John Byrne e John Romita Jr – Iron Man, Lampi di guerra

John Byrne e John Romita Jr – Iron Man, Lampi di guerra

Il talento di John Byrne al servizio di uno dei supereroi più amati della Marvel; una delle storie più belle di Iron Man che non ha perso nulla della sua incisività, grazie alla grande prova artistica di John Romita Jr.
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Marvel Italia – Marvel Heroes book 3, 1997 (USA, Iron Man – Armon Wars II, 1990)

Ho vissuto e combattuto per tanto tempo, finché una scheggia di granata vicino al cuore mi ha costretto a mettere questa piastra pettorale, costringendomi a diventare Iron Man… Ma non credo che tutto questo mi abbia reso cosciente della mia stessa mortalità…
(Tony Stark)

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John Romita Jr alle prime armi

Non dev’essere facile essere un figlio d’arte. Dev’essere come trascinarsi dietro un gran fardello per tutta la propria carriera, un fardello da cui non riesci a liberarti o che gli altri sono sempre pronti a ricordarti.
Di esempi del genere il cinema e la musica sono pieni; nel fumetto, invece, ce ne sono molti meno. Penso a Sergio Bonelli, figlio di Gianluigi, che comunque se l’è cavata egregiamente, spesso superando anche il padre o anche a Gerardo Zaffino figlio di Jorge, uno dei più grandi e originali disegnatori di sempre.
Ma se proprio devo pensare a un disegnatore di fumetti figlio d’arte, allora posso fare un solo nome: John Romita Jr.

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Laser contro Iron Man in una delle tante belle sequenze realizzate da John Romita Jr.

Proprio lui, il figlio di John Romita Sr., ovvero l’artista che più di tutti ha rinnovato l’Uomo Ragno e che senza dubbio ancor oggi risiede nel ristretto Olimpo del comics supereroistico insieme a “Big” John Buscema, Neil Adams e naturalmente Jack “The King” Kirby.
Capirete, quindi, l’enorme peso che deve aver sentito su di sé il giovane John quando decise di seguire le stesse orme paterne. Chiunque, come lui, l’avrebbe sentito, inutile negarlo. Sulla carta il giovane Romitanon aveva solo un cognome ingombrante ma anche un nome identico a quello del noto genitore; eppure John Jr. è stato un uomo acuto, si è mosso in modo intelligente ed è stato molto bravo: è riuscito a staccarsi completamente dal modo di disegnare del padre, creando uno stile tutto suo, nuovo, fresco, dotato di una sintesi inusuale per i comics fatti d’eroi con super poteri.

Dopo l’esordio nel 1977, Romita Jr. si afferma proprio grazie all’Iron Man scritto da David Michelinie, per poi raggiungere il culmine della sua abilità prima su Amazing Spiderman, poi con il bellissimo Devil: L’uomo senza paura scritto da Frank Miller; continua poi disegnando alcuni tra i principali personaggi Marvel, fino a diventare senza alcun dubbio uno dei disegnatori simbolo degli anni ’90.

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La forza di Iron Man nell’essenziale ma energico tratto di John Romita Jr.

Riprendendo in mano un personaggio come Iron Man, il giovane artista sferra uno dei colpi migliori della sua carriera (anche se, onestamente, è difficile dire oggi quale sia, di tutti, il suo colpo migliore), in primis per l’eccellente qualità dei disegni e poi per la bellissima storia scritta da John Byrne, al tempo in gran forma per rinvigorire il Marvel Universe.
In questo bel volume intitolato Lampi di guerra, assistiamo a uno dei momenti migliori dell’intera storia editoriale di “Testa di ferro”, in cui il talento di questi due autori non conosce confini. Siamo all’inizio degli anni ’90 e Byrne ha da poco rinvigorito un personaggio come Superman, limitandone in parte i poteri e facendolo apparire molto più umano e vulnerabile.

Anche con Iron Man l’autore inglese ci presenta un supereroe più vicino all’uomo, con tutte le sue debolezze e incertezze ma che non demorde davanti alle difficoltà, che riesce a vincere i suoi nemici, anche grazie all’aiuto dei compagni più fidati. Questi nemici che, grazie ai disegni di John Romita Jr., restano impressi nella memoria del lettore; come Titanium, una sorta di gigantesco “Iron Man” sovietico, il Laser Vivente alias Arthur Parks, folle scienziato che innesta dei laser all’interno del proprio corpo, i gemelli Desmond e Phoebe Marrs, due magnati della finanza che cercano di distruggere l’eroe creato da Tony Stark e Fin Fang Foom, il dragone orientale che Byrne genialmente ripesca tra i nemici passati di Iron Man, a cui Romita Jr. dedica alcune delle tavole più belle e maestose di questa saga. Una saga che per metà è dominata dal nemico più famoso del nostro eroe, il Mandarino, di cui seguiamo in parallelo la personale vicenda di conquistatore della Cina, paese immenso che, braccato dal dominio proprio del Mandarino, si vedrà costretto a chiedere aiuto al solo eroe capace di aiutarlo.

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Una delle sequenze finali della saga.

Duecento intense pagine che si leggono avvertendone tutta la drammaticità ma che, sopra ogni cosa, si guardano con stupore, ammirando un supereroe che, per lo stile con cui è disegnato, si stacca nettamente da un genere da sempre contraddistinto per un eccessivo virtuosismo artistico.
Nei disegni di Romita Jr. assistiamo infatti a un ritorno all’essenziale, fatto di pochi ma decisivi tratti che delineano perfettamente i personaggi e privi di quell’esplosione energica tipica di un fumetto d’azione; le sequenze delle battaglie si alternano a quelle dedicate all’introspezione con un ritmo perfetto, come se da una sinfonia di Mozart si passasse a un pezzo hard rock senza rischiare distrazioni, anzi restandone sempre più avvinti.
Tutto questo accadeva più di vent’anni fa; anni indimenticabili per il fumetto americano.

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Iron Man – Lampi di guerra mette in evidenza il potere ma anche la debolezza di Tony Stark.

Curiosità

L’intera saga in originale era intitolata Armon Wars II. Il titolo del volume consigliato Lampi di Guerra fu scelto dalla Marvel Italia per l’edizione Italiana. È suddivisa in nove capitoli.
Byrne ha voluto che il nome di John Romita Jr. fosse posto prima del suo in quanto riteneva che gran parte della riuscita dell’opera fosse per merito del giovane artista.
I disegni di Romita Jr. sono inchiostrati da Bob Wiacek.

Edizione Consigliata

Un bel cartonato formato comic book; il disegno in copertina del volume è di Mark D. Bright. Introduzione di Stefano Munarini.
In volume, che mi risulti, oltre a quella consigliata, non vi sono altre edizioni. Tuttavia la saga può essere anche recuperata nei vecchi volumi Play Press.

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