Con il giusto tempismo, in concomitanza con il debutto della serie TV, Panini Comics ripropone in volume i primi nove episodi di X-Men Legacy, già pubblicati recentemente su I Nuovissimi X-Men. Come di consueto, il volume è ottimo per veste grafica e stampa e farà la gioia di molti collezionisti. Ma questo è un aspetto non sostanziale, sfortunatamente.
David Haller, il protagonista, è un personaggio peculiare dell’universo Marvel e del Pantheon mutante in particolare. Figlio niente meno che del Professor X, è un mutante di livello Omega (in pratica, uno dei più potenti), possiede molteplici superpoteri nonché personalità dissociate, ognuna delle quali legata a un diverso superpotere.
Creato dall’allora (1985) deux ex machina mutante Chris Claremont, il personaggio, come molti altri, ha subito diverse evoluzioni e variazioni: è morto e risorto, ha accidentalmente ucciso suo padre causando la famosa Era di Apocalisse, diventando man mano sempre più importante nelle vicende mutanti. Ha anche tentato per un certo periodo di proseguire l’opera di integrazione tra umani e mutanti promossa e sostenuta da Xavier.
Infatti la serie a lui dedicata porta il titolo di X-Men: Legacy (vol. 1, 2008-2012) ed è incentrata prevalentemente sul sogno di Xavier e la sua eredità intellettuale.
La serie è ripartita col medesimo titolo con Haller protagonista durante l’iniziativa Marvel Now nel 2012.
Un character su cui la Marvel di recente ha dedicato molte risorse creative, compreso l’adattamento televisivo, fortemente improntato a una maggior raffinatezza rispetto ai pur divertenti kolossal cinematografici.
Come già evidenziato in precedenti articoli questa collana ha luci e ombre. Volendo sintetizzare all’estremo, ha il merito di cercare di proporre uno stile narrativo originale, sia nel testo sia nei disegni, ma la medesima ricerca di originalità genera dei problemi di identità (curioso, visto il tema della serie). Al di là della facile battuta, i difetti letterari e grafici di Legione consistono nell’indecisione dei toni assegnati alla narrazione, quasi si volessero mantenere dei modi espressivi facilmente accessibili da un pubblico molto giovane pur trattando la questione dei superpoteri e dell’identità di chi li possiede in modo adulto. Simon Spurrier non riesce quasi mai a conciliare le due istanze, producendo una scrittura sin troppo elaborata ma mai completamente ficcante.
Analogo discorso si può fare per i disegni: Tan Eng Huat e Jorge Molina, stilisticamente affini per molti versi, abbinano a uno storytelling efficace un segno quasi povero, che non è chiaro se denoti mancanze tecniche piuttosto che scelte intenzionali. Perciò anche il comparto visivo risulta indefinito, mai davvero compiuto. Discorso a parte per le belle copertine, con varie composizioni e stili cromatici tutti altrettanto efficaci, realizzate da più autori (le “regular” sono opera di Mike del Mundo), considerando anche le ormai immancabili variant, presentate in appendice al volume.
Legione è comunque un fumetto di buona fattura ma non semplicissima lettura, che perde qualità proprio laddove cerca di eccellere: la ricerca del nuovo a tutti i costi porta a risultati non completamente confacenti a quelle che sono le intenzioni abbastanza palesi dagli autori, risultando in un’opera non certo disprezzabile ma neanche completamente riuscita.
Abbiamo parlato di:
X-Men – Legione 1: Prodigo
Simon Spurrier, Tan Eng Huat, Jorge Molina
Traduzione di Fabio Gamberini
Panini Comics, 2017
200 pagine, cartonato, colori – 18,00 €
ISBN: 9788891224668
Riferimenti: