Marco Rizzo, mister ComicUs

Marco Rizzo, mister ComicUs

ComicUs e' uno dei siti sul fumetto piu' importanti e noti in Italia: dedicato al fumetto "made in USA", con molti collaboratori, si distingue per aver coinvolto, soprattutto grazie ad un frequentatissimo forum, appassionati e addetti ai lavori in egual misura. Marco Rizzo ne e' il fondatore: andiamo a parlare...

Super Marco Rizzo, logo di ComicUsChi è Marco Rizzo? Cosa fai nella vita quando non leggi fumetti o non parli di fumetti?
È raro che non parli o scriva di fumetti…le poche volte che non mi dedico al mio passatempo preferito lo faccio per lavoro, per il resto, realizzo siti web e grafica part-time e studio giornalismo all’università di Palermo. Ho collaborato in passato con alcuni giornali locali, tra cui anche La Sicilia e Il Giornale di Sicilia. Altra mia passione è il cinema. Adoro i gangster movies e la fantascienza, Kubrick e Burton, Spielberg e Salvatores, ma sopratutto Tarantino. Per il resto, mi dedico un po’ alla politica (e non approfondisco!) e per la musica, mi limito ad ascoltarla conscio del fatto di non saper suonare nemmeno un fischietto.

Come è nata la passione per il fumetto, e soprattutto come è nata la voglia di parlarne?
A volte penso di essere stato destinato ai fumetti, in particolare aisupereroi… così affascinanti, così eroici, così super. Preferivo i vecchi cartoons di Supereroi ai cartoni giapponesi, da bambino. Leggevo moltissimo sin da piccolissimo, avendo imparato presto, e oltre i Salgari e Verne leggevo tanti fumetti… anche tanta roba che a guardarla adesso mi fa venire il voltastomaco, tipo certe serie sul Corrierino dell’ultimo periodo. Da bambino ricordo qualche numero delle ristampe “Giganti” della Corno, poi dopo la classica fase Topolino sono tornato ai comics Marvel e piano piano ai DC, Vertigo, Image e negli ultimi anni pochi manga e qualche europeo. Vivevo ancora a Trapani, città non certo aperta come molte altre e non certo ricca di lettori di fumetti. È sorta subito quindi la necessità di creare un gruppetto di amici con cui discuterne e nel corso degli anni abbiamo maturato l’idea di produrre una fanzine, scelta logica vista la mia passione per la scrittura. Cominciamo tutti da lì, no? Poi Internet mi ha fatto conoscere tanti appassionati da tutta Italia e poi da tutto il mondo, e ho applicato la stessa idea su scala globale!

Fumetto rigorosamente Made in Usa. Perché questa scelta? Non la hai mai avvertita come limitante?
Perché innanzitutto è la mia grande passione. E poi perché mi ero accorto di come nella Rete italiana scarseggiassero i siti sui comics mentre quelli sui manga strabordavano. Invece di aspettare che qualcuno aprisse il sito che desideravo, mi sono rimboccato le maniche e ci ho pensato da solo. Sinceramente, non pensavo sarei arrivato a questo punto. Essere un sito settoriale è uno svantaggio ma anche il punto di forza di CUS. Chi cerca informazioni sul fumetto USA sa dove andare senza perdersi in pagine e pagine che non lo interessano. È vero che oggi più di ieri il fumettomane è onnivoro, ma i siti sono davvero tanti e molti sono bellissimi. Abbiamo provato in passato a parlare un po’ di altri fumetti, persino di musica e telefilm, ma non è stato un esperimento riuscito perché (giustamente) se il lettore ha bisogno di quelle determinate informazioni le va a cercare su un sito specializzato, oppure su un grosso portale. Ed essendo ancora una passione, non posso permettermi di investire su CUS le forze necessarie per un portale.

