La saga di Grimr: abitare ed essere abitati

La saga di Grimr: abitare ed essere abitati

Tunué porta in Italia la graphic novel di Jérémie Moreau vincitrice del Fauve d'Or ad Angoulème, in cui natura, ricerca di un'identità, ingiustizia e sogni di un futuro migliore si mescolano creando una miscela esplosiva.

La saga di Grimr, volume pubblicato da Tunué, è l’ultimo fumetto portato in Italia dell’autore Jérémie Moreau, vincitore dell’importantissimo Fauve d’Or ad Angoulème nel 2018.

La storia racconta di Grimr, orfano a causa di un’eruzione vulcanica, ed è ambientata in un’Islanda medievale soggiogata dai Danesi in cui ciò che conta di più è il lignaggio. Fin da bambino dimostra subito la sua immensa forza e, crescendo sotto un tutore anticonvenzionale, Vigmar il Ladro, cerca di diventare tale e quale agli eroi delle saghe islandesi, sperimentando l’amore, l’ingiustizia e il confronto con il potere.

La saga di Grimr è una graphic novel stratificata, i cui i temi si intersecano l’uno con l’altro formando una matassa che si colloca sotto l’apparentemente semplice struttura generale.

Il primo e forse più importante è sicuramente la stretta connessione tra Grimr e l’Islanda. Grimr in sostanza è l’Islanda: spigoloso, solitario, indomabile, selvaggio. Abita quel luogo e nello stesso tempo ne è abitato e sono continui i rimandi a quel suo mistico legame con l’isola, che a livello più generale indicano lo stretto rapporto che l’uomo ha con l’ambiente, visivamente evidenziato dai campi lughi e dalle panoramiche che l’autore impiega, nei quali le figure umane sono assenti o minuscole rispetto a una natura soverchiante.

Un’altra tematica che emerge è quella della ricerca della propria identità e di un proprio posto nel mondo. Grimr, ritrovatosi senza famiglia, senza una casa e senza alcun possedimento fin dall’inizio della sua vita, è condannato a vivere da sbandato, escluso dalla vita sociale e ogni possibilità di raggiungere un qualche tipo di felicità gli è preclusa: questa è la conferma della tragicità intrinseca nel personaggio.

Tutto ciò si collega al desiderio del protagonista di lasciare un segno nel mondo, di essere ricordato, come gli eroi mitologici delle grandi saghe islandesi. Ma su di lui è come se aleggiasse perennemente un senso di fallimento, anche a causa di fattori esterni, come le ingiustizie perpetrate dai dominatori danesi o le cattiverie della maggior parte della popolazione, che lo considera al pari di una bestia: non a caso infatti il suo valore è riconosciuto solo da altri elementi isolati come Vigmar o il vecchio viandante che ha perso tutto ciò che aveva.

I disegni mostrano l’enorme talento di Moreau e il suo tratto sottile, ondulato e morbidissimo è bilanciato nella realizzazione dei corpi e la colorazione, ad acquerelli, si integra perfettamente con esso.
I colori infatti hanno il pregio di rinforzare quel sentimento di fusione panica dell’uomo con la natura, ma soprattutto di consolidare l’analogia tra Grimr e l’Islanda, creando un collegamento nel quale il sangue è paragonato alla lava vulcanica e le urla hanno il potere di far scoppiare i geyser.

Interessante notare, poi, come la narrazione influenza la costruzione della tavola: per esempio il tremore della terra a causa di un terremoto frammenta la tavola in vignette di diversa forma e dimensione, oppure la claustrofobia e la tensione sono espresse attraverso una serie di vignette verticali.

La saga di Grimr è un fumetto che impegna il lettore a sciogliere i nodi concettuali che si nascondono al di là della bellezza dei paesaggi dell’Islanda e oltre la durezza del protagonista, mettendo a nudo una gamma di sentimenti puri e cristallini.

Abbiamo parlato di:
La saga di Grimr
Jérémie Moreau
Tunué, settembre 2018
Traduzione di Stefano Andrea Cresti
232 pagine, colori, cartonato – 27,00€
ISBN: 9788867903030

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