La Mandiguerre #3 – Il Rovescio della Medaglia

La Mandiguerre #3 – Il Rovescio della Medaglia

Jean David Morvan, Stefano Tamiazzo, Christophe Araldi Edizioni BD, 2005 - 46 pagg. cart. col. - 14,00euro

La copertina del terzo volume de La Mandiguerre.Alla fine del secondo volume, Un caso di forza maggiore, Tillois si era arruolato nell’esercito; abbandonava, in segreto, Espoir de Byancoor, per il dolore del tradimento di Cousance, messasi al seguito di Dosnon, novello eroe della guerra contro i Mandis, come corrispondente di guerra.
I due sono, rispettivamente, protagonista e regista di una serie di filmati di propaganda, che narrano le gesta guerresche di Dosnon: confezionano sequenze di attacchi all’arma bianca, durante i quali Dosnon è mostrato uccidere e far prigionieri squadre intere di nemici. A Tillois, invece, tocca la guerra di trincea, fra fango e cadaveri in decomposizione o congelati (umani o mandis, senza distinzione); corse nella terra di nessuno; cimici che succhiano il sangue; estrazioni a sorte per missioni esplorative, in preparazione dell’ennesimo attacco o bombardamento. Quando Cousance e Dosnon scopriranno la sorte di Tillois, convinceranno Baffo, trasformatosi da piccolo boss del contrabbando, in loro impresario, a fare in modo di poter raggiungere il fronte dove sta combattendo il loro amico; che, intanto, ha scoperto qualcosa di inquietante ed apparentemente insensato, nello scenario della guerra in corso. Le vicende dei tre ragazzi, qui raccontate in parallelo, si avviano verso un nuovo incontro, che, verosimilmente, farà da scenario allo scioglimento della storia, nel quarto ed ultimo volume della serie.

Il terzo volume della saga di Morvan e Tamiazzo, questa volta affiancati da Araldi alla colorazione, ci precipita nel cuore della guerra, fatto di morte, sofferenza, umiliazione e menzogna.
Particolarmente efficace è la resa della vita al fronte: la scelta di narrarne l’orrore quotidiano con tavole mute (una sola parlante, e solo per metà, nella lunga scena fra le pagine 21 e 29) ci regala una sequenza cadenzata con sobria maestria: nessun effettaccio, ma semplicemente uno sguardo che coglie gli istanti di rivelazione. Allo stesso modo, le tavole finali, che raccontano la missione esplorativa cui partecipa Tillois, conducono la lettura con ritmo inesorabile.
Le scene dal fronte ci offrono piccole raffinatezze, come la tavola dove il ritmo della vita normale è lo sfondo, virato seppia al pranzo della squadra di Tillois; oppure, più oltre, lo scambio di sguardi fra Tillois ed il commilitone Nauroy. Ma la cifra stilistica è sicuramente il rifiuto dell’enfasi, la scelta di porsi come sguardo neutrale verso uno scenario, la guerra, quasi indicibile. Addirittura, la tavola che presenta l’arrivo di Tillois sul pianeta di destinazione è chiusa da una vignetta dallo stile incontestabilmente comico.separatorearticoloL'arrivo al fronte.
La sottotrama che riguarda Cousance e Dosnon ha meno spazio di quella dedicata a Tillois. Anche qui troviamo tavole efficaci: quella che mostra il dialogo fra Cousance (il cui caschetto ed uniforme ci rimandano alla Rei Ayanami di Evangelion) ed il nonno di Tillois, che le comunica la fuga al fronte del nipote; e quelle che illustrano la ripresa del filmato di propaganda con l’ennesima azione eroica di Dosnon. Qui, le vignette su sfondo bianco, tecnicamente necessario per consentire elaborazioni successive, evidenziano che ciò a cui stanno partecipando Cousance e Dosnon è una falsificazione: Dosnon e Cousance stanno producendo qualcosa che è staccato dal contesto, ovvero dallo sfondo, reale (la guerra), che non deve essere mostrato; così, i movimenti di Dosnon, in assenza dei mandis, che verranno aggiunti in fase di montaggio, appaiono nella loro assoluta insensatezza. Questa mancanza di senso, questo distacco dalla realtà, verranno percepiti da Cousance e Dosnon, allorché verranno a sapere che Tillois è al fronte.
Purtroppo, a questo punto emerge quello che appare un difetto di sceneggiatura: prima, Cousance e Dosnon non fanno fatica a convincere Baffo a dirigere la troupe al fronte; poi, i tre sembrano non aver avuto alcun problema ad ottenere l’autorizzazione a raggiungerlo. Ora, che cosa è successo fra i tre, per giustificare i rapporti che queste pagine ci mostrano? Cousance e Dosnon sembrano disporre senza problemi di Baffo; non ci sembra sufficiente l’affermazione di Dosnon, secondo la quale Baffo deve a loro la sua fortuna e non viceversa. Non è coerente con il Baffo spietato che avevamo conosciuto nei precedenti volumi. D’altra parte, sappiamo che, sul pianeta dove combatte Tillois, è in corso un’operazione segreta: come riescono i Nostri ad ottenere l’autorizzazione di recarvicisi? E, ancor prima: come possono conoscere l’esistenza di un’operazione segreta in corso? Siamo di fronte a spunti che verranno sviluppati nell’ultimo capitolo della saga, o a scorciatoie narrative, che sacrificano la consistenza del racconto?

In conclusione, Il Rovescio della Medaglia mette in mostra un Tamiazzo in veste di vero e proprio regista, che sostiene con bravura la narrazione di Morvan (né mostra difficoltà con le tavole dense di vignette imposte dalla sceneggiatura); la trama si dipana con ottimo ritmo (pur con i difetti summenzionati) e ci lascia decisamente incuriositi sul suo scioglimento, visto che, ad un volume dal termine, tutti i nodi restano irrisolti.
Nota dolente resta ancora la colorazione: nonostante alcuni begli effetti di sovrapposizione, anche Araldi, come i suoi predecessori, finisce per appiattire la resa delle tavole di Tamiazzo.

Riferimenti:
Intervista a Tamiazzo per l’uscita del terzo volume
Edizioni BD – www.edizionibd.it
Edizioni Delcourt – www.editions-delcourt.fr

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