Gli inizi di ComicUs (www.comicus.it): chi eravate, quali difficoltà avete avuto?
All’inizio eravamo io e Carlo. Io mi occupavo di grafica, impaginazione,news mentre Carlo mi dava una mano con le recensioni e gestiva già da allora Movie Comics, oggi una delle rubriche più amate e seguite della rete. Erano veramente gli albori, non avevo neppure il dominio .it, stavamo sotto libero, in uno spazio gratuito, con tutto quello che ne consegue. I problemi più grossi erano solitamente tecnici, visto anche che ho dovuto imparare praticamente da solo a creare e gestire un sito web. Era parecchio scoraggiante notare i numeri del contatore visite… quando la cosa cominciava a diventare più seria e ci stava sempre più a cuore, era triste notare che in pochi si accorgevano di quello che stavamo facendo e sopratutto della passione che ci stavamo mettendo. i veri problemi sono giunti quando siamo diventati più grossi e importanti, dal rapporto con gli editori alla gestione dei collaboratori ecc…

Hai mai pensato di mollare? C’é qualcosa che ti ha fatto venire dubbi sul continuare o meno?
I primi tempi sono stati duri, e per un periodo, seppur breve, ho anche staccato la spina mantenendo un paio di mesi il sito in gestazione. Poi è arrivato il forum Panini e dalla pubblicità fatta lì in poi è stato un crescendo. Non ho più avuto dubbi sul futuro del sito, o se li avevo, erano dovuti al timore di non poter continuare a lavorarci su a causa di problemi personali o impegni vari, ma avrei comunque trovato un modo per tenerlo in vita, come ho fatto. È vero, a volte mi rendo conto che potrebbe andare meglio, vedo che mi ha tolto tanto tempo e dato pure alcuni problemucci, noto che è persino una spesa di cui praticamente non vedo rimborsi, ma poi mi ricordo di come ci sia gente che conti su di noi e sul servizio che offriamo. Più che come semplici lettori, come veri e propri amici appassionati. E sono queste e-mail con scritto semplicemente “Siete grandi.”, come quella giunta l’altroieri, a ricordarmi che questo grande gioco è anche ricco di soddisfazioni e vale la pena continuare, per il mio ego ma sopratutto per loro : ). Non continuare sarebbe un po’ vanificare quanto fatto finora e sopratutto sarebbe come ammettere di aver perso la passione che ci ha fatto iniziare e proseguire.

Come si è evoluto nel tempo ComicUs?
Come ti dicevo, è andato sempre ingrandendosi, per poi condensarsi solo apparentemente, negli ultimi 7 mesi, con la e-zine in PDF. Questo grazie ad un sempre crescente numero di redattori e ad uno spostarsi più sul lato critico/d’approfondimento, grazie anche alla preziosa presenza di collaboratori d’eccezione come Giuseppe Guidi, Alessandro di Nocera e Marco Milone. Un anno e mezzo fa si è affiancata la sezione e-comics, con il sottomarchio AlienPress, per il quale stiamo progettando un grosso rilancio nei prossimi mesi, rimandato più volte per semplici motivi di tempo. Oltre a questo rilancio, ci sarà un drastico cambiamento nel sito come annunciato pochi giorni fa in home page. Un ritorno alla versione sito web, dettata da questioni di tempo e organizzazione, molto più dinamico e interattivo, e quindi meno impegnativo per il sottoscritto.

Allora puoi anticiparci le idee ed i progetti per questa nuova rinascita del sito? Struttura, rubriche, impostazione, grafica…
Sarà un sito essenziale, per quanto riguarda grafica e impostazione. Federico “Zio Logan” Mutuale se ne sta già occupando. Avrà l’aspetto di un portale e sarà altamente interattivo, permettendo agli utenti registrati (essenzialmente i collaboratori fissi e non) di inserire direttamente i loro pezzi, senza passare dal webmaster, quindi accorciando i tempi. Riesumeremo come si deve la sezione download, riapriremo la sezione preview, con le pagine dei comics in uscita in USA, porteremo tutte le rubriche apparse nella e-zine in PDF, e ne debutteranno di nuove, alcune tradotte ma sulle quali non posso dire ancora nulla. Oltre alle solite recensioni e ad un maggiore legame tra il sito e il forum, daremo grande visibilità agli speciali, come le interviste, le anteprime esclusive, gli approfondimenti e presto anche una sezione con sketchbook inediti. Cercheremo di coordinarci in modo tale da inserire aggiornamenti a giorni alterni, e per fare ciò siamo in cerca di collaboratori (l’email dove inviare le vostre recensioni di prova è redazione@comicus.it). Contiamo di lanciare il nuovo sito entro maggio o giugno e più o meno nello stesso periodo dovrebbe essere pronto il rilancio della Alien.

Un anno fa la decisione di cambiare drasticamente: non più sito “classico” ma molto più snello, e soprattutto la web-zine in pdf scaricabile. Perché questa scelta?
Pensavo che mi prendesse meno tempo, e c’era la necessità di un rilancio in grande stile, con qualcosa di nuovo per il pubblico italiano. Inoltre avrebbe segnato uno slancio definitivo verso un approccio più critico o d’approfondimento e sarebbe servito da esempio più concreto per gli editori a cui abbiamo fatto riferimento riguardo la pubblicazione cartacea.

Ci sono novità che ci puoi raccontare per quanto riguarda la nascita della ComicUs cartacea?
Riguardo questo, ti posso dire che abbiamo concluso con un (quasi) nulla di fatto. Le proposte ricevute non erano abbastanza convincenti, e molti degli editori a cui abbiamo fatto riferimento, legittimamente e giustamente, non se la sono sentita di intraprendere una simile avventura in un mercato come il nostro, ancora traballante. Magari potremo ripresentare la proposta in un secondo tempo, o addirittura uscire privatamente, ma ora come ora ci limiteremo a produrre sulla carta stampata solo alcuni progetti paralleli sporadici ma ben strutturati. Riguardo a questi, ti terro’ informato mano a mano che ci saranno notizie più concrete. Per certi versi ho peccato di ingenuità e sto conscenziosamente tornando sui miei passi, imparando dalle esperienze.

Ashley Wood per ComicUs #3Credi per questo tipo di proposte che non ci sia spazio in Italia, visto anche il naufragare del Comics Journal? Pensi che in futuro ci sarà?
Certo che c’é. Il pubblico italiano è un pubblico intelligente, fatto di gente spesso ormai grandicella che più che ansiosa di sapere se è più forte Hulk o la Cosa o qual è la sequenza di disegnatori su New X-men per i prossimi 6 numeri, è più curiosa di sapere qual è il vero ruolo di Bob Kane nella creazione di Batman, il parere di Joe Quesada sul caso Miracleman o come Adam Hughes colora una copertina. Articoli meritevoli che il più delle volte sul web vengono letti un rigo si un rigo no per la loro lunghezza e profondità, in controsenso con la natura stessa del Web. Il problema è trovare editori che a) Se la sentano di investire sul progetto senza pensare di fare enormi somme b) Se la sentano di pubblicare qualcosa che potrebbe renderli facili prede di accuse di conflitto di interesse c) Ignorino i precedenti che sono casi “atipici”, a parer mio. In sostanza ci vuole un editore indipendente e coraggioso, che sia abbastanza illuminato da sfruttare un revival (che considero in corso) del fumetto e che capisca che ESISTE un pubblico che apprezza gli approfondimenti piuttosto che le news internettiane e che preferisce leggerli su carta in tram invece che davanti lo schermo, nonché che comprenda che certe iniziative più di altre andrebbero appoggiate anche a costo di alcuni piccoli sacrifici, proprio per la loro natura di “catalizzatori”. Per non parlare del fatto che non tutti gli editori sembrano concepire l’opportunità di sfruttare una rivista indipendente per inserirvi la propria pubblicità, come avviene in USA, ad esempio… se così fosse praticamente si autofinanzierebbe! Io non demordo, lo spazio c’é, basta avere un’idea intelligente e portarla avanti. Scuola di Fumetto l’ha dimostrato a tutti quelli che prevedevano non andasse oltre i 5 numeri.

