Bloodshot Reborn: alla ricerca dell’uomo dentro la macchina.

Bloodshot Reborn: alla ricerca dell’uomo dentro la macchina.

Un tormentato killer alla ricerca del suo passato. Da Jeff Lemire un'avventura avvincente e profonda con i disegni stupefacenti di MicoSuayan.

Chi era Bloodshot?

Bloodshot è sicuramente uno dei personaggi più tragici dell’universo Valiant.
Creato nel 1992 da Kevin Van Hook e Yvel Guichet, nel corso degli anni e dei rilanci della Valiant ha assunto numerose identità (ex killer della mafia, soldato scelto) ma ha sempre mantenuto la sua caratterizzazione principale fino alla rinascita Valiant del 2012.

Uomo macchina creato dal Progetto Spirito Nascente (un progetto segreto dell’esercito statunitense), Bloodshot è un assassino potenziato da microscopiche macchine (naniti) che non ha memoria del suo passato, un killer progettato per essere attivato, gettato sul campo e poi rigettato nell’oblio.

Nella serie post rilancio, scritta da Duane Swierczynski, Bloodshot ha una caratterizzazione totalmente diversa rispetto a quella del passato, più calata in un contesto politico-militare attuale, spurio da vari elementi che avevano segnato gli esordi. Nella nuova serie, dopo essersi  liberato dal controllo di Spirito Nascente, ha preso parte alla guerra degli Harbinger (scoprendo di essere l’arma più efficace contro Toyo Harada, presidente della fondazione Harbinger e adesso governante di uno stato autoproclamato, come visto nella serie Imperium), ha guidato gli H.A.R.D. Corps ed è infine entrato a far parte del supergruppo Unity, che comprende alcuni dei superesseri principali del mondo Valiant, come Ninjak e X-O Manowar.

Ha avuto infine un ruolo determinante negli eventi di The Valiant, in cui ha aiutato il Guerriero Immortale e altri eroi a difendere la vita del Geomancer, una ragazza di nome Kay. Durante la miniserie, Bloodshot si è innamorato di Kay che, in punto di morte, lo ha liberato una volta per tutte dalla sua maledizione, dai naniti e dalla sua schiavitù. Da questa sinossi si può capire quanto Bloodshot sia un personaggio cardine dell’universo Valiant, vero cuore tragico delle storie di questo universo. Ed è per questo che la dirigenza della casa editrice ha scelto di affidarne il rilancio a due autori di primissimo piano: Jeff Lemire e Mico Suayan.

Chi è Ray Garrison?

Jeff Lemire decide di ripartire da un motel del Colorado e da Ray Garrison, una delle ultime identità fasulle creata da Spirito Nascente.
Ray è un uomo che vive la propria vita nascondendosi sotto una parvenza di normalità, ma al calar della notte, allucinazioni e incubi tornano a tormentarlo e lo costringono ad assumere droghe ed alcool per calmarle.

Fin da subito Lemire riesce a creare una atmosfera di follia e di claustrofobia, sfruttando i deliranti dialoghi tra il protagonista e i suoi fantasmi mentali, che prendono la forma della defunta Kay e di una petulante e crudele versione cartoonesca dello stesso Bloodshot. Questo gioco di specchi permette di scavare nel profondo della sua psiche, quella di un uomo che sta cercando di vivere una vita normale ma che non può (e non sa) come realizzarla, un uomo dilaniato da paure, dubbi e insicurezze, tanto pronto all’azione quanto immobile nel cercare di allontanarsi dalla sua precedente esistenza.

La scelta dell’identità civile è emblematica di come il personaggio non riesca ad allontanarsi dal passato che continua a determinare la sua vita quotidiana e che sembra l’unica cosa a potergli dare uno scopo, impedendogli di aprire il fascicolo sulla sua vera storia, da tempo cercato e adesso diventato un elemento di destabilizzazione e non di liberazione.

Grazie a dialoghi intensi e a precise scelte di ritmo e di regia, Lemire eleva Bloodshot a figura tragica quasi shakespeariana, tormentata da demoni e fantasmi interiori, divisa tra due esistenza. La bravura dello sceneggiatore canadese è quella di imbastire la definizione della personalità del protagonista in una trama ricca di azione e appassionante. Se il riferimento da tenere presente è il suo lavoro su Green Arrow e Justice League of America, in Bloodshot Reborn Lemire costruisce un thriller dai tratti horror e pieno di violenza, nel quale anche i personaggi secondari,quali l’agente Hoyt e l’agente Festival, riescono a trovare una buona caratterizzazione e che riesce a trasmettere anche una critica al sistema della vendita di armi negli States.

Nel segno della follia

A dare vita a questa sceneggiatura solida, variegata e stimolante ci pensa un Mico Suayan mai così in forma e focalizzato. Lo stile iperrealista e dettagliato dell’autore, fatto di un tratteggio fittissimo e un lavoro certosino sui chiaroscuri, interpreta alla perfezione le sensazioni di follia e di dolore che attanagliano il protagonista, creando un contrasto tra la ricerca di verosimiglianza portata all’estremo e la natura squilibrata e paranoica della storia, che viene ulterioremente sottolineata dall’incursione del Bloodshot cartoon, prova della grande abilità e versatilità del disegnatore.

Ma non è solo con lo stile che Suayan riesce nell’intento: le scelte registiche, con inquadrature sbilenche, primi piani soffocanti e una scansione della tavola geometrica ma mai rigida e priva di invenzioni, riescono a creare un’ambientazione e un’atmosfera perfette per la storia. La prova di Suayan è una prova completa, che mette in mostra la sua bravura sia nelle scene di azione che in quelle più introspettive, senza mai perdere il controllo di uno storytelling dal ritmo centellinato e cronometrico. A tutto questo si aggiungono i colori di David Baron, che riescono a completare i chiaroscuri di Suayan con una tavolozza ricca e accesa, che si adatta alle diverse scene e dà il tocco finale all’atmosfera generale delle storie.

Molto buono il lavoro di Raul Allen nella storia di chiusura: lo stile dello spagnolo, molto diverso da quello del taiwanese, arriva al momento giusto per spezzare il ritmo e condurre il lettore nella follia più completa di Bloodshot. Grazie a uno stile più sintetico, elegante e minimale, lontano dalla plasticità di Suayan, l’artista interpreta bene il mondo a cartoni della versione sadica e distorta dell’inconscio del personaggio, per poi tornare a una cifra più realistica nello scioglimento della storia e nella sua conclusione.

Bloodshoot Reborn è una storia completa e ben costruita, che trova un felice equilibrio fra intrattenimento e introspezione, e segna senza ombra di dubbio un cambio di passo nella già ottima produzione Valiant del nuovo millennio.

Abbiamo parlato di:
Bloodshot Reborn vol.1 – Colorado
Jeff Lemire, MicoSuayan, Raul Allen, David Baron
Traduzione di Fiorenzo Delle Rupi
Star Comics, dicembre 2016
148 pagine, brossurato, colori – 8,90 €

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *