Una nuova strategia della Sergio Bonelli Editore comincia a prendere piede. Ancora prima dell’annunciato lancio del nuovo sito web, costatiamo un’apertura a nuove tecniche di marketing, mai sondate prima. Dragonero, la serie fantasy di Enoch-Vietti in uscita a giugno, viene introdotta dalla ristampa in una sontuosa versione per iPad del del primo Romanzo a Fumetti di SBE, da cui essa si sviluppa.
Con una tecnica di spin off simile, Gigi Simeoni, dopo aver immaginato e disegnato un mondo letterario nel secondo dei romanzi a fumetti (Gli occhi e il buio), ci rigetta nella Milano di inizio secolo con l’ultimo numero de Le Storie, “Amore nero”.
A parte l’ideale “prequel” di questa storia, di Simeoni ci è rimasta incastrata nel cervello la sua bellissima Stria, uscita sempre per i Romanzi a fumetti Bonelli. In quel caso, una storia apparentemente tentacolare, finiva in un imbuto narrativamente perfetto nella sua teleologicità.
In quest’ultima prova la tessitura di Simeoni regge le 109 pagine, nonostante la tanta carne al fuoco, un imponente cross-over di generi e un finale un po’ brusco: la storia abbonda infatti di registri letterari, che mescolano il Pamphlet femminile d’epoca, il procedural e l’horror, il tutto racchiuso nell’intrigante cornice storica, ma tesse uno sviluppo che precipita in un finale bruscamente concluso che lascia un po’ interdetti.
Il linguaggio e la prosa sono moderni, stesi su dialoghi e tavole senza pretese di filologicità pedante, ma eleganti nel far percepire l’aria rétro della Milano inizio XX secolo: Simeoni è dotato di un tratto nitido che sembra trovare la sua dimensione ideale nel Bianco e Nero Bonelliano.
Se il soggetto è ambizioso, la sceneggiatura è coraggiosa: mescola alcuni tòpoi letterari (tipo l’innamorato subnormale e vendicativo, o l’amore tra il superpoliziotto e la bella menomata sensibile) con aspetti soprannaturali, questi ultimi non particolarmente originali ma graficamente resi magistralmente.
Da un punto di vista di introspezione dei personaggi, non bisogna dimenticare che ci si trova di fronte ad una pubblicazione Bonelli; tutto un po’ “orizzontale”: la tendenza a non entrare troppo in profondità, la descrizione di stati d’animo complessi demandata a formule un po’ “buone per tutte le stagioni”, e un certo paternalismo di fondo. È il marchio di fabbrica di via Buonarroti, con cui finiscono per confrontarsi tutti i fumettari della scuderia, con alterne fortune.
C’è da dire che proprio in questa stessa collana abbiamo visto i più riusciti espedienti per aggirarla con eleganza, con le prove di Recchioni/Accardi e Ruju/Ambrosini.
Intendiamoci, in Amore Nero gli spunti non mancano: dalle simbologie floreali alla rappresentazione medianica dell’Aldilà, non si può certo imputare alla storia la carenza di picchi. Il meccanismo narrativo, insomma, ha quella sghemba funzionalità di un film balcanico: il gusto dell’affastellamento di registri, la compressione di tanti elementi in uno spazio stretto.
Il tutto concorre a formare quel caleidoscopio di avvenimenti che trovano il proprio compimento proprio nella loro rutilante sequenzialità.
In ultima analisi, Amore Nero è un fumetto che abbiamo apprezzato, e conferma la qualità dell’intera collana del Le Storie di Bonelli.
Abbiamo parlato di:
Le Storie #8 – “Amore nero”
Gigi Simeoni
Sergio Bonelli Editore, maggio 2013
144 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,50€
Riferimenti:
Gigi Simeoni risponde alle critiche su “Amore nero”
Il book-trailer di “Amore nero”