Topolino #3402: Ritorno a casa
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Topolino #3402: Ritorno a casa

E così, dopo un avventuroso viaggio tra i fili d’erba popolati da vari insetti, Qui Quo Qua ritornano alle dimensioni normali. L’avventura scritta da Sergio Cabella per i disegni di Giampaolo Soldati si conclude con un volo dei nipotini sopra il prato accanto al laboratorio di Archimede a bordo di una specie di nido d’uccelli dotato di ruote, ovvero gli onischi arrotolati, di fanali, due lucciole, una per lato, e con due bombi come motori.

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Un bombo su un fiore – via commons
I bombi sono imenotteri appartenenti alla famiglia delle apidi: non a caso vengono si dice che siano delle api più grosse. D’altra parte i colori non sono dissimili: gialli a bande nere. E come le api, vanno di fiore in fiore per raccogliere il nettare che serve come nutrimento della colonia. Rispetto alle api, però, risultano meno aggressivi, anche se dotati comunque di pungiglione. Per contro, però, i bombi possono pungere più e più volte, a differenza delle api che pungono solo una volta.
Generalmente i bombi non superano l’inverno: gli unici individui in grado di superare la stagione fredda sono le femmine fecondate che, trovato un riparo, entrano in letargo, per poi svegliarsi con l’inizio della bella stagione e iniziare la costruzione del nido dove far crescere i piccoli bombi.
Tra le curiosità intorno a questi insetti c’è una leggenda metropolitana nata nel XX secolo che afferma che per le leggi dell’aereodinamica, i bombi non potrebbero volare.
Tale leggenda è probabilmente originata da Le vol des insectes (Il volo degli insetti), testo del 1934 scritto dall’entomologo Antoine Magnan. Il francese applica le equazioni sulla resistenza dell’aria al moto degli insetti, ottenendo che il loro volo sarebbe impossibile. Il problema sorge dalla semplificazione matematica applicata nei calcoli, che trascura lo stallo aereodinamico. Questo è un effetto che genera dei vortici che permettono di generare una portanza in grado di “sostenere” gli insetti in volo.
Anche il biologo John Maynard Smith sostenne che i bombi non avrebbero potuto mantenersi in volo, a causa dell’energia necessaria, ritenuta ben superiore a quella che le piccole ali dei bombi possono generare. Esperimenti successivi, però mostrarono come la viscosità relativa dell’aria era tale che persino le piccole ali dei bombi erano in grado di spostare flussi sufficienti da sostenere gli insetti, riducendo così l’energia necessaria per mantenersi in volo.
Alla fine, come scritto all’inizio, sono proprio i bombi a riportare sani e salvi i nipotini tra le mani di Paperino e Paperone, non senza attimi di tensione dovuti all’attacco di un passerotto, evidentemente interessato a mangiare uno dei bombi. La saga, che ad ogni numero è stata accompagnata da un articolo di approfondimento, effettivamente risulta un po’ povera nel suo complesso senza l’accompagnamento di questi approfondimenti, anche se indubbiamente un’idea interessante, considerando che il tema della miniaturizzazione, fuori dal mondo dei supereroi (con Ant-Man e Atomo) non è molto diffuso salvo rari periodi in cui diventa improvvisamente di moda.

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