
La storia immagina un futuro prossimo in cui una scienziata trova un modo per estrarre il cuore pulsante di una persona, mantenendo quest’ultima in vita ma privandola di tutte le emozioni, che nel contesto della storia vengono intimamente legate al cuore. Il risultato dà vita a una società asettica ed efficiente in cui coloro privi di emozioni primeggiano nella vita di tutti i giorni in quanto non più “distratti” da tutto ciò che li circonda. In questo contesto si inserisce June, adolescente con la passione per il disegno che rifiuta l’espianto del cuore per non perdere la sua passione per l’arte, che vive una vera e propria forma di emarginazione, causata dal suo restare indietro rispetto agli standard sociali ormai votati esclusivamente al profitto senza possibilità di coltivare interessi e passioni personali. A lei si unirà Max, ragazzo che ha subito l’espianto ma che continua a provare ancora delle emozioni e che vuole scoprire insieme a June se sia possibile la procedura inversa, il ri-trapianto di un cuore.
È questo il tema principale del volume: la contrapposizione che si ha tra cuore e cervello, rappresentati il primo come contenitore di tutte le emozioni, e il secondo come eliminatore di emozioni, attraverso l’operazione scientifica che ha creato il contesto distopico di alienazione emotiva.
La storia tratteggiata da Wilson fa un sapiente utilizzo di colori e rappresentazione dei volti per indicare il distacco che permea la società e la volontà di June di non omologarsi e cercare la sua strada. Il suo volto risulta infatti ben tratteggiato ed espressivo, veicolando perfettamente le emozioni che la attraversano, contrapponendosi a tutti gli altri che invece risultano inespressivi e graficamente piatti, resi semplicemente con due punti per gli occhi e una linea per la bocca. Anche il colore supporta la narrazione, grazie a un azzurro utilizzato per i ricordi pre-espianto, contrapposto a un arancione che connota esclusivamente il presente di June, facendola muovere come un faro di luce all’interno di un mondo che, privo di emozioni, risulta ormai essere incupito da un bianco e nero perenne.
Anche i momenti più emotivi, complice la semplificazione dei personaggi, risultano privi di qualsivoglia carica e non arrivano al lettore come dovrebbero, con figure che passano dall’anonimato alla totale apertura in una manciata di pagine per poi tornare nell’oblio subito dopo.
La storia presenta ottimi spunti e idee che avrebbero potuto essere affrontati in modo più articolato e sfaccettato. Ne risulta un’opera avvincente solo a metà, poiché superata la prima fase che contestualizza l’universo narrativo, la storia segue dei binari facilmente prevedibili, con pochi colpi di scena incapaci di cogliere il lettore di sorpresa.
A una trama un po’ claudicante si accompagnano invece delle tavole interessanti dove lo stile di Wilson si esprime nel suo pieno potenziale. I giochi di luci e ombre, l’espressività dei volti e l’alternarsi del bianco e nero a scene a colori rendono infatti l’esperienza di lettura varia e sfaccettata, con griglie dinamiche che guidano la narrazione e che portano il lettore a spasso nel distopico mondo immaginato. A brillare, letteralmente, è il sapiente utilizzo dei colori: sono proprio questi che guidano la lettura anche dal punto di vista emotivo, con momenti nostalgici illuminati dai colori freddi, a momenti di passione con dei colori caldi accesi e abbaglianti. A tutto ciò si aggiunge però una resa visiva del mondo che rispecchia la struttura narrativa: la volontà di dar vita a un mondo semplice e accessibile fa sì che anche graficamente si rinunci a tavole eccessivamente dettagliate in virtù di una maggior fruibilità, creando pagine visivamente interessanti e piacevoli che non saranno mai cariche di troppi elementi, presentando un mondo definito ma non particolarmente dettagliato, salvo sparuti casi.
Ciò che resta è un fumetto nella media, una discreta prima prova con un’ottima premessa e una buona intuizione non sfruttate a pieno: l’opera soffre di una estrema semplificazione che rende accessibile la storia a lettori giovanissimi, ma che non riesce a restituire un’esperienza di spessore a un lettore leggermente più navigato, che si ritrova davanti personaggi abbozzati, poco accattivanti e superficiali al punto da rendere difficile sia affezionarsi che simpatizzare per quest’ultimi.
Un vero peccato che il fulcro su cui ruota la storia, le emozioni e la vita senza queste ultime, non riesca a trasmetterne altrettante, nonostante la generosa foliazione usata dall’autrice.
Abbiamo parlato di:
La debolezza del cuore
Kerilynn Wilson
Traduzione di Alessandro Q. Ferrari
Rizzoli, settembre 2023
304 pagine, brossurato, colori – 17,00 €
ISBN: 9788817181976

