RIZOMA
testi: Maiko
disegni: Marco Cazzato
blognuvole.splinder.com/post/19706842/Rizoma
Ciao e benvenuti su Lospaziobianco.it. Presentatevi brevemente ai nostri lettori.
Maiko (M.): Nerina Garofalo ha 43 anni e vive a Roma. Per lavoro, ma anche per passione, si occupa di narrazione nelle organizzazioni, nuove tecnologie e sostenibilità (direi alla Kundera). Nel 2004 nasce maiko, la metà poetica di Nerina, che da allora gestisce un blog personale (www.dirtyinbirdland.spplinder.com) e dal 2007 un blog collettivo (www.aureliovalesi.splinder.com). La scelta dello pseudonimo allude alla dimensione perenne dell’apprendistato esistenziale, e alla doppia valenza esperienzale della sottomissione al compito (sia esso sociale, o interiore), con allusione alla dimensione switch (sperimentazione del farsi funzione o del determinare i comportamenti e le emozioni).
Marco Cazzato (M.C.): Sono quello che ha illustrato “Rizoma”, basta?
Come siete entrati in contatto con il progetto”Blog&Nuvole” e cosa vi ha spinto a partecipare?
M.: Poco prima di partire per il viaggio più importante della mia vita, all’inizio di ottobre 2008, un viaggio defintivo verso la Colombia (il mio utero si è conformato alla fragola sudamericana), ho ricevuto dalle organizzatrici un gentile messaggio di invito a conoscere il concorso, e così, molto intrigata dall’architettura onirica del premio, e dall’occasione ghiottissima di veder contaminato il mio lavoro con la creatività di altri artisti, ho spedito Rizoma, un piccolo testo che avevo scritto per il mio blog anni prima. Testo pero’ al quale sono infinitamente legata per gli elementi di biografia personale che contiene.
M.C.: Sono stato invitato a partecipare da Cristina e Lucia, mi è sembrato da subito un bel progetto.
Come si è formata la vostra coppia e come vi siete organizzati per la realizzazione della vostra opera?
M.: Mesi dopo, quando la Colombia era diventata oramai un “fatto” che dall’utero andava a disegnare ogni momento della mia vita romana, sono stata contattata da uno dei 3 artisti che stavano lavorando all’illustrazione di Rizoma per uno scambio sul sentimento di fondo del racconto. Poi più nulla. Infine, a pubblicazione delle tavole sul sito di Blog&Nuvole, ho scoperto che gli artisti erano 3, e ho potuto provare la meraviglia di vedere due delle realizzazioni pubblicate sul sito e la terza in privato (cosa di cui sono molto grata ad Alex Manni che mi ha inviato il suo lavoro). Le due versioni inserite, quella di Marco Cazzato e quella di Francesca Popolizio, sono state una straordinaria altalena fra le identità di Chiara Erenzi (la protagonista) all’inizio del suo percorso e al momento attuale, insomma, una di quelle piccole magie che l’arte regala prendendo dalle visioni che possono essere prodotte dall’inconscio collettivo. La versione di Marco Cazzato è stata in assoluto quella che ho più sentito affine all’animo di Rizoma per come appartiene alla mia scrittura di questi ultimissimi anni. Francesca ha visto la parte ancora immersa nel rizoma, Marco la bellezza di navigare le radici rendendole tronchi esterni.
M.C.: Ho scelto tra i racconti quello di Maiko, ma non ho voluto contattarla, per la realizzazione del lavoro il testo era più che sufficiente.
A cosa ti sei ispirata per la scrittura del racconto?
M.: Al mio personale percorso analitico. Rizoma è il racconto dell’analisi di Maiko, che ha in analisi “doppiato” Woody Allen, per usare una metafora della Formula Uno.
Quali sono gli elementi del racconto che ti hanno maggiormente ispirato nella realizzazione delle illustrazioni?
M.C.: Il testo era molto forte e ricco di immagini, l’idea della metamorfosi vegetale mi è affine.
Escludendo la vostra opera, quale altra storia del concorso vi ha colpito?
M.: Ne ho amate moltissime, no, meglio, direi: le ho amate tutte, per la bellezza dell’esperimento e della creazione. Per la generosità del contagio.