Il Forum di ComicUs è ancora oggi la risorsa maggiore del sito, ed ha rapidamente conquistato semplici lettori e addetti ai lavori. Quanto è importante un tale mezzo di riscontro tra lettori e editori, o autori, secondo te?
Fondamentale. Sono molto soddisfatto di come il forum abbia preso piede e sia diventato un grande punto di scambio,incontro…e scontro! È sotto gli occhi di tutti come sia diventato importante per i fans e per gli editori, basta vedere come gli appuntamenti periodici con le risposte di Pasquale Ruggiero o Dario Gulli siano seguitissimi e citatissimi in giro per il web, e non solo. Per certi versi ha sostituito la cara vecchia pagina della posta, dando la possibilità di un rapporto diretto, fatto di botta e risposta, con gli editori, gli autori e i redattori. È bello anche vedere come i forumisti, con i loro pregi e i loro difetti, siano diventati una “forza” da tenere in considerazione: le loro argomentazioni, i loro suggerimenti, sono sempre più tenuti in considerazione, e questa è un’opportunità che solo un mezzo potente come Internet poteva dare. Purtroppo è sempre difficile gestire una comunità così grande, e possono succedere spiacevoli inconvenienti appena ci si distrae un attimo. Pero’ è un servizio che complessivamente funziona, che mancava e che andava fatto.

Capitolo Alien Press: dal fumetto parlato al fumetto scritto, potremmo dire! Come è nata questa idea?
È una evoluzione naturale, se non un modo per compensare, ComicUS. Ho sempre dato molto spazio alle iniziative nuove e ai nuovi autori, e sono fiducioso che Internet possa essere un buon mezzo per esporsi. La possibilità di mostrare i propri lavori sulle pagine di un sito conosciuto come ComicUS è certamente una buona occasione per tutti i semiprofessionisti in giro. Ma l’idea è nata anche per fornire un servizio ulteriormente potenziato dalla presenza, al fianco degli esordienti o semi esordienti, di autori affermati come Mark Pacella o Shawn McManus e altri a venire, per i quali abbiamo l’esclusiva su alcuni ottimi fumetti.

Credi che nel web ci sia una fetta importante del futuro dei fumetti, così come oramai lo è per la parte critica?
Assolutamente si. Si parla di visibilità enorme a costi zero. L’unico problema è che non si è ancora trovato un buon metodo, secondo me, di proporre gli e-comics. Sarebbe ideale un sistema che ricordi il classico fumetto di carta, sfruttando le grandi potenzialità del web ma senza esagerare (altrimenti diventa un cartone animato) e non perdendo in leggibilità e navigabilità. Purtroppo siamo ancora lontani da un sistema così completo e funzionante e sopratutto leggero, quindi a disposizione del maggior numero di utenti possibile. Se ne sono accorti tutti ormai, Marvel, Dark Horse, anche alcuni Italiani, gli E-comics sono un enorme mezzo di promozione e pubblicità, anche se sono certo non sostituiranno mai il caro vecchio fumetto di carta. Semplicemente, scorreranno al suo fianco.

