
Lo Spazio Bianco lo ha intervistato ad Erlangen, dove era ospite speciale insieme a Jeff Lemire e altri artisti canadesi partecipanti al TCAF, il Toronto Comic Arts Festival.
Benvenuto su Lo Spazio Bianco, Ray.
Cominciamo dall’inizio: quando hai deciso di diventare un autore di fumetti?
Beh, è cominciato tutto quasi venti anni fa! Stavo finendo l’università e ho deciso che non volevo lasciar andare il mio sogno di scrivere e disegnare fumetti. Erano i tardi anni ’90, a Toronto ogni anno si svolgeva un grosso festival di fanzine in cui le persone portavano i propri lavori e li presentavano al pubblico, così decisi di iniziare da lì: stampare i miei fumetti, piegarli, spillarli, portarli al festival e venderli per un paio di dollari. Da lì scoprii che c’erano diverse comic convention dove potevo andare, presentare lavori più corposi e tentare di venderli.
E durante queste convention sei entrato in contatto con editori più grossi.
Esatto. Leggevo molti fumetti mainstream da piccolo, amavo i supereroi, ma non avrei mai pensato che avrei lavorato per grandi case editrici, pensavo che il mio posto fosse più sulla scena indie. Portavo con me i miei lavori e col tempo hanno iniziato a essere notati, così ho iniziato a pensare che non sarebbe stato male scrivere e disegnare i personaggi che amavo. E così, dieci anni fa, ho iniziato a parlare con i grandi editori.
Quale è stata la migliore esperienza, o meglio il momento chiave, che hai vissuto finora nella tua carriera?
Batman Eternal è stato un progetto interessante, qualcosa di completamente diverso rispetto a ciò che abbia mai fatto in vita mia: un fumetto settimanale realizzato con altri quattro autori (Scott Snyder, James Tynion IV, TIm Seeley e Kyle Higgins) in cui abbiamo lavorato a stretto contatto l’uno con l’altro. È stato bellissimo: non concordavamo sempre, ma è stato fantastico leggere i loro scripts e fargli vedere le mie sceneggiature. È stato un anno di intenso lavoro con altri quattro colleghi, un’opportunità di scrivere un fumetto di supereroi ancora migliore rispetto al solito, proprio grazie a questa collaborazione. Ci mandavamo e-mail, ci sentivamo su Skype e tre volte all’anno ci siamo incontrati in una stanza e abbiamo lavorato per tre giorni interi sulla storia. E poi è stata la mia opportunità di scrivere Batman, un personaggio che amo sin da quando ero bambino! Insomma, è stato un grande momento nella mia carriera.

Abbiamo ricevuto il compito di portare Constantine da un titolo per lettori maturi a un universo rivolto ai ragazzi, perciò abbiamo dovuto stemperare le atmosfere, rimuovere sesso, violenza e turpiloquio. Alcuni lettori non hanno apprezzato queste operazioni, molti erano arrabbiati e si sono sentiti traditi, altri gli hanno dato una chance. È stato sicuramente polarizzante! Sapevo che sarebbe accaduto, per questo ho cercato di non preoccuparmi troppo e di scrivere la miglior storia che ho potuto.
Sei uno sceneggiatore ma anche un autore completo: cosa distingue i due approcci?
Quando lavori da solo è tutto meno filtrato, so come mi sento e come percepisco la storia e tutto questo viene riversato direttamente sulla carta. Quando lavoro con un altro artista è una collaborazione, voglio che loro parlino con la loro voce e allo stesso tempo devo far loro capire come mi sento a proposito della storia, dei personaggi, e poi devo farli realizzare attraverso la loro arte. È un lavoro molto diverso e la cosa più difficile è proprio trasmettere i miei sentimenti, per questo mi focalizzo molto su questo quando lavoro con un altro autore.

Sì, sicuramente Bill Sienkiewicz, ma anche David Mack e Dave McKean sono grosse influenze. E Sergio Toppi, sono un suo grande fan. Se vedi alcuni layout di Intersect, sono molto influenzati da quest’ultimo e Sienkiewicz. Sono molto influenzato anche dagli illustratori pubblicitari degli anni ’60, così come dalle illustrazioni dello sport e dei magazine. Sono molto chiare queste influenze, non mi nascondo.
Hai lavorato su molti personaggi, da Batman a Wolverine: c’è ancora un personaggio su cui sogneresti lavorare?
Beh, ho già lavorato su uno dei miei personaggi preferiti, ovvero John Constantine! E amo così tanti personaggi, per esempio i mutanti della Marvel, quelli un po’ strani come Mistica, la Confraternita dei Mutanti Malavagi o i Morlocks. Amo molti personaggi del lato dark della DC, come Swamp Thing e Black Orchid. Vorrei lavorare su ognuno di loro!
E questo mi porta all’ultima domanda: quali sono i tuoi piani futuri?
Per adesso sto lavorando su Underwinter, un fumetto per Image Comics che uscirà a fine anno. Questo ha tutta la mia attenzione, anche se comunque sto parlando con vari editori per lavori futuri.
Grazie Ray per il tuo tempo e buon lavoro!
Intervista realizzata dal vivo al Comic Salon di Erlangen il 2 giugno 2018
