Questa puntata di First Issue Presents è particolare. Perchè il primo numero della serie Magnificent Ms. Marvel, scritta da Saladin Ahmed e disegnata da Minkyu Jung, ci permette di parlare brevemente della gestione precedente e della grande eredità lasciata da G. Willow Wilson, autrice che ha avuto il merito di creare il miglior personaggio del primo decennio degli anni 2000 di casa Marvel insieme a Miles Morales: stiamo parlando della “magnifica” Kamal Khan!
Uno sguardo al passato…
La storia la conoscete ormai tutti, credo: Kamala Khan è la nuova Ms. Marvel, creata a cavallo tra 2013 e 2014 da G. Willow Wilson, Adrien Alphona e i due editor Stephen Wacker e, soprattutto, da Sana Amanat, che con Kamala condivide più di un aspetto. Un personaggio che fin da subito incontra un successo tutto sommato insperato ma che, analizzato a posteriori, offre spunti interessanti sui meccanismi che ha messo in movimento.
Perché gli elementi per impaurire il granitico “fandom” statunitense e nel contempo per attrarre nuovi lettori sono tutti lì: la nuova eroina (inumana) viene dal Jersey, ma è di origini pakistane e di religione musulmana; è brava a scuola e pure un po’ nerd, è simpatica, generosa e intelligente, ma è anche una adolescente come tante altre, sicuramente lontana dalla rappresentazione “ipersessualizzata” delle lolite con superpoteri.
Tradizione e innovazione si muovono di pari passo sin dagli esordi: l’ambientazione scolastica e periferica sono in tutto e per tutto quelle del primo Peter Parker, anche i superproblemi non mancano e riflettono la realtà attuale. Al posto di zia May ci sono Ammi e Abu, i genitori divisi tra tradizione e integrazione, al posto di Gwen Stacy o Mary Jane ci sono Bruno, un piccolo genio italo-americano, e Red Dagger, un supereroe venuto da Karachi (Pakistan); al posto di Harry c’è Nakia, l’amica inseparabile, musulmana praticante e attivista civile. Il tutto mescolato ad avventure ricche di azione, di movimento e di momenti eroici, senza dimenticare quelli leggeri e divertenti che si addicono a un fumetto di supereroi adolescenti per altri adolescenti (ma non solo).
Il grande equilibrio raggiunto da G. Willow Wilson nasce dalla visione chiara che la scrittrice ha della protagonista e del mondo che la circonda, ed è in questa chiarezza che risiede il successo del personaggio. Da una parte abbiamo la narrazione verosimile, attenta e realisticamente “esagerata” dell’adolescenza e della vita di una liceale simile a tante altre, in cui i poteri si manifestano solo per dare maggiore intensità e drammaticità alle scelte di vita che una persona si trova ad affrontare nel suo percorso di maturazione e crescita.
I piccoli errori e le piccole indecisioni, gli amori e le delusioni di Kamala ci fanno sospirare, divertire, stare male; ci fanno pensare, forse ci fanno sorridere perché ci siamo già passati, ma riescono sempre a farci passare dall’altra parte della pagina, a immedesimarci e a credere in quello che leggiamo.
Al tempo stesso, Wilson crea un affresco culturale denso e complesso, che rifugge spesso i facili cliché e che cerca di mettere in mostra una società sfaccettata, fatta da individui sfaccettati. La comunità diventa protagonista tanto quanto Kamala, e si creano così piccoli spazi di approfondimento e di riflessione. Solo per citare alcuni momenti della seconda serie (nata dopo Secret Wars e ufficialmente definita Vol. 4), vediamo Kamala viaggiare a Karachi per conoscere le sue radici e parlare di cultura e religione (Vol. 4 #12), la vediamo struggersi per un bacio e una situazione sentimentale complicata con l’imam della sua moschea (Vol. 4 # 29-30), abbiamo il coming-out di Zoe nei confronti di Nakia durante lo scontro tra Ms. Marvel e un virus informatico che spiattella su internet contenuti personali (Vol. 4 #14-17). Si parla di diritto al voto, di privacy, di integrazione e comunicazione tra persone con idee diverse (Vol 4. #19-22); si parla di famiglia e di affetti, si parla di amore e di responsabilità, di comunità e di una idea del presente (e del futuro).