Nella maggior parte degli appassionati si nasconde la voglia di creare qualcosa di proprio, ed infatti non hai mancato, e non mancherai, di presentare opere nate dalla tua matita. Tutto farebbe pensare ad influenze inevitabilmente supereroistiche: è così?
Si, ma non solo. Non nascondo che la Alien è anche un mezzo per il sottoscritto e gli amici conosciuti in questi anni di peregrinazioni internettiane per far conoscere anche i nostri fumetti. Quello su cui punto maggiormente è 12, una storia di 150 pagine divisa in 12 capitoli, appunto supereroistica. Come ti dicevo il fumetto americano ha segnato la mia vita ed era inevitabile non venire fuori con qualcosa del genere. Confido molto nel progetto: è stato in gestazione per due anni, ho avuto pareri incoraggianti anche da professionisti come Ade Capone, e i disegnatori coinvolti sono davvero eccezionali. Uno di questi è Mauro Mura, che avrete visto su alcune copertine per ComicUS, un altro è il mio conterraneo Salvo Cuffari, semiesordiente con uno stile adattissimo alla storia, ed altri ancora collaboreranno con questo grande affresco che altro non è che un nostro personalissimo tributo ai grandi autori che hanno cambiato il nostro modo di vedere il fumetto di supereroi: Moore, Morrison, Veitch, nonché l’esternazione di tutti i ragionamenti che ho fatto in questi anni tentando di psicoanalizzare quei pazzi in costume. Dopo questa serie, penso che passero’, tempo permettendo, a qualcosa di più classico, un qualche tipico supereroe adolescente. Ma la strada è ancora lunga, c’é solo il primo capitolo di 12 pronto e non ho intenzione di pubblicarlo fino a quando non raccogliero’ abbastanza materiale. Nel frattempo continuo a lavorare su Byron, personaggio effettivamente un po’ banale ma che ho visto è piaciuto moltissimo, e che con le giuste ambientazioni può rendere benissimo. In questo caso mi sono discostato dai soliti supereroi per realizzare un incrocio tra Hellboy, Dylan Dog e Indiana Jones. Sono al lavoro su una lunga storia che verrà illustrata da Luca Di Simone (autore della cover di CUS #7), adattissimo visto lo stile Mignoliano, ambientata durante la seconda guerra mondiale. Luca è un appassionato di storia come me e sono certo che potrebbe venirne fuori qualcosa di grazioso che non escludo possa venire proposto a qualche editore “cartaceo”.

Cosa si prova a vedere le proprie idee disegnate da altri e trasposte in una storia finita?
Finora non ho mai avuto delusioni, e questa è una cosa strana, visto che nasco come disegnatore. Sono molto dettagliato nelle sceneggiature, specie per quanto riguarda l’impostazione delle vignette che molti sottovalutano. Rarissimamente fornisco schizzi di come interpreterei certe posizioni o inquadrature. Ma mi sono trovato bene con tutti i disegnatori. Tutti, senza esclusione alcuna, sono riusciti a rendere perfettamente le mie idee, alcuni anche ad aggiungere quel qualcosa in più che migliora tutto. C’é sempre qualcosa ogni tanto da abbozzare insieme, ma è molto bello vedere quando la sinergia creata è tanta e tale da avere dei risultati così buoni. Con Loriano Giacchi, su Byron 0 e con gli schizzi preparatori di 12, è stata una favola. A questo punto, o loro sono veramente bravi, o io sono veramente troppo facile da capire…

Quali fumetti ti piace maggiormente leggere in questo periodo?
Tutto quello che è Millar, Morrison, Moore. Ultimates, New X-Men e la ABC sono davvero strepitose. Quando mi sento un po’ giù, Capitan Marvel e Ratman sono la cura migliore. Anche Fables sembra molto piacevole. Mi sto gettando sempre più sulle sponde Vertigo, e sono un po’ deluso dalle ultimissime della DC, ma confido in certi progetti come Trinity di Matt Wagner. Mi sta un po’ deludendo Miller, negli ultimi tempi, tanto per fare vedere che non esistono geni intoccabili. Sto riscoprendo i Peanuts, e per gli italiani apprezzo Magico Vento e alcuni autori “ggiovani” come Casali, Camuncoli, Mammuccari, Bilotta, Di Giandomenico, Recchioni… sono in trepidante attesa per questo “John Doe”.

Quando non leggi fumetti, invece, quali sono le tue letture?
Leggo un po’ di tutto, dalle riviste seriose come Newsweek o l’Espresso, ai libri di comici come Guzzanti; dai romanzi (adoro Ellroy, Camilleri e Bradbury) ai testi filosofici, dalle interviste ai testi di comunicazione. Il vero problema è trovare il tempo…

Ringraziamo Marco della disponibilità, ricordiamo a tutti il suo sito personale www.marcorizzo.cjb.net, e diamo appuntamento a lui ed a tutti tra le pagine dei nostri supereroi preferiti!

Intervista concessa nei mesi di marzo/aprile 2003

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