
Persi nell’AI
Era il 20 luglio del 2017 quando Chester Bennington, voce dei Linkin Park, si toglieva la vita. L’ipotesi più accreditata sull’evento che lo ha spinto a prendere l’estrema decisione è legata al suicidio del 18 maggio del migliore amico di Bennington, Chris Cornell, leader dei Soundgarden e degli Audioslave. Nello spazio di pochi mesi ci lasciarono due grandi artisti: in particolare la morte di Bennington mi colpì per ben due motivi. Innanzitutto la loro musica segnò buona parte degli ultimi 20 anni, e poi avvenne in un periodo personale particolarmente delicato.
In ogni caso i Linkin Park hanno segnato in maniera abbastanza importante la musica degli ultimi 20 anni, non solo con il loro stile particolare, fatto di due voci e di una commistione di generi differente, nata dagli interessi disparati del rapper e polistrumentista Mike Shinoda, ma anche dal punto di vista estetico. Non poteva, infatti, non colpire il video del loro primo singolo di successo, In the end, tratto dal loro album d’esordio Hybrid Theory, un vero e proprio piccolo corto post-apocalittico che in qualche modo anticipava uno dei temi cui si discute oggi maggiormente, i cambiamenti climatici di origine antropica.
E per ribadire la loro propensione a essere sempre in prima linea nel proporre novità ai fan, in occasione del ventennale di Meteora, il loro secondo album, uscito a fine marzo 2003, hanno rilasciato un video piuttosto particolare relativo a un demo inedito in cui possiamo riascoltare la splendida voce di Chester Bennington. Quello di Lost è, infatti, un video animato che è stato realizzato, insