Lo strano legame tra la Poldavia e la matematica

Il drago blu (Le Lotus bleu) è la quinta delle Avventure di Tin Tin, il giornalista ideato dal fumettista franco-belga Hergé. Pubblicato in origine tra il 9 agosto 1934 e il 17 ottobre 1935, per poi avere una prima edizione in volume nel 1946, citò al suo interno la Poldavia, piccolo staterello balcanico, uno dei tanti immaginari che, tra fantasia e realtà, costituivano la geopolitica dei fumetti d’avventura.

Il consodel della Poldavia a sinistra e l'ambasciatore del Giappone a destra

Il console della Poldavia, a sinistra, e l’ambasciatore del Giappone, a destra

La Poldavia, però, non era stata inventata da Hergé, bensì era stata inventata nel 1910 dagli studenti dell’École Normale Supérieure, per poi venire rilanciata nel 1929 da una burla di un giornalista dell’estrema destra:

(…) la Poldavia era un regno, ora occupato da una potenza straniera, il cui principe Luigi Voudzoï era morto esule in Francia. (…) La triste storia del “paese martire” fu poi rilanciata da Raymond Queneau, futuro fondatore dell’Oulipo e in contatto con i bourbakisti, in Pierrot mon ami del 1942. La Poldavia costituirà negli anni uno degli anelli di congiunzione tra Bourbaki e il gruppo dell’Oulipo, fino a quando, a partire dal 1985, essa comparirà nello sfondo di molte scene della trilogia La Belle Hortense di Jacques Roubaud.

Il gruppo dei bourbakisti presenti nella citazione precedente tratta da uno splendido articolo di Marco Fulvio Barozzi era, in effetti, un gruppo di giovani matematici che, con delle regole che ricordano un po’ il famoso Fight Club, portarono avanti nel corso dei decenni a partire dal 1935 le attività del più famoso dei matematici immaginari, Nicolas Boubarki, che come è ovvio era un membro preminente della Reale Accademia delle Scienze della Poldavia. Uno degli aspetti più divertenti della storia è la notizia del suo arresto nel 1939 da parte del controspionaggio finlandese: chissà se anche questa notizia, palesemente falsa, ha un qualche contenuto di verità!