M.C.: Il gatto illustrato da Squaz.
Dopo questa esperienza pensate di collaborare in futuro?
M.: Un mese fa circa, Marco Cazzato mi ha invitata a passare da www.illustriracconti.blogspot.com, il sito che ospita le forme narrative che sono nate dallo sguardo sui suoi racconti. È nato così In limine, che è un racconto costruito utilizzando 3 immagini di Marco a intersezione con una nuova pagina del diario di Chiara Erenzi. Se dovessi scrivere un romanzo, a partire dal personaggio di Chiara, mi piacerebbe molto che a illustrarlo fosse Marco Cazzato. A Blog&Nuvole devo tutta la bellezza di aver partecipato. Per citare American Beauty: “a volte c’é una tale bellezza nelle cose…”
M.C.: Già fatto, ho invitato Maiko a scrivere per me su illustriracconti.blogspot.com
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Barbara Garlaschelli (B.G.): Mi chiamo Barbara Garlaschelli e sono una scrittrice. Questa con Blog & Nuvole è la la mia prima esperienza in ambito fumettistico. Da pochi anni sono incuriosita dal mondo dei fumetti, che ho imparato ad apprezzare da adulta.
Jacopo Vecchio (J.V.): Piacere e intanto grazie dello spazio. Mi trovo sempre un po’ spiazzato nel dovermi presentare. Sono Jacopo Vecchio e…in genere si dovrebbe dire qualcosa che suoni come “sono un artista”, ma non è vero. Sono uno a cui piace l’arte in generale e in particolare uno a cui piace disegnare e disegnare fumetti. Alle spalle ho qualche collaborazione con Monipodio, Ragno Comics, Mono di Tunué, Akab. Non mi piace molto parlare di me o di quello che faccio… saro’ un po’ stupidotto, ma mi sembra sempre di esagerare o sopravvalutare me e i miei lavori.
Per i dati anagrafici, sono classe 1981 e vivo a Pavia, ma lavoro a Milano come grafico, web-designer e flash developer.
Come siete entrati in contatto con il progetto”Blog&Nuvole” e cosa vi ha spinto a partecipare?
B.G.: Me ne ha parlato un’amica che partecipava al concorso. A me l’idea è piaciuta molto, mi è piaciuto il blog e ci ho provato.
J.V.:Sono entrato in contatto con B&N nel modo più semplice che ci sia: tramite il mio blog su splinder (weeklysketch.splinder.com). Un giorno apro l’editor per scrivere un post e la pubblicità di B&N mi ha attirato, clicco sul banner, arrivo al sito e…beh, poi ho partecipato.
Come si è formata la vostra coppia e come vi siete organizzati per la realizzazione della vostra opera?
B.G.: Io ho mandato il racconto e Jacopo Vecchio lo ha scelto. Non ci conoscevamo. Quando ho visto le sue tavole mi sono emozionata. Non sapevo cosa aspettarmi e quando ho visto i suoi disegni sono rimasta colpita dal fatto che lo sentivo molto aderente alla storia. Jacopo Vecchio ha reso le mie parole immagini in un modo sensibile e onirico.
J.V.: Come ogni coppia che si rispetti, ci siamo formati casualmente. Lessi tutti i racconti il cui titolo mi incuriosiva e mandai una mail alla redazione di B&N. Nella risposta mi furono detti i titoli ancora disponibili su cui poter lavorare e tra questi scelsi Orma.
Il resto della collaborazione fu poi in realtà abbastanza distaccata, credo che nessuno dei due capì bene le regole del concorso. Io pensavo addirittura che nemmeno potessi dialogare con l’autore. Ma appena furono pronti gli storyboard, li inviai a Barbara per sapere cosa ne pensasse e ne fu contenta…almeno così è come me la ricordo io, ma tendo sempre ad abbellire i ricordi.
A cosa ti sei ispirata per la scrittura del racconto?
B.G.: A un’immagine e un dolore: un’orma e il desiderio di morire.
Quali sono gli elementi del racconto che ti hanno maggiormente ispirato nella realizzazione delle illustrazioni?
