Topolino #3341: Il furto dell’inverno
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Topolino #3341: Il furto dell’inverno

Torna Massimo Fecchi sulle pagine di Topolino. Il disegnatore italiano in forze alla Egmont realizza una tipica storia fantascientifica di Pat e Carol McGreal, con tutti i pregi e i difetti del caso.

Cambiamenti climatici

La storia è abbastanza semplice: mentre a Paperopoli siamo in pieno inverno, nel lontano pianeta Kefred hanno un grosso problema. Il loro inverno perenne si è tramutato in una torrida estate perenne. Pianeta di eccessi, decide di invadere la Terra per rubare l’inverno. Con una scena spettacolare a metà strada tra Indipendence Day e Guida Galattica, la flotta di Kefred aspira tutta la neve e il ghiaccio e riparte verso il suo pianeta, lasciando in particolare i paperopolesi a soffrire per il caldo. E ovviamente, da bravi statailisti ignoranti, chiedono alle autorità, ovvero al sindaco, di trovare una soluzione. E questa soluzione è un viaggio interstellare di Paperone e nipoti insieme con il solito Archimede Pitagorico.
La storia, che tratta in maniera decisamente superficiale argomenti come l’alternanza delle stagioni e i cambiamenti climatici, e per questo sarebbe stato utile accompagnarla da un articolo di approfondimento, propone alcuni spunti interessanti che andremo immantinente ad approfondire.

Vita sottozero

Il pianeta Kefred viene descritto come un mondo sviluppatosi in uno stato di perenne inverno, una situazione in cui, ad esempio, sembrerebbe trovarsi Europa, uno dei satelliti di Giove. La sua temperatura superficiale non è, infatti, mai sopra lo zero, ma da alcuni dati ottenuti dalle sonde che sono state inviate verso Giove, si è scoperto prima la presenza di getti di vapore sulla sua superficie, quindi, notizia recente, vere e proprie tracce d’acqua, che rendono ottimisti sulla possibilità di scoprire tracce di vita sotto i ghiacci d’Europa.
D’altra parte, nonostante le basse temperature superficiali (la temperatura massima raggiunge i -148 °C), l’interno del satellite potrebbe risultare più caldo a causa delle forze di marea causate dalla vicinanza a Giove.
Ovviamente ciò mantiene in piedi tutta una serie di ipotesi su possibili forme di vita che potrebbero essersi sviluppate su Europa: le più gettonate sono batteri e amebe, ma ispirandosi ad ambienti estremi presenti sulla Terra, ci potrebbero essere anche esseri come vermi tubo giganti, crostacei, molluschi, ma difficilmente forme di vita intelligenti di tipo tecnologico, come invece avviene su Kefred. E’ più ragionevole, allora, supporre che la popolazione che occupa quel pianeta si sia installata dopo essersi sviluppata su un altro pianeta. D’altra parte la condizione minima per parlare di pianeta abitabile è la presenza di acqua liquida, cosa piuttosto difficile da prendere in considerazione su un pianeta dall’inverno perenne.
C’è anche un altro piccolo dettaglio che suggerirebbe di essere di fronte a una popolazione dalla tecnologia particolarmente avanzata.

Sfera di Dyson planetaria

Per provare a risolvere la situazione, il caposcienziato di Kefred ha messo al lavoro gli ingegneri del pianeta per costruire una sfera di cristallo intorno al pianeta. Si può ovviamente criticare l’idea di voler costruire una sfera di cristallo per abbassare la temperatura senza alcun sistema refrigerante, però è fuori di dubbio che tale idea sembra essere ispirata alla famosa sfera di Dyson(3).
Nel 1960(1) il fisico Freeman Dyson, a proposito di possibili civiltà extraterrestri, ha avanzato una proposta interessante:

Se esistono esseri extraterrestri intelligenti e hanno raggiunto un elevato livello di sviluppo tecnologico, è probabile che un sottoprodotto del loro metabolismo energetico sia la conversione su larga scala di luce stellare in radiazione infrarossa. Si propone che la ricerca di fonti di radiazione infrarossa dovrebbe accompagnare la ricerca recentemente avviata per le comunicazioni radio interstellari.

In questo caso, però, gli abitanti di Kefred trasformano il loro pianeta in un grande emettitore di energia, con un’emissione paragonabile a quella di Giove ma con dimensioni paragonabili a quelle della Terra o di un satellite come il già citato Europa. Inoltre, se adottiamo la classificazione delle civiltà extraterrestri proposta da Nikolai Kardashev(2), possiamo considerare gli abitanti di Kefred come in una fase di transizione tra la civiltà di livello 1, ovvero in grado di manipolazione delle risorse planetarie, a una civiltà di livello 2, ovvero in grado di controllare energie stellari. A questi due livelli ne esiste un terzo, dove vanno messe le civiltà in grado di gestire risorse di tipo galattico.


  1. Freeman J. Dyson (1960). Search for Artificial Stellar Sources of Infrared Radiation Science, 131 (3414), 1667-1668 doi:10.1126/science.131.3414.1667 
  2. N. Kardashev, Transmission of Information by Extraterrestrial Civilizations (in Russian), Astronomicheskii Zhurnal, 41, 282 (1962), English translation, Soviet Astronomy AJ, 8, 217 (1964). 
  3. Freeman J. Dyson, & Richard Carrigan (2009). Dyson sphere Scholarpedia, 4 (5) doi:10.4249/scholarpedia.6647 

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