Eisner/Miller: conversazioni sul fumetto

Eisner/Miller: conversazioni sul fumetto

Kappa edizioni, 2005 - 320 pagg. b/n - 19,00euro

La copertina di Eisner/MillerPensiamo al mondo del fumetto statunitense. Pensiamo a quel confuso mondo fatto di calzamaglie sgargianti e improbabili supereroi, agli autori che ne hanno fatto la storia (Stan Lee, Jack Kirby, Shuster & Simon, Neal Adams, Steve Ditko, ecc.), alle grandi case editrici padri/padroni Marvel e DC Comics. Pensiamo a quanto abbiamo letto e a quanto ci siamo appassionati e ricordiamoci che ne sappiamo davvero poco. Poco delle ingenuità e del contesto sociale ed economico in cui il mondo del fumetto statunitense che conosciamo si è affermato per diventare cultura popolare dominante, poco delle difficoltà che molti autori hanno dovuto affrontare, poco delle ingiustizie e delle conquiste ottenute, poco delle rivendicazioni morali ed economiche ancora in atto, poco della necessità sovversiva dell’underground degli anni ’70 o delle rivoluzioni mainstream degli anni ’80 o dello sviluppo della centralità degli autori negli anni ’90.
Eisner/Miller, riflessioni sul fumetto, pubblicato in Italia dalla Kappa Edizioni, è uno dei modi più appassionanti e vivi per potersi ricordare di queste lacune, per iniziare a riflettere su una prospettiva storica che innanzitutto parla dell’evoluzione di un modello culturale e di un medium piuttosto misconosciuto dal grande pubblico per le sue potenzialità inespresse. E per chi quelle cose le conosceva già, grazie alla lettura di saggi e storie del fumetto documentate e puntuali (che non mancano), questo libro è capace di restituire il senso e l’emozione di una storia, di un’evoluzione tuttora in atto.

Nel corso del 2002, Will Eisner e Frank Miller, due autori celebri per ragioni e carriere del tutto diverse, si sono incontrati in un lungo week-end per chiacchierare sul fumetto a tutto tondo, per ripercorrere la loro professione, per dare un senso e un contesto ognuno alla propria storia.
Eisner, creatore di The Spirit, è considerato il padre della graphic novel (romanzo a fumetti) ma soprattutto è stato il portabandiera dell’autorialità, del fumetto come espressione narrativa adulta, come strumento di testimonianza e di autobiografismo. Miller è l’espressione più viva dell’evoluzione e della crescita del fumetto popolare, è la superstar in grado di trasformare in oro ogni lavoro che realizza, grazie ai suoi celebri fumetti di Daredevil alla Marvel, di Batman alla DC Comics e del suo Sin City. Sono anche autori di due generazioni diverse, che si incontrano nel nuovo millennio per condividere opinioni e punti di vista, offrendo al lettore un piccolo scorcio di quello che esiste e freme dietro ai prodotti di carta e inchiostro che tanto amiamo.
I temi toccati nel lungo dialogo (di circa 300 pagine godibilissime) sono molteplici e sarebbe riduttivo riassumerli con un semplice elenco. Si lascia al lettore il gusto e la curiosità di scoprirli, con l’avvertenza di ricordare che si tratta del loro punto di vista, da “addetti ai lavori” che ce l’hanno fatta, che ci sono riusciti a ottenere quello a cui aspiravano e che possono osservare quel mondo, il loro mondo produttivo, con un occhio privilegiato. Proprio in ragione di questa serenità professionale, il dialogo risulta sciolto, autentico e sereno. Tra citazione di autori più o meno conosciuti in Italia, aneddoti personali, contraddittori anche animati e senza esclusioni di colpi ma sempre all’insegna del massimo rispetto reciproco, Eisner/Miller riaccende come una fiamma la passione per il fumetto, di cui emerge una visione viva e dinamica, aperta e fiduciosa. Entrambi gli autori ci tengono a sottolineare in diversi passaggi che, malgrado il pessimismo che si respira da anni negli Stati Uniti, il fumetto in quanto forma di espressione ormai matura non morirà mai, qualunque sarà la sua forma di distribuzione e la sua produzione nel futuro. Un messaggio che dovrebbe arrivare forte e senza ripensamenti anche in Italia, ai nostri “addetti ai lavori”, insieme al suggerimento più importante dell’intero libro: “se sei un autore che crede in quello che fa e vuole ottenere, osa senza paura, proponiti, lotta per il tuo lavoro; dimostra ciò che sai fare e trova la tua vera voce artistica”. Un messaggio che per quanto possa apparire banale, nel dialogo acquista un valore e una potenza inediti. Eisner/Miller è un libro che infonde coraggio ed energia.
Contratto con DioTra i due, è sorprendente notare come sia quella di Eisner più che di Miller la voce fiduciosa e ottimista, che riesce ad allontanarsi da facili ideologie e valutare con maggiore lucidità. Il suo personale senso della storia e il suo pragmatismo aiutano Eisner a mettere le cose in prospettiva, mitigando il fervore di un Miller insofferente verso lo strapotere dei grandi editori negli anni ’70 e ’80, e dell’accondiscendenza di molti suoi colleghi.
Ed è sempre Eisner quello che appare più attento alle evoluzioni del mercato, delle potenzialità del medium, più ricettivo alle novità e alla sperimentazione. Miller appare più ingenuo, meno riflessivo. A volte sembra barare un po’, in particolare quando cerca di convincerci che aveva già in testa di diventare l’autore che è diventato e di raggiungere l’autonomia creativa che oggi può permettersi. Salvo poi contraddirsi quando racconta alcuni aneddoti personali che dimostrano l’esatto contrario. La cosa certa di Miller è che volesse diventare famoso e ricco, e raggiungere il pubblico più vasto possibile. Una ricerca ben diversa da quella di Eisner che al centro, da Contratto con Dio in poi, ha sempre messo lo sviluppo di una narrazione autentica e personale, che vuole liberarsi delle sofisticazioni per raggiungere direttamente il cuore delle persone. Il confronto tra le opere omonime dei due autori Affari di Famiglia ne è l’esempio più evidente, a tratti quasi imbarazzante per Frank Miller. Queste considerazioni non vogliono certo essere valutazioni di merito. Entrambi gli autori sono dei veri mostri sacri del fumetto, consolidati e riconosciuti in tutto il mondo. Ma la sensibilità e la determinazione che li muove (e li ha mossi) è profondamente differente.
Entrambi alla ricerca di uno stile di disegno che definiscono “impressionismo” (contrapposto al “realismo” quasi fotografico oggi molto in voga negli Stati Uniti), il confronto sul linguaggio fumetto che occupa alcune pagine molto interessanti ci restituisce un Eisner pienamente consapevole dei mezzi che un autore ha a disposizione e un Miller che dal creatore di The Spirit sembra aver assorbito la lezione e condiviso in parte la ricerca tecnica. Si tratta di passaggi ricchi di stimoli ma che non riescono a saziare la curiosità del lettore. Sono talmente tante le porte aperte o appena socchiuse che meriterebbero un intero libro di approfondimento.
Per quanto riguarda la Storia del fumetto, le sue lotte e la sua evoluzione, i due autori concordano nel ritenere centrale la figura di Neal Adams, il quale, insieme a pochi altri, è stato tra i primi negli anni ’70 a credere nella centralità dell’autore in un mercato dominato dai personaggi. E sono molti altri gli autori citati che hanno favorito la crescita di un medium giovane e potente come il fumetto, da Jack Kirby a Wally Wood, a Jerry Robinson (il padre del Joker), a Chris Ware, a Bill Watterson (l’autore di Calvin & Hobbes).

In conclusione restano alcune domande importanti. Innanzitutto quanto la storia del fumetto statunitense possa essere associata e confrontata con la storia del fumetto italiano. E questo vale soprattutto per l’attualità, per l’oggi. Servirebbero punti di vista inediti e lucidi per riflettere seriamente sullo stato di salute dell’editoria a fumetti italiana.
La seconda domanda è chi potrebbe, in Italia, confrontarsi in un dialogo come quello realizzato da Eisner e Miller. Quali autori completi avrebbero la capacità di dialogare in modo sereno e costruttivo per condividere opinioni e pensieri sul fumetto, in un modo che sia al contempo appassionante per i lettori e per gli addetti ai lavori.
La terza domanda riguarda il mercato editoriale statunitense e la sua prossima evoluzione. L’apertura e la diversificazione in atto in questi anni, esaltata da Eisner e in buona parte anche da Miller, che tocca tutti gli aspetti della catena produttiva e distributiva dell’industria fumetto, rappresenta realmente l’esordio una fase matura del Fumetto come mezzo di comunicazione?
L’ultima domanda riguarda solo Frank Miller, perché purtroppo il maestro Eisner ci ha lasciato, dopo il completamento della sua ultima opera (Il Complotto pubblicato da Einaudi). Che autore sarà Miller tra vent’anni? Cos’altro avrà fatto e in quale direzione? è con queste stesse domande che Eisner vuole chiudere il suo dialogo con l’autore de Il Ritorno del Cavaliere Oscuro. A guardare la brutta prova attualmente in corso di pubblicazione per la DC Comics su All Star Batman e Robin in coppia con Jim Lee, c’é quasi da preoccuparsi. Ma quel Miller è solo un posticcio imbonitore per le masse. In attesa di futuri progetti, resta la speranza che l’autore tenga fede alla dichiarazione fatta a Eisner, di voler ancora sperimentare, inventare e ricercare nuove strade espressive.

Riferimenti
Il sito della Kappa: www.kappaedizioni.it

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