Molti secoli fa, il mondo degli uomini è cambiato per sempre, da quando è stato costruito il Cuore, centro pulsante di grande sviluppo tecnologico, e ha mandato i suoi Emissari, androidi umanoidi, a diffondere conoscenza e progresso. Gli uomini hanno accettato di buon grado questa prosperità offerta in dono, finché il Cuore ha iniziato a dare segni di misterioso cedimento. Dopo alcuni episodi catastrofici culminati nel famoso massacro di Zenga, la gratitudine si è trasformata in aperta ostilità, sfociando in una guerra che vede contrapposti, da un lato, i pacifici Emissari – i robot e gli umani alleati del cuore, dall’altro, i ribelli guidati dal misterioso Bermellòn. Al centro si trova Alma, o meglio A1m4, il più giovane degli Emissari, accusato dell’efferato sterminio. Ma se la storia non stesse così? Per capire cosa stia succedendo al Cuore e per dimostrare a un suo vecchio amico la propria innocenza, Alma intraprende un viaggio nel cuore dei suoi simili e dell’uomo stesso, accompagnato dal conforto di una ragazzina maltrattata dal proprio padre.
Con Cuore, Simone Pace si allontana dalle storie ambientate in un medioevo più o meno fantastico (Anguisomachia, Fiaba di Cenere e Sorbo Rosso) per calarsi in una distopia apocalittica che contrappone umanità e tecnologia, progresso e paura di esso, violenza e convivenza pacifica. La storia di Pace affonda così a piena mani nei classici topoi del genere fantascientifico, guardando a Asimov e Dick, ma soprattutto a Katsuhiro Otomo e al suo Akira, riferimento che permea sia l’aspetto narrativo che quello grafico: la rappresentazione della tecnologia e molte sequenze di azione omaggiano e rielaborano al contempo lo stile preciso e dinamico di Otomo, creando però qualcosa di nuovo, che attinge in alcuni casi anche al body horror nipponico, in particolare a Tetsuo: The Iron Man di Shin’ya Tsukamoto. La storia procede seguendo le tipiche tappe del giallo (si deve scoprire il mistero del malfunzionamento del Cuore), del viaggio dell’eroe e del viaggio di formazione di Alma, che nel cammino apprende anche che cosa voglia dire essere umano.
Se Alma è il protagonista ben caratterizzato e approfondito – un androide che mette il bene degli uomini davanti al suo ma che pian piano capisce quanto la realtà viva di compromessi e di toni di grigio, anche gli altri personaggi che gli orbitano intorno hanno una loro tridimensionalità. Se si esclude Bermellon, forse quello meno approfondito e le cui motivazioni sono meno chiare, altri hanno un ruolo importante nel procedere della storia, in particolare Nuvia, la prima degli Emissari, personaggio enigmatico e affascinante che ricorda le donne di Leiji Matsumoto, ed Estrella, bambina vivace e piena di energia, che ha vissuto una vita di abusi ma che porta in sé una speranza per un futuro migliore.
Il tema dei bambini portatori di una speranza per il futuro grazie al loro sguardo sul mondo, così diverso e più chiaro di quello degli adulti, è un tema caro a Pace, già proposto in chiave avventurosa in Fiaba di Cenere, e qui saldato invece a una riflessione a tratti molto pratica, a tratti filosofica, sul rapporto tra uomo e tecnologia, una tematica che l’autore tratta con equilibrio, magari con semplicità, ma senza facili qualunquismi.
Oltre a dimostrare la capacità narrativa di Pace, Cuore testimonia un’ulteriore evoluzione stilistica, che passa per un maggiore dinamismo ottenuto grazie a una costruzione più variegata della tavola, all’uso di prospettive e inquadrature inusuali e momenti in cui la velocità e l’azione sembrano deformare i corpi. A questo si aggiunge la bravura nel rappresentare le emozioni dei personaggi e nel farli recitare: se gli androidi Nuvia e Alma hanno espressioni monotone e fisse, Estrella e gli altri esseri umani (il soldato Argo, l’amico umano di Alma che vive a Zenga e Bermellòn stesso) offrono a Pace la possibilità di rappresentare stati d’animo forti, quali rabbia, tristezza e stupore, spesso esagerati secondo un gusto che guarda al manga. Infine una nota sul colore, che l’autore usa con consapevolezza narrativa crescente: se in Fiaba di cenere il rosso delle fiamme e della guerra dominava il paesaggio, in Cuore sono il blu e colori più scuri (viola e azzurro) a farla da padrone, creando un mondo apparentemente freddo e spento, ma anche fluido e modificabile come un corso d’acqua se solo lo si vuole, per condurlo verso un mondo più colorato e luminoso. In questo, più che nelle rivelazioni fatte nella storia e nelle parole degli Emissari, sembra risiedere il messaggio del fumetto.
Pur riprendendo in maniera molto diretta molti stilemi della fantascienza e sacrificando alcune caratterizzazioni sull’altare del ritmo della storia, Cuore è una storia ben costruita e ben raccontata, che, partendo da una ambientazione apocalittica e brutaleoffre nel finale un senso di speranza per il futuro. Un marchio di fabbrica per le opere di Simone Pace, che, passo dopo passo, sta costruendo una voce sempre più riconoscibile nel fumetto italiano.
Abbiamo parlato di:
Cuore
Simone Pace
Edizioni BD, 2024
296 pagine, cartonato, a colori – 26,00 €
ISBN: 9788834925546
