Ritornano Majo e Lamiah, ma soprattutto ritorna Maurizio Colombo. Al di là della bontà della storia, “Lamiah vive!” denuncia la mancanza nello staff della serie di uno scrittore come Colombo, dallo stile diametralmente opposto rispetto a quello di Mauro Boselli.
Pur non confezionando un albo memorabile, Colombo scrive una sceneggiatura ritmata e altamente cinematografica, ma soprattutto caratterizza i protagonisti come poche volte si è visto. Emblematica è la sequenza in cui Harlan, Tesla e Kurjak chiacchierano davanti alla tv come tre normalissimi amici, centrando lo scopo di introdurre il plot dell’albo.
Anche Lamiah, assente dall’ormai lontanissimo numero 9, si rivela un villain accattivante: non il classico Maestro amico-nemico del Dampyr, ma un personaggio ricco di sfumature. Il dipanarsi della trama riguardo la setta “Tabula Rasa” banalizza leggermente una storia che ha nel “come” più che nel “cosa” il suo punto forte, oltre ovviamente ai disegni di un Majo forse meno ispirato rispetto alle sue ultime prove, ma che ci delizia con un’amabile mezzatinta.
È ormai noto che Dampyr soffra particolarmente della predisposizione di Boselli nel mettere sempre in primo piano la storia e i personaggi collaterali più che i veri protagonisti della serie. Colombo ci restituisce un Harlan, Kurjak e Tesla più empatici, non centrali nella narrazione ma presenti, che forse possono fidelizzare il lettore più di tutti i veri e propri trattati storici di marca boselliana.
Abbiamo parlato di:
Dampyr #164 – Lamiah vive!
Maurizio Colombo, Majo (Mario Rossi)
Sergio Bonelli Editore, novembre 2013
98 pagine, brossurato, bianco e nero – € 2,90
ISBN: 9771590002002