Tutto questo è stato reso tangibile da un folto gruppo di grandi disegnatori che sono riusciti a dare un contributo personale, ma al tempo stesso a mantenere un livello artistico molto buono e costante. Tra loro, la parte più importante l’ha ricoperta il dettagliato e precisissimo Adrien Alphona, forse il migliore nel narrare queste storie insieme a Wilson, il più attento a caratterizzare Kamala e il suo mondo, seguito dal delicato ed elegante Takeshi Miyazawa, sempre bravo a curare i particolari di volti e ambienti, e da Nico Leon, costante come nessun altro, capace nel mescolare divertimento e azione grazie ad un tratto semplice, a tratti minimale, ma efficace sia nei momenti più intimi che in quelli più esplosivi.
Con lodi così sperticate sembrerebbe tutto oro quello che luccica, ma ovviamente non è così. Nel corso di più di cinquanta numeri la serie ha avuto dei momenti di flessione, alcune storie si sono focalizzate troppo sul messaggio morale, perdendo lo slancio dell’avventura e impantanandosi in un messaggio forzatamente semplificato o troppo didascalico. Altri episodi hanno avuto una risoluzione eccessivamente rapida e alcuni cambiamenti sono avvenuti in maniera repentina. Forse la mancanza più grave sono stati i villian, spesso relegati a macchiette, figure in secondo piano o non carismatici abbastanza per rappresentare una vera minaccia e dar vero filo da torcere alla protagonista.
Nonostante queste mancanze e una flessione fisiologica, considerando una gestione tutto sommato lunga (considerato l’attuale mercato statunitense), Ms. Marvel resta una serie da ricordare, da leggere e rileggere per scoprire tutti i piccoli passi coraggiosi fatti da Kamala Khan fin qui e per scoprire il talento di G. Willow Wilson, che ha preso un fumetto di supereroi adolescenti per parlarci delle nostre società, delle nostre comunità, degli aspetti della nostra vita che sono importanti.
E un salto nel futuro!
Con questa eredità si deve confrontare Saladin Ahmed, salito alla ribalta Marvel con l’osannata Black Bolt e che da alcuni mesi si ritrova a gestire un altro personaggio scottante, ovvero Miles Morales, lasciato orfano dal suo creatore B.M. Bendis e salito alla ribalta internazionale grazie al rivoluzionario film di animazione Spider-man: Into the Spider-verse.
A dire la verità, Kamala non è un personaggio nuovo per Ahmed: in occasione del 50esimo numero (#28 della seconda serie), lo scrittore aveva co-sceneggiato una parte della storia con G. Willow Wilson. Inoltre, uno dei personaggi dei suoi Exiles era proprio una Ms. Marvel del futuro. Queste esperienze hanno sicuramente dato ad Ahmed un feeling particolare per Kamala e il suo universo, non facendo sentire nessuno scarto con la gestione precedente.
Stesso quartiere, stessi villains grotteschi, nella collaudata miscela tra teen drama e supereroismo. Ad arricchire questa ricetta, la scelta di iniziare la narrazione in un futuro lontano, in cui Ms. Marvel è diventata una leggenda: questo espediente narrativo crea da un lato aspettative per il proseguimento della serie, dall’altro crea un divertente cortocircuito tra epica e vita quotidiana, tra finzione e realtà. Oltre a questo, Ahmed decide di portare subito sconvolgimento nella vita della protagonista con alcune rivelazioni e una nuova minaccia che colpisce subito al cuore la famiglia, con un finale da tinte horror.
Il disegnatore Minkyu Jung ha uno stile a metà strada tra il minimalismo umoristico di Leon e la plasticità tipica del fumetto supereroistico. Questa duttilità è utile per cambiare rapidamente registro, raggiungendo anche una discreta intensità nel confronto tra Kamala e i suoi genitori e soprattutto rappresentando al meglio gli scontri tra la supereroina e alcuni mostri ipertrofici. Purtroppo, il tratto manca di una certa personalità e visione, non riuscendo a far emergere nessun elemento essenziale e caratteristico dalla pagina.
Ahmed e Jung realizzano dunque un numero introduttivo canonico, dalla narrazione forse prevedibile che serve per prendere le misure della serie, ma che al tempo stesso promette alcuni sviluppi interessanti e in linea con l’evoluzione e la storia (brevi, ma già potentissime) del personaggio.
Abbiamo parlato di:
Magnificent Ms. Marvel
Saladin Ahmed, Minkyu Jung, Juan Vlasco, Ian Herring
Marvel Comics, marzo 2019
22 pagine, spillato, a colori – 3,59 €
ISBN/UPC: 7-59606-09384-7-00111