J.V.: È stato un colpo di fulmine! Scherzo, pero’ è vero: mentre leggevo la storia di Barbara avevo già bene in mente quali fossero gli elementi da riportare e visualizzare. Adoro le storie in cui molto è lasciato all’interpretazione emotiva di chi legge, le non-descrizioni degli ambienti, del personaggio stesso…insomma, come hanno detto anche alcuni amici a cui ho fatto leggere la storia, prima non illustrata e poi ‘elaboratà da me, sembrava mi fosse stata cucita addosso. Si sposa perfettamente con il mio stile…o perlomeno con lo stato d’animo che avevo quando ho disegnato il tutto. So che sembrano le cose che dicono un po’ tutti, ma è così. Probabilmente se dovessi ridisegnare adesso la storia, la modificherei completamente.
Mentre per lo stile grafico, credo che le ‘fonti d’ ispirazioné (o come qualcuno dice sempre le COPIATURE grafiche) sono state McKean, Bill Sienkiewicz, Kent Williams etc…
Escludendo la vostra opera, quale altra storia del concorso vi ha colpito?
B.G.: Quella di Bobboti (il suo blog è http://wwwnew.splinder.com/profile/birambai).
J.V.: Nessuna, ovviamente la mia era la migliore e non capisco perché non abbia vinto! No, seriamente, mi hanno colpito molto Rizoma sia solo scritta che soprattutto con le magnifiche illustrazioni di Marco Cazzato, Immigranti in scatola,Cornice elaborata da Alessandra De e l’elaborazione grafica di Hannes Pasqualini di Sed Tantum dic Verbo.
Dopo questa esperienza pensate di collaborare in futuro?
B.G.: Mi piacerebbe tantissimo.
J.V.: Chi lo sa? Spero. Dopo B&N non ci siamo più sentiti se non per complimentarci a vicenda, ma è anche vero che io mi sono dato un po’ alla macchia su internet…non ho assolutamente idea di quello che potro’ realizzare in futuro. Certo è che se Barbara continua a scrivere così, la tentazione è estrema.
Come siete entrati in contatto con Blog&Nuvole e cosa vi ha spinto a partecipare a questo progetto?
Squaz (S.): In verità, mi hanno chiamato loro, probabilmente su segnalazione di qualcuno.
Io stesso, a mia volta, ho segnalato altri autori che secondo me potevano essere interessati e che poi sono stati effettivamente coinvolti.
Mi è sembrato un esperimento interessante, anche perché mi pare che, a parte rare eccezioni, il fumetto sul web non abbia ancora trovato le giuste misure (la fruizione di un fumetto sul web è molto diversa da quella di un fumetto su carta, si sa) e allora mi andava di cimentarmi su questo terreno, per me nuovo.
Luca Tassinari (L.T.): Sono stato contattato da una delle due menti ideatrici dell’impresa, Lucia Saetta, un’amica che ho conosciuto inizialmente in rete, quell’ambiente che spesso, e a torto, opinionisti superciliosi e poco informati considerano o luogo di perdizione o perniciosa alternativa virtuale alle relazioni personali. Mi ha convinto lei a partecipare, diciamo che mi ha praticamente costretto, ecco, con argomenti dolcemente persuasivi, tipo togliermi il saluto se mi fossi azzardato a rifiutare.
Squaz, hai scelto tu la storia da illustrare?
Sì, è stata offerta a ognuno dei fumettisti una rosa di racconti, divisi per tematiche.Io ne ho scelti un paio, ma Il Gatto di Luca (Tassinari) è stato quello che mi ha emozionato di più… e, nello stesso tempo, mi ha creato qualche problema perché, per sua natura, non si prestava moltissimo ad una visualizzazione: una storia quasi totalmente di “parola”, senza dialoghi, piuttosto ossessiva e viscerale.In realtà, ho il sospetto che la maggior parte delle storie scritte dai bloggers soffrissero un po’ di una scarsa confidenza col mondo delle immagini. Ma questo è stato anche il bello, altrimenti che gusto ci sarebbe stato? Dove la sfida?
A cosa ti sei ispirato per la scrittura del racconto?
