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Le canzoni del Nonno

21 Ottobre 2003
Come tutti i criminali piu' incalliti, Diego Cajelli ed il suo complice Marco Guerrieri provengono dai bassifondi malavitosi della Milano, dove all'ombra dei palazzi si cela miseria e delinquenza... Forse qualcuno tra di voi dubitera' dell'utilita' di riportarvi quanto segue, ma non serve essere bravi psicologi per capire che questo e' l'unico modo per comprendrere a fondo i due.
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Il nonno, fonte iconograficaDiego Cajelli: Il personaggio del Nonno, che ospita i fuggiaschi nella sua cascina, appartiene alla LIGERA, la vecchia malavita autoctona milanese.

La Ligera è stata resa famosa e leggendaria attraverso le “canzoni della mala” tipiche milanesi, le cantavano la Vanoni, Svampa, I Gufi.

Per capire il Nonno, bisogna conoscerle, averle ascoltate: ecco due testi.

La povera Rosetta

Il tredici di agosto
In una notte scura
Commisero un delitto
Gli agenti di questura.

Hanno ammazzato un angelo
Di nome la Rosetta
Era di piazza Vedra
Battea la Colonnetta.

Chi ha ucciso la Rosetta
Non è della Ligera
Forse viene da Napoli
é della mano nera.

Rosetta mia Rosetta
Dal mondo sei sparita
Lasciando in gran dolore
Tutta la malavita.

Tutta la malavita
Era vestita in nero
Per ‘compagnar Rosetta
Rosetta al cimitero

Le sue compagne tutte
Eran vestite in bianco
Per ‘compagnar Rosetta
Rosetta al camposanto

Si sente pianger forte
In questa brutta sera
Piange la piazza Vetra
E piange la Ligera

Oh guardi calabrese
Per te sarà finita
Perché te l’ha giurata
Tutta la malavita

Dormi Rosetta dormi
Giù nella fredda terra
A chi t’ha pugnalato
Noi gli farem la guerra,
a chi t’ha pugnalato
noi gli farem la guerra.

Porta Romana bella

Porta Romana bella Porta Romana
Ci stan le ragazzine che te la danno
Ci stan le ragazzine che te la danno
Prima la buona sera e poi la mano.

E gettami giù la giacca ed il coltello
Che voglio vendicare il mio fratello
Che voglio vendicare il mio fratello
E gettami giù la giacca ed il coltello.

La via San Vittore l’é tutta a sassi
L’ho fatta l’altra sera a pugni e schiaffi
L’ho fatta l’altra sera a pugni e schiaffi
La via San Vittore l’é tutta a sassi.

La via dei Filangeri l’é un gran serraglio
La bestia più feroce l’é il commissario
La bestia più feroce l’é il commissario
La via dei Filangeri l’é un gran serraglio.

In via dei Filangeri gh’é ‘na campana
‘gni vo’lta che la so’na l’é ona condanna
‘gni vo’lta che la so’na l’é ona condanna
In via dei Filangeri gh’é ‘na campana.

Prima faceva il ladro e poi la spia
E adesso è delegato di polizia
Prima faceva il ladro e poi la spia
E adesso è delegato di polizia.

E sette e sette e sette fanno ventuno
Arriva la volante e non c’é nessuno
Arriva la volante e non c’é nessuno
E sette e sette e sette fanno ventuno.

O luna che rischiari le quattro mura
Rischiara la mia cella ch’é tanto scura
Rischiara la mia cella ch’é tetra e nera
La gioventù più bella morì in galera.

O luna luna luna che fai la spia
Bacia la donna d’altri ma non la mia
Amore amore amore, amore un corno
Di giorno mangio e bevo, di notte dormo.

Ci sono tre parole in fondo al cuore
La gioventù, la mamma e il primo amore
La gioventù la passa, la mamma muore
Te restet come on pirla col primo amore.

Porta Romana bella Porta Romana
Ci stan le ragazzine che te la danno
Ci stan le ragazzine che te la danno
Prima la buona sera e poi la mano.

Ettore Gabrielli

Ettore Gabrielli

Classe 1977, toscano, programmatore. Impara a leggere sugli Alan Ford del padre, una delle poche cose per cui si sente debitore veramente. Vorace lettore da sempre, i fumetti sono stati il mezzo per imparare e per conoscere persone e per questo sarò loro sempre grato. Nel 2002 fonda Lo Spazio Bianco, magazine dedicato al fumetto tra i più longevi e seguiti in Italia di cui è tuttora direttore editoriale. Nel 2021 ha fatto parte della giuria dei Lucca Comics Awards.

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