Il ragazzo meraviglia (The Boy Wonder in originale) è una miniserie scritta e disegnata da Juni Ba, con i colori di Chris O’Halloran e il lettering di Aditya Bidikar. Pubblicata in cinque albi da DC Comics sotto l’etichetta Black Label fra maggio e settembre 2024 e uscita in volume a gennaio 2025 per Panini Comics nella traduzione di Michele Innocenti. Nella pagina finale di ogni albo è presentata come una “heartrending fairy tale” (“una favola straziante“), nella quale Damian si trova a “combattere al fianco dei suoi fratelli adottivi, imparando che cosa significa veramente il mantello di Robin“.
L’opera
La narrazione in Il ragazzo meraviglia ha una struttura a cornice: una ragazzina, Merle, presa come ostaggio durante una rapina finita male, racconta al proprio rapitore la storia di Damian Wayne. Figlio di Bruce Wayne e Talia al Ghul, Damian viene allevato dalla madre e dal nonno Ra’s al Ghul come successore del Principe dei Demoni. L’intervento del padre riesce a riportarlo presso di sé e a infrangere questo destino. Damian si trova a interagire con i vari sidekick di Batman – Nightwing, Red Hood, Red Robin – e, da erede designato di un Regno, si sente declassato a un’ordinaria spalla del padre, che, nonostante il legame di sangue, non sembra mostrargli preferenza alcuna.
Lungo i cinque episodi seguiamo il percorso di accettazione della propria condizione da parte di Damian e la sua integrazione nella Bat-famiglia. Alla fine, lo troviamo consapevole delle sue responsabilità, del suo ruolo e dell’affetto nei suoi confronti. In più, dà il via a un’associazione di cittadini che aiuta i più fragili nel recuperare la propria vite, attraverso l’assistenza, la ricerca di lavoro e altre azioni concrete.
Nel seguire questo percorso non siamo lasciati a noi stessi: dialoghi, soliloqui e voce narrante danno continue spiegazioni di quanto accade e descrizioni di ciò che i personaggi – il protagonista in particolare – provano e pensano. Se in alcuni casi le parole completano la scena, in altri il loro didascalismo guida lungo una lettura che non prevede ambiguità: nel percorso dell’eroe dall’ombra alla luce, ogni ostacolo è solo un momento di scoperta di qualcosa di sé o delle persone a lui vicine.
Le ombre dell’animo di Damian – ricorrenti nell’immagine del nonno e della madre che bollano come “debolezza” le sue scelte – si dissolvono gradualmente, finché, liberato dal passato, lo sguardo del protagonista si estende alla dimensione comunitaria e sociale. Con una sorta di finale illuminazione, vede che Gotham non ha solo bisogno di giustizieri ma anche di una rete di solidarietà. Marginale è invece lo spazio lasciato a Bruce Wayne e Batman: non solo la vicenda narrata si svolge durante una sua assenza dalla città, ma, anche nel ricordo, è presente come un’ombra dallo sguardo severo, con la quale non c’è mai un dialogo.
Visivamente, il racconto sfrutta costruzioni di tavola che valorizzano le scene attraverso la gestione del tempo. Così, ad esempio, le pagine iniziali del secondo albo scorrono lente seguendo il ritorno a casa di Red Hood, lasciando allo sguardo tutto il tempo di notare lo squallore dell’ambiente in cui vive (Fig. 2); mentre, nel capitolo successivo, la varietà delle composizioni esalta il dinamismo degli scontri fisici, accelerando e rallentando tramite l’uso di cambi di punti di vista o inquadrature di dettaglio.
L’interpretazione dei personaggi resta lontana dal realismo e a trasmetterne lo stato d’animo sono soprattutto gli occhi e le posizioni del corpo; attorno ad essi, uno spazio che spesso è una semplice campitura di colore, a focalizzare su di essi lo sguardo, altre volte un ambiente tratteggiato in maniera sintetica, in ogni caso avvolto nel buio.