L.T.: Eh, chi si ricorda… ho riadattato un testo scritto un paio di anni fa, una sorta di doppio monologo alternato fra un gatto e un passante, una conversazione muta e intrisa di dubbie speculazioni filosofiche miste a manifestazioni di genuino terrore. A distanza di tempo non riesco proprio a stabilire da quali recessi imperscrutabili della mia psiche sia emersa questa storia.
Da quali elementi del racconto sei partito per la realizzazione delle illustrazioni?
S.: Bé, intanto avevo il gatto come protagonista e questo è stato già qualcosa.
Poi, mi ha interessato molto quella che mi è parsa una compenetrazione tra il mondo selvaggio, animalesco e pre-intellettuale del felino e la voce fuori campo (presumibilmente di un essere umano), i cui pensieri si avvitano su loro stessi quasi invidiando la semplicità, l’armonia e l’equilibrio innato del gatto stesso. L’autore del testo, Luca Tassinari appunto, mi ha detto in seguito che lui non l’aveva pensata in questo modo, ma che la mia idea di fondere uomo e animale gli era piaciuta molto e, probabilmente, era implicita nel racconto o, quantomeno, era una possibile interpretazione.
In definitiva, mi sono permesso qualche libertà, è vero.
Del resto, quando ci piace molto qualcuno, uomo o animale che sia, non vorremmo forse unirci a lui, letteralmente fonderci, anche fisicamente?
Quali altre storie del concorso vi hanno colpito? Di quali artisti avete apprezzato le illustrazioni?
S.: Ecco, dici illustrazioni ed io ne approfitterei per aprire una parentesi.Secondo me, qui c’entra in parte il discorso di prima sui testi e sulla loro difficile traducibilità.
Ma non solo. Cioé ho avuto l’impressione che molti disegnatori si siano limitati ad “illustrare” anziché interpretare i racconti in modo sequenziale, come il fumetto per sua natura richiederebbe.
Ecco, da questo punto di vista, mi è sembrato un esperimento riuscito a metà. Interessante, ma riuscito a metà.
Comunque, a parte i vincitori che sono i migliori per definizione, mi sono piaciute Cosmodromo disegnata da Armin Barducci e I ragni non sono previsti tra gli animali da amare nella versione di Tuono Pettinato. Poi Centro Studi strane poltiglie, sia nella versione disegnata da Lucho Villani (che infatti ha vinto, nella sua categoria), sia in quella disegnata da Stefano Guerriero.
E per finire, lasciando per un momento a casa la modestia, continua a piacermi anche la mia!
L.T.: Fin dall’inizio ho dato per vincente la prima fusione pubblicata, Muito Romantico, scritto da Antonio Vergara e illustrato da Eugenia Monti, che mi ha colpito per la perfetta corrispondenza fra le sensazioni trasmesse dal testo e il tratto dell’illustrazione. E infatti ha vinto nella sezione “Allo specchio”, la stessa in cui era stato inserito Il gatto, sbarrando all’ottimo Squaz e a me la strada verso il meritato trionfo! Scherzi a parte, non oso manifestare preferenze sulle illustrazioni, perché in Blog&Nuvole si è vista dappertutto una qualità molto alta, così alta da provocare il classico imbarazzo della scelta.
Dopo questa esperienza vi piacerebbe collaborare in futuro?
L.T.: Certo che sì. Con Il gatto Squaz non si è limitato ad aggiungere le figure a un testo, ma lo ha reinterpretato in modo molto personale, creando di fatto una storia nuova che mi ha piacevolmente spiazzato. Qualche tempo dopo la premiazione di Blog&Nuvole l’ho rivisto in uno dei suoi numerosi travestimenti – un credibilissimo cantante punk alle prese con brani dei Dead Kennedys. Tra una prova e l’altra, e un paio di birre, gli ho detto appunto che mi sarebbe piaciuto ripetere l’esperimento, e lo confermo anche da sobrio, ma aggiungo che Squaz ne può tranquillamente fare a meno perché è un artista completo di parole e immagini, come ha dimostrato con il suo recente Minus Habens.
S.:Sì (tempo permettendo).