Topolino #3471: Il ritorno dell'Uomo falena

Topolino #3471: Il ritorno dell’Uomo falena

Su Topolino #3471, Topolino e Tip e Tap si imbattono nel misterioso ritorno di una leggenda metropolitana: l’Uomo Falena! A indagare sul mistero troviamo anche Max Topidoro, versione disneyana di Massimo Polidoro, uno dei volti più noti del C.I.C.A.P.
Sergio Badino e Andrea Malgeri realizzano una bella storia di impianto mystery, che ha come obiettivo quello di raccontare ai lettori il modus operandi di associazioni come il C.I.C.A.P., che cercano di capire se avvistamenti come questi o altre situazioni al limite dello scientifico presentano una spiegazione razionale e, appunto, scientifica.
Di tutto questo, vi parlo nel corso dell’usuale video disneyano del lunedì:

Anche in questa occasione sono andato abbastanza a braccio, per cui nel testo qui sotto vi riporto alcuni spunti con i link di approfondimento.
Innanzitutto sull’Uomo falena c’è l’approfondito The true origin of the Mothman legend, dove c’è l’associazione tra Mothman e Batman. In effetti forse più che al Batman di Adam West, una possibile ispirazione per il nome dato all’apparizione potrebbe anche essere il Killer Moth di Bill Finger e Dick Sprang, uno dei nemici del Crociato Incappucciato che aveva esordito nel 1951.
Torniamo all’Uomo falena: nell’articolo di cui sopra viene raccontato in particolare il coinvolgimento di Gray Barker e John Keel, che proposero una spiegazione ufologica degli avvistamenti. La curiosità sta nel fatto che, dopo la morte di Barker, alcuni ufologi affermarono che quest’ultimo, in realtà, non credeva agli UFO!

Il metodo scientifico

Nel video non ho tracciato una vera e propria storia del metodo scientifico, ma mi sono limitato a citare alcuni nomi importanti per la sua codifica, come ad esempio il “nostro” Galileo Galilei o l’inglese Isaac Newton. Tra i suoi precursori, però, va contato Leonardo Da Vinci, che d’altra parte, proprio come Galilei e Newton, si era avvicinato a tale metodo a partire dal trattato di ottica geometrica dell’arabo Alhazen.
Volendo ridurre all’essenziale il metodo scientifico, quest’ultimo consiste nell’osservazione di un dato fenomeno, nell’ideazione di un esperimento che lo riproduca, permettendoci di ricavare dei dati da cui estrapolare una legge matematica che lo descriva. A partire da questa legge è poi possibile ricavare ulteriori considerazioni, fare in pratica delle previsioni su ciò che potrebbe accadere in alcune situazioni. A quel punto si, in un certo senso, anticipano le osservazioni progettando un nuovo esperimento che ci permetta di verificare queste previsioni, confermando ulteriormente la validità della legge matematica dedotta con il primo esperimento.
Un altro modo per validare la legge matematica è anche quello di aspettare che avvenga una verifica alternativa condotta da un altro ricercatore.
La storia dei comitati “scettici” italiano e statunitense ve la lascio approfondire tramite le due rispettive pagine wiki. Voglio solo ricordarvi che nel caso del C.I.C.A.P. fondamentale è stato innanzitutto il ruolo di “aggregatore”, più che di fondatore, di Piero Angela, senza dimenticare anche l’apporto dello stesso Polidoro. In ambito statunitense, invece, non posso non ricordare Martin Gardner, noto soprattutto per la sua rubrica sulla matematica ricreativa su Scientific American.