Indubbiamente fascinose anche in bianco e nero (Fig. 2), le immagini acquistano tuttavia calore emotivo grazie ai colori. A tal proposito può essere interessante il confronto con le tavole disegnate da Ba per Truth & Justice, dove ritroviamo molti dei personaggi de Il ragazzo meraviglia, primo fra tutti Damian. Lì la colorazione di Nick FIlardi sfruttava cromie più variate, anche all’interno della singola vignetta, ma soprattutto più vivide, arrivando a tonalità fredde che contrastavano con il tono leggero dei dialoghi. Qui c’è un maggior uso tanto dei neri quanto di tonalità calde, che insieme restituiscono generalmente un’atmosfera più cupa o, si veda l’incipit del quarto albo, visualizzano – con l’uso dell’ocra – il riferimento a un passato favolistico anche rispetto al racconto principale: non per niente in quelle tavole si narra la storia dolente di una principessa, la madre di Damian (Fig. 4).
Esperienza di lettura
Il ragazzo meraviglia è una fiaba: lo dichiara l’incipit con cui Marle inizia il racconto (“C’era una volta“) e lo rimarca la messa in scena, che, lontana da qualsiasi naturalismo, porta la vicenda di Damian in una dimensione staccata dalla realtà (il quarto episodio è, in questa prospettiva, un vero gioiello). Non una cronaca, quindi, ma un racconto esemplare, costruito per trasmettere alcuni precisi messaggi: “non chiuderti in te stesso, apriti al mondo, lasciati alle spalle il passato che non consente di costruire il tuo futuro”, e così via.
La pervasività del testo, che si prende la responsabilità di chiarire ogni pensiero e intenzione, è senz’altro coerente con questa impostazione, ma, eliminando qualsiasi ombra e ambiguità dei comportamenti, elimina anche qualsiasi problematicità: non ci sono domande o dubbi e nemmeno suggestioni che suggeriscano personalità complesse. Damian si libera dei propri fantasmi e il suo animo è perfettamente ripulito e sanificato.
Percorso e messaggi riguardano d’altra parte esclusivamente Damian: tutti gli altri membri della Bat-family appaiono già sintonizzati sulle giuste sensibilità, armonici rispetto allo spirito familiare e risolti: sono gli ancoraggi che Damian può sfruttare, stabili e affidabili. Non ci sono negoziazioni, è Damian e solo Damian che deve cambiare. Vero che nel finale il figlio ammonisce il padre, dopo che Talia se n’è andata: “You shouldn’t presume to save people from their own choices” (“Non hai il diritto di salvare le persone dalle proprie scelte“), ma è il richiamo a un principio che il padre conosce bene e col quale si confronta continuamente.

L’unico personaggio che manifesta una personalità complessa è Talia: la sua vicenda è la più ricca di pathos – dilaniata dall’amore per il padre e quello per Damian e Bruce Wayne/Batman -, e rimane irrisolta. In Talia convivono passioni non riconciliate e lei è pienamente consapevole di come questa convivenza sia per lei una condanna all’infelicità.
Se Damian è, alla fine, un santino da esibire a edificazione morale, lei è la figura che incarna la complessità del reale quotidiano, la cui esistenza è un intreccio inestricabile di contrasti e tensioni. A differenza del figlio, lei non vuole rinunciare al proprio passato, perché quel passato è ancora custode della sua identità. Forse vuole essere aiutata? Bisognerebbe parlarne con lei e capire insieme a lei – e probabilmente questo percorso metterebbe in discussione qualcosa in noi. L’affermazione di Damian citata sopra ci fa sospettare che il ragazzo stia guardando le cose in bianco e nero, ma questa visione perde la ricchezza dell’animo di Talia.
Il ragazzo meraviglia ha tutte le caratteristiche del racconto natalizio edificante: raccontato con una magia visuale che cattura il lettore dalla prima tavola, lo immerge in un’atmosfera cupa – con radi ma ben posizionati momenti di distensione – nella quale assiste agli incontri che costituiscono le tappe del cammino di redenzione di Damian. Alla fine, lascia il sapore dolce di una storia che conferma valori buoni, senza mettere in dubbio niente a cui possiamo essere legati.
Per una storia simile, magari ci sarà un’altra occasione.
Abbiamo parlato di:
Il ragazzo meraviglia
Juni Ba, Chris O’Halloran, Aditya Bidikar
Traduzione di Michele Innocenti
Panini Comics, 2025
184 pagine, cartonato, colori – 24,00 €
ISBN: 9791221909142