Race for the Moon: Trambusto nei cieli
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Race for the Moon: Trambusto nei cieli

Quella che segue è la mia traduzione di una pagina uscita sul secondo numero di Race for the Moon, di cui vi avevo già proposto un estratto settimana scorsa. La traduzione l’avevo già pubblicata su DropSea e racconta in una paginetta di autore ignoto una delle possibili ipotesi sull’estinzione dei dinosauri. Prima di approfondire un attimo la questione, vi lascio alla lettura del fumetto, che considero in pubblico dominio così come l’originale in inglese:

trambusto_nei_cieli

Delle cinque estinzioni(4) che si sono succedute sulla Terra, quella più famosa è l’ultima, non solo perché ha liberato nicchie ambientali per i mammiferi, ma anche perché la maggior parte dei dinosauri, quelli giganteschi, si sono estinti. All’incirca 65 milioni di anni fa, tra il Cretaceo e il Paleocene, almeno un enorme asteroide si è schiantato sulla superficie della Terra. Ad avanzare tale ipotesi era stato Luis Alvarez, premio Nobel per la fisica nel 1968(1), insieme con il figlio geologo, Walter Alvarez. I due, insieme con i chimici Frank Asaro e Helen Vaughn Michel, scoprirono che in diversi detriti provenienti da varie parti del mondo e risalenti proprio al periodo dell’estinzione dei dinosauri si riscontrava una concentrazione di iridio di molto superiore rispetto a quella normalmente presente sulla Terra(3). Questo è un metallo di transizione scoperto nel 1803 da Smithson Tennant e piuttosto raro sulla superficie del nostro pianeta, mentre si trova in grande abbondanza sugli asteroidi. Fu questa constatazione, alla fine, a spingere il gruppo dei due Alvarez a proporre l’idea della caduta di un gigantesco asteroide come causa dell’estinzione dei dinosauri.
Le tracce fossili di alcuni giganteschi impatti, come ad esempio quelle trovate nella penisola dello Yucatan, sembrano effettivamente avvalorare tale tesi. Tali tracce suggeriscono che l’asteroide-killer doveva avere un diametro di circa 15 chilometri, generando durante l’urto un’energia paragonabile a quella di un miliardo di bombe atomiche. Questa energia venne liberata attraverso gigateschi tsunami che portarono per molti chilometri nell’entroterra diverse forme di vita marine, come dimostrano i molti fossili di tal genere ritrovati in zone dove il mare non è mai stato presente.
L’idea degli Alvarez, però, non era nemmeno così nuova: nel 1953 i geologi Allan O. Kelly e Frank Dachille, analizzando la geologia del pianeta, suggerirono che nel suo passato la Terra fosse stata colpita da diversi asteroidi giganti, causando uno spostamento angolare dell’asse terrestre, inondazioni in tutto il mondo, incendi, formazione di nubi di polveri nell’atmosfera fino all’estinzione dei dinosauri2. All’epoca non c’erano prove sufficientemente solide per avvalorare la tesi dei due geologi: si è così dovuto attendere le osservazioni puntuali del gruppo degli Alvarez e le successive verifiche geologiche.


  1. per il suo contributo determinante alla fisica delle particelle elementari, in particolare, la scoperta di un gran numero di stati di risonanza, resa possibile attraverso il suo sviluppo della tecnica della camera a bolle con l’impiego di idrogeno e l’analisi dei dati 
  2. Kelly, A. O.; Dachille, F. (1953). Target: Earth – The Role of Large Meteors In Earth Science. Carlsbad, California. 
  3. Alvarez, L.W.; Alvarez, W.; Asaro, F.; Michel, H. V. (1980). Extraterrestrial cause for the Cretaceous–Tertiary extinction. Science. 208 (4448). doi:10.1126/science.208.4448.1095 
  4. Raup, D.; Sepkoski Jr, J. (1982). Mass extinctions in the marine fossil record. Science. 215 (4539): 1501–03. doi:10.1126/science.215.4539.1501 

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