Uno dei traguardi più significativi raggiunti dal fumetto negli ultimi anni è stata la possibilità di evolversi da forma narrativa a un vero e proprio strumento di comunicazione capace di veicolare notizie, affrontare temi complessi e raccontare storie vere. Un passaggio fondamentale, che ha permesso a questo grande mezzo artistico – potenzialmente capace di raggiungere con facilità ogni tipo di pubblico – di abbracciare oltre al racconto “fantastico” anche la saggistica, ampliando il suo potenziale espressivo. Grazie alla sua capacità unica di combinare testi diretti, brevi, concisi e incisivi con immagini altrettanto potenti — a volte persino più eloquenti delle parole — il fumetto è diventato un mezzo estremamente efficace per trasmettere messaggi con immediatezza e profondità, nel quale la fusione di linguaggio verbale e visivo offre una notevole forza comunicativa, capace di coinvolgere, informare e far riflettere il pubblico su un’ampia gamma di argomenti. Ce lo insegnano giorno dopo giorno editori e riviste indipendenti come La Revue, che da anni offre informazioni, inchieste e reportage a fumetti; e ora viene a ribadircelo Roberto Grossi col suo nuovo lavoro dedicato al cambiamento climatico causato dall’uomo, La grande rimozione.
Interessante il percorso artistico dell’autore. Dopo una graphic novel cruda e selvaggia che esplorava temi inquietanti e surreali legati alle periferie italiane degradate (Il grande prato) e una seconda che descriveva il movimento dei rave illegali degli anni ’90 (Cassadritta — che riappare brevemente, con una sola vignetta, anche in questo nuovo lavoro), Grossi – fumettista, architetto, illustratore – ha dedicato tre anni di ricerca a un fumetto completamente diverso, che abbandona quasi del tutto la narrativa tradizionale per diventare un saggio che è anche un atto d’accusa lucido, freddo, dettagliato e incisivo contro il capitalismo e gli effetti devastanti dell’economia globale sull’ecosistema terrestre, ormai sull’orlo di un tracollo irreversibile a causa di deforestazioni, trasmissione di nuovi virus dati da contatti tra animali che prima vivevano in ecosistemi diversi, riscaldamento globale, guerre, inondazioni e mille altri motivi interconnessi tra loro.
Con precisione e chiarezza Grossi si sofferma sui cambiamenti che il mondo sta subendo e i cui effetti a volte vediamo, a volte non riusciamo a vedere, e molto spesso ci rifiutiamo di farlo; e non offre soluzioni a buon mercato, miracoli o false speranze. Invece presenta dati, proiezioni, esempi concreti che cercano di riportare alla luce un immenso sommerso nella nostra cultura, un problema enorme che per diversi motivi – tutti ben eviscerati nel libro – l’umanità non riesce a percepire, ad accettare o a vedere nella sua interezza. Come se la crisi climatica fosse un elefante e noi individui una formica, talmente piccoli da non riuscire a immaginare quale colosso stia marciando verso di noi minacciando di pestarci.
A giudicare dal ricco apparato bibliografico che segue il fumetto, Grossi ha lavorato con rigore per mettere insieme nel migliore dei modi uno specchio nitido dei tempi che stiamo vivendo; un’opera che non solo denuncia ma educa e informa il lettore su un tema di notevole complessità, riuscendo però a tradurre concetti economici e ambientali in immagini e testi accessibili a tutti. Aiutato dalla sua esperienza di illustratore, Grossi dimostra infatti di saper attirare l’attenzione, creare atmosfere inquietanti e una rappresentazione fredda e tagliente della realtà capace di scuotere il lettore, coinvolgerlo, creare un impatto emotivo attraverso vignette iconiche, immagini potenti e un linguaggio che non lascia spazio a fraintendimenti.
Che si tratti di didascalie brevi e incisive o dialoghi rigorosi, del particolare di un viso coperto da una mascherina per l’ossigeno o di una mano abbandonata su un terreno desolato, oppure della panoramica di un ghiacciaio consumato dal calore, le pagine colpiscono sempre nel segno creando un’atmosfera di inquietante immobilità. Tutto è fermo in questo fumetto, tutto è silenzioso e apparentemente statico. Eppure tale staticità implica molto spesso che qualcosa di irreparabile è già successo, o sta succedendo ora, o sta per succedere intorno a noi, sotto i nostri occhi, mentre noi – abbagliati come il personaggio che apre la storia – siamo troppo occupati a osservare e desiderare le luci multicolori della metropoli per accorgerci che lo squalo che ci insegue si sta facendo sempre più vicino.
Interessanti anche alcune tracce narrative inserite nel testo, come la finta intervista all’esperto di ambiente da parte di un giornalista che continua a fraintendere, a cercare di minimizzare, a non capire, a parlare di quegli argomenti estremamente seri come se si trattasse dell’ennesimo gossip su qualche diva del cinema; ma anche la scelta di inserire qualche leggero spunto autobiografico come il ritorno impossibile al ghiacciaio che Grossi visitava in gioventù coi genitori e ora ritrova quasi scomparso, ridotto anno dopo anno di ben 700 metri. Del resto, se la fine del mondo è un problema di tutti, se le estinzioni di massa, le frane, le inondazioni, toccano ognuno di noi, è “giusto” che tocchino anche l’autore. Il tocco personale dunque è gradito e azzeccato per un’opera simile, e non risulta affatto pretestuoso.
La grande rimozione è un piacevole saggio a fumetti che ha dalla sua una narrazione puntuale e precisa e immagini e colori (sobri, spesso freddi, cupi, smorti) che colpiscono duro, e che soprattutto rappresenta una valida sintesi tra arte e denuncia sociale. Roberto Grossi utilizza il linguaggio visivo per scuotere le coscienze, trasformando il fumetto in uno strumento di riflessione collettiva. Ogni vignetta non è solo un’immagine, ma una domanda diretta al lettore: quale prezzo stiamo pagando per il modello economico globale?
Abbiamo parlato di:
La grande rimozione
Roberto Grossi
Coconino Press, 2024
208 pagine, brossurato, colori – 20,00 €
ISBN: 9788876187209