Ne Il generale inquisitore Fabrizio Accatino omaggia Witchfinder General, film del 1968, modellando una storia che non stonerebbe in Martin Mystere: la componente investigativa è preponderante, il volume è molto verboso e la maggior parte della dinamica affonda nel passato riportato dai comprimari, trovando una risoluzione nel rapido climax action della vicenda. A staccarsi dal resto spicca una scena di tortura disturbante: perché il lettore, adagiato nel ritmo flemmatico, si ritrova all’improvviso in un contesto diverso e straniante, e soprattutto perché la sequenza si collega all’illustrazione in copertina, forse volutamente rassicurante. Accatino inserisce senza forzature tutti i topoi tipici della serie: l’incoerente romanticismo di Dylan, il suo quinto senso e mezzo, una dose sostanziosa di battute di Groucho, fino all’elemento soprannaturale che rimane discreto, suggerito, lasciando il posto alla consueta parabola sulla mostruosità degli uomini, che riecheggia il nucleo horror della pellicola di riferimento.
Luca Casalanguida mette le proprie ombre dense ed efficaci al servizio del racconto in una prova solida e piacevole grazie alle tavole ordinate, pulite, all’ottima gestione delle scene in notturna, all’elevato livello di dettaglio nelle ambientazioni e alla buona recitazione dei personaggi.
Un numero che ha forse il difetto di non rischiare, di proporre una formula senza discostarsene, ma è reso convincente da una narrazione attenta ed equilibrata.
Abbiamo parlato di:
Dylan Dog #353 – Il generale inquisitore
Fabrizio Accatino, Luca Casalanguida
Sergio Bonelli Editore, gennaio 2016
98 pagine, brossurato, bianco e nero – € 3,20