Ice Cream Man: cono o coppetta d’orrore?

Ice Cream Man: cono o coppetta d’orrore?

Panini Comics pubblica il primo volume di The Ice Cream Man, serie antologica sui generis a tema weird e horror, firmata da Prince e Morazzo.

Ice Cream Man_coverCome giustamente mette in evidenza Aurelio Pasini, curatore per Panini Comics di The Ice Cream Man vol. 1 – Zuccherini arcobaleno, il formato antologico, con l’elemento comune tra le storie dato dalla figura del narratore, è sempre andato a braccetto con i generi horror, fantascientifico e weird. Questo connubio travalica i media e nel tempo si è incarnato in prodotti televisivi come Twilight Zone o Alfred Hitchcock presenta o in fumetti come Creepy (in cui narratore era il famigerato zio Tibia) della statunitense Warren.

Lo sceneggiatore W. Maxwell Prince e il disegnatore Martìn Morazzo partono proprio da questa idea per dare vita alla loro serie pubblicata in USA da Image Comics, testata assolutamente originale nell’attuale panorama fumettistico americano.
Presentare ai lettori ogni mese una storia diversa, con protagonisti che cambiano, è una scommessa rispetto all’odierna configurazione del gusto medio degli appassionati di fumetto in USA. Prince e Morazzo scelgono comunque di percorrere questa via e ambientano i racconti in una piccola cittadina della provincia statunitense, che diventa quindi cornice e sfondo delle vicende e legano la narrazione alla presenza di Rick, uomo dei gelati che gira per le strade con il suo tipico furgoncino, la cui natura e la cui incidenza in quanto raccontato si percepiscono da subito essere qualcosa che travalica il piano umano, avvicinandosi invece a qualcosa di ultraterreno e non certo benigno.

Il volume italiano raccoglie le prime quattro storie della serie – che in patria sta per raggiungere la venticinquesima uscita -, racconti che si muovono sul labile confine tra horror e weird e che, soprattutto, non usano i cliché di genere in maniera pedissequa o fine a se stessa, bensì per problematizzare l’oggetto delle varie narrazioni con spunti e riflessioni sociali e legate alla realtà contemporanea.
Dalla dipendenza alla genitorialità, dai disturbi infantili allo scontro tra aspettative e desideri giovanili con la realtà della vita adulta, Maxwell Prince imposta una serie di trame mai banali, ogni volta reinventando le meccaniche narrative del racconto – ponendosi dunque una sfida anche come sceneggiatore – per dar vita a storie una diversa dall’altra, nel ritmo, nella struttura e nella costruzione. È questa una costante dell’intera serie, che lo sceneggiatore è andato sviluppando in modi sempre più complessi, originali e accattivanti, come si potrà vedere nei prossimi volumi.

In questo primo tomo, a esempio di quanto appena evidenziato, può essere presa la terza storia, La buona vaniglia di una volta. Scrivendo un racconto che si sviluppa sul doppio binario della nostalgia e dell’amarezza dei sogni giovanili infranti, Maxwell Prince dà vita a una parte centrale del racconto caratterizzata da una narrazione lisergica ed onirica, che omaggia alcuni miti della musica pop in guisa di supereroi, a cui contrappone un inizio e una conclusione radicati invece nel realismo.

Ice Cream Man_01

Se lo sceneggiatore si pone su un piano di sfida con se stesso pensando ogni volta a una impostazione narrativa diversa, tale sfida ricade automaticamente anche sulle spalle del disegnatore che, privato della maggior parte dei riferimenti che creano una comfort zone nella produzione seriale (stessi personaggi, ambientazioni, temi ricorrenti, etc.), si trova in ogni numero a dover prendere nuovamente le misure con la sceneggiatura da mettere su tavola e va detto che, ogni volta, se la cava egregiamente in modo efficace.
Lo stile di Martìn Morazzo nasce – su conferma dell’autore stesso – da uno studio e una ammirazione per artisti come Frank Quitely e Steve Dillon, da cui mutua la linea chiara e la pulizia di un tratto fine, nonché un certo amore per il grottesco nelle espressioni dei personaggi. Anche la costruzione delle tavole è chiara e precisa, geometrica in certa rigorosità di montaggio delle vignette, ma varia e mai ripetitiva, con scelte d’inquadratura non banali e con lo storytelling che in maniera efficace asseconda l’andamento dello scritto di Maxwell Prince. D’altro canto, questi e Morazzo avevano già lavorato assieme su The Electric Sublime della IDW e l’affiatamento che avevano raggiunto li ha portati proprio alla creazione di Ice Cream Man.

Ice Cream Man_03I colori di Chris O’Halloran sono un fattore essenziale alla riuscita e all’impatto visivo delle tavole. Usando una tavolozza con uno spettro cromatico ad ampio raggio, che predilige l’uso di tinte piatte e la sovrapposizione di toni per la resa di volumi, luci e ombre, il colorista sfrutta al meglio i grandi spazi di campitura lasciati da Morazzo e rende tangibile il mood narrativo attraverso una cromia variegata, che muta al variare dei sentimenti e degli stati d’animo messi in campo dai personaggi.

Zuccherini arcobaleno è solo il primo assaggio di una serie che negli Stati Uniti sta mietendo successi di critica e di pubblico (prova ne sia che a Ice Cream Man è dedicato il #37 di Panel x Panel, la rivista britannica di critica fumettistica al momento più quotata in ambito anglofono) e che continua a cambiare numero dopo numero, sperimentando nel modo di raccontare come nella materia raccontata. In effetti, le storie contenute in questo primo volume possono definirsi quasi un rodaggio per gli autori che, a partire dal quinto numero, imprimono un’accelerazione alla testata iniziando un percorso improntato alla sperimentazione narrativa e, di conseguenza, grafica.
Per coloro che poi non sono attratti dalle serie antologiche, perché prive di un fulcro narrativo e di una serialità marcata, già l’ultima storia di questo primo volume fa capire che il gelataio Rick non è solo il cicerone diabolico dei lettori e la probabile causa delle pene dei personaggi, ma il suo percorso narrativo potrebbe rivelarsi una sorta di filo rosso che lega assieme tutte le diverse vicende. A tal proposito, un elemento da evidenziare è il ruolo del lettering che ricopre una chiave di lettura significativa e va detto che Gianluca Pini adatta molto bene in italiano il lavoro fatto da Good Old Neon nell’originale.
Insomma, se questo primo assaggio vi ha fatto venir voglia di gelato, basta mettersi in fila davanti al camioncino dei gelati e aspettare il proprio turno: ci saranno orrori per tutti.

Abbiamo parlato di:
The Ice Cream Man vol #1 – Zuccherini arcobaleno
W. Maxwell Prince, Martìn Morazzo, Chris O’Halloran
Traduzione di Vania Vitali
Panini Comics, 2021
128 pagine, cartonato, colori – 16,00 €
ISBN: 978-88-912-84457

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