August Brugel è il migliore killer del mondo, la perfetta macchina per uccidere. Quando scopre di avere un male incurabile che lo porterà alla morte, decide che è giunto il momento di cedere il proprio primato. Per fare questo ingaggia cinque tra i più letali assassini a pagamento della piazza. Lo spunto di Killer Elite, opera nata dalla volontà di un gruppo di appassionati autori toscani, tutti più o meno esordienti (nonché nostri colleghi, curatori del sito Elite/Fumetti di carta), e poi allargatasi ad altri giovani fumettisti, è un classico del genere, ma intrigante e flessibile a molte variazioni sul tema. Purtroppo per uno sviluppo maggiore della trama si è costretti ad attendere un seguito già in programma (assieme a un numero zero in progetto per la mostra del fumetto di Lucca, a novembre 2005), in quanto nelle poche pagine a disposizione assistiamo alla presentazione dei cinque candidati all’omicidio di Brugel, cinque racconti affidati ad autori diversi, e tenuti assieme da quello iniziale che fa da cornice.
Questa struttura ha, da una parte, il pregio di offrire un ventaglio di stili e storie ben distinti e indipendenti, dall’altra rischia di lasciare un senso di incompiuto, perché tutto l’albo è da intendersi come nient’altro che una lunga introduzione.
Il livello globale dell’albo è incoraggiante, e dimostra una base di professionalità e attenzione superiore a molte autoproduzioni o prodotti editoriali “minori” che si possono vedere in giro, a cominciare dalla sporca copertina di Francesco Ciampi, pur evidenziando più di un difetto e collocandosi per questo al loro stesso livello. Questa premessa è fondamentale per comprendere meglio il giudizio: siamo di fronte a un prodotto “amatoriale”, con alcuni buoni spunti, altri meno, con qualche difetto d’inesperienza, ma senza errori grossolani, con una confezione dignitosa e la volontà di seguire una linea, un progetto.
Nel dettaglio, la parte più debole è rappresentata dal racconto di Brugel (testi di Alessio Landi, disegni di Francesco Rossi), che presenta uno ad uno tutti gli altri personaggi, sia per la sua stessa natura di introduzione, che lascia poco spazio a dialoghi maggiormente convincenti, sia per i disegni non molto convincenti. La parte dedicata al supersoldato Leviatank (testi e disegni di Alessio Landi, chine di Fabiano Fedi), parte più come esercizio grafico che come storia compiuta, ma nonostante questo si rivela una lettura che non dispiace, con un uso interessante del computer, sebbene tutta l’azione si svolga in un nulla indefinito (e fin qui, trattandosi di un deserto, ci possiamo stare) in cui i personaggi sembrano sospesi; un segno di una tecnica ancora da affinare. Ted Lavater (testi Alessio D’Uva, disegni Valerio Pastore) propone le matite più alternative dell’albo, che pero’ non sono sembrano capaci di descrivere a dovere l’azione e il personaggio, con prospettive abbozzate, anatomie fin troppo sporche e poco sicure, e uno storytelling poco curato; questo fa cadere in secondo piano le buone potenzialità del non originalissimo personaggio. Earl Roy (storia Lorenzo Corti, disegni Marco Tavernesi) è probabilmente il racconto più solido ed equilibrato, sia per la sceneggiatura, forse solamente troppo accelerata per le poche pagine a disposizione, che per le matite di Tavernesi, personali e generalmente sicure. Virus (testi Sergio Calvaruso, disegni Alessandro Bragalini) introduce un killer dotato di poteri particolarissimi, in una storia fin troppo didascalica ma ben disegnata e con un valido ritmo. Infine, Amy Ammo (testi Alessio Landi, disegni Nicola Saviori) è la parte più ironica dell’albo, con una trama che poggia su un po’ di humour nero e con i disegni adatti di Saviori: se vogliamo trovarne un difetto, è probabilmente quella meno in linea con le altre, e con il personaggio meno convincente nel ruolo di una dei “top” tra i killer.
Ai ragazzi di Killer Elite non rimane che augurare di andare avanti con passione con il progetto, che prevede già un prossimo numero zero. C’é spazio per crescere, per mettersi in mostra anche rispetto agli altri editori, di poter costruire un biglietto da visita che potrebbe portare alcuni di questi ragazzi a occupare un ruolo meno saltuario tra gli autori professionisti.
Complimenti infine anche per Alessandro Bottero, che ha dato spazio a questi ragazzi e alle loro idee, con un albo che si presenta bene per grafica e stampa, pur se a un prezzo che rischia di scoraggiare l’acquirente occasionale. D’altra parte, Killer Elite è stato ben sostenuto da un buon battage pubblicitario, ad opera degli stessi autori, e da un sito accattivante e ben costruito, che ha permesso di raggiungere un risultato soddisfacente per una iniziativa di questo genere, destinata comunque a un pubblico, purtroppo, piuttosto esiguo.
Riferimenti
Il sito ufficiale di Killer Elite – killerelite.altervista.org
Bottero Edizioni, il sito – www.botteroedizioni.it
Anteprima e tavole da Killer Elite