Topolino #3292: Minaccia dal futuro
Mentre inizia sull’ultimo Topolino del 2018 la parodia di Orgoglio e pregiudizio realizzata da Teresa Radice e Stefano Turconi, giunge alla penultima puntata la saga Alla ricerca di Topolino con cui l’editore scandinavo Egmont la Disney ha celebrato il novantesimo genetliaco del personaggio ideato da Walt Disney e Ub Iweks.
La due facce della verità
Come intuibile dal titolo dell’episodio, Minaccia dal futuro, il comprimario della storia scritta da Francesco Artibani è il buon Eta Beta, l’uomo del domani la cui provenienza temporale viene aggiornata al 2447.
Il filo rosso della storia è la verità e come ci approcciamo a essa. Insieme con Eta Beta, infatti, arriva nel presente di Topolino Flip il gangarone con una sua amica affetta da zizzosi: come sanno i lettori storici del personaggio, quando un gangarone è affetto da zizzosi, tutti coloro che gli stanno intorno sono costretti a dire la verità. Questo genera un po’ di imbarazzo in Topolino nelle scene iniziali e situazioni al limite dell’incredibile nel corso della storia, mettendo a confronto due filosofie distinte: quella rappresentata da Eta Beta per cui, in fondo, la verità non dovrebbe mai imbarazzare, basta accettarla, e quella rappresentata da F’Woff, l’acchiappagangaroni che vuole utilizzarli per portare caos sul suo pianeta e conquistare il potere proprio grazie alla verità e al fatto che in fondo nessuna civiltà riesce a sopportare un eccesso di sincerità1.
Lorenzo Pastrovicchio, disegnatore dell’episodio, grazie alla dinamica sceneggiatura e ai particolari poteri di F’Woff da un lato e del gonnellino di Eta Beta dall’altro, mostra tutte le sue in più occasioni decantate capacità anche in una storia dalla struttura classica.
Anche questa volta i colori di Emanuele Ercolano hanno una buona resa sia su stampa sia in digitale, a differenza di quanto avvenuto con i primi episodi.
Antigravità
Vista la presenza di Eta Beta, Artibani propone una interessante tecnologia futuristica, che ovviamente sfrutto per allungare un po’ l’articoletto. In particolare l’uomo del domani estrae dal suo gonnellino un motore antigravitazionale.
Potrei scomodare Nikola Tesla e i suoi brevetti per un apparato per il trasporto aereo2, però mi sembra più interessante citare l’effetto Meissner osservato per la prima volta nel 1933 dai fisici tedeschi Walther Meissner e Robert Ochsenfeld. Il fenomeno consiste nell’espulsione da un superconduttore di un campo magnetico durante la sua transizione allo stato superconduttivo. In pratica un superconduttore è un conduttore con una resistenza elettrica nulla scoperto nell’aprile del 1911 dal fisico olandese Heike Kamerlingh Onnes.
Grazie all’effetto Meissner è possibile far levitare un magnete sopra un superconduttore raffreddato da azoto liquido: ecco la levitazione magnetica, la cosa più simile a un motore antigravitazionale che abbiamo a disposizione al momento, utilizzata ad esempio in alcuni treni superveloci in Giappone, anche se la tecnologia è stata utilizzata a più riprese in vari altri paesi come Stati Uniti e Germania. In qualche modo la ricerca sui treni levitanti si incrocia anche con le ricerche del fisico russo Andre Geim, che vinse il Premio Nobel per la fisica nel 2010 (insieme con Konstantin Novoselov) per le sue ricerche sul grafene, ma che nel 2000 ottenne l’altrettanto ambito (anche se dipende dai punti di vista) IgNobel (insieme con Michael Berry) per aver fatto levitare una rana:
La recensione completa del numero verrà pubblicata sabato o domenica su DropSea
Una lettura interessante su quanto un eccesso di sincerità rischia di essere deleterio è il bel romanzo distopico Il ribelle di Veritas di James Morrow ↩