da quelle più introspettive. E parlo in base ai miei gusti di lettrice, ancor prima che di disegnatrice.

Per WW lavori solo alle matite o anche alle chine? Hai contratti con l’eventuale chinatore e il colorista? Come lavorate insieme?
Lavoro su matite e chine. Ho pochi contatti con colorista, il bravissimo Rómulo Fajardo JR., anche se l’editore mi fa sempre revisionare l’albo a colori prima che vada in stampa. E devo ammettere che ho sempre pochissimo da dire… Romulo è bravissimo, quindi spesso e volentieri non ho richieste di ritocchi. Sono molto fortunata, ed essendo io una ex-colorista non è facile lavorare con me!

Lo stile di sceneggiatura è “all’americana”? Voi disegnatori dovete costruire inquadrature e divisione in vignette?
No, è una sceneggiatura classica: ricevo un testo suddiviso già in pagine, vignette, e con i dialoghi che sono già presenti (anche se spesso non sono definitivi). Partendo da quella, inizio a costruire una griglia (devo ammettere che il mio modo di costruire le gabbie è influenzato da vari generi, non è strettamente “comics”).

Risultati immagini per bombshells mirka andolfoOltre a “Bombshells”, hai lavorato anche su Justice League, com’è stato disegnare dei supereroi maschili? Che tipo di approccio applichi quando devi lavorare su un nuovo personaggio, da dove cominci a studiarlo?
Per JLA ho lavorato su un one shot speciale dedicato a Killer Frost, quindi anche in questo caso era molto “al femminile”, anche se c’erano più personaggi maschili rispetto a Bombshells. Essendo questi personaggi già esistenti, mi baso sullo studio originale che mi viene fornito dall’editore. Lavorando su Bombshells, a volte mi è capitato di dover studiare personaggi secondari di cui non c’era la versione “Bombshells”, e in quei casi cerco di reinterpretare il design originale, e di mescolarlo con gli elementi caratteristici della serie. Ma su Bombshells è facile, perché è visivamente molto particolare. In generale, cerco di dare al personaggio “qualcosa” di mio, soprattutto nello sguardo, cercando anche di far trasparire la sua personalità. Gli occhi sono lo specchio dell’anima, dopotutto!

Risultati immagini per sacro/profano

In Italia hai lavorato già con i grandi nomi, da Panini Comics a Sergio Bonelli Editore, e sei l’autrice di due serie a fumetti in cui hai lavorato su testi, colori e disegni e che hanno avuto un incredibile successo. Che differenze pensi ci siano tra la realtà editoriale fumettistica italiana e quella oltreoceano?
Sono due mondi diversi. Il lavoro “su commissione” che svolgo in America è una cosa, le mie storie, che porto avanti in Italia, sono un’altra. Amo lavorare per un editore su personaggi già esistenti, ma sento anche il bisogno di scrivere e disegnare mie storie.

Hai qualche altro progetto futuro di cui vorresti parlare ai nostri lettori?
Ho qualche altro progetto futuro. Vorrei parlarne. Ma ancora non posso! Diciamo che per il momento sono concentrata sui tomi 2 e 3 di Contronatura e su Sacro/Profano, ma un occhio verso nuovi progetti c’è, e almeno un paio di discorsi molto interessanti sono avviati (spererei di poterne parlare già entro fine anno, ma potrebbe volerci molto più tempo…). Posso solo dire che non si tratta di progetti che nascerebbero per il mercato italiano.

Intervista rilasciata via mail a luglio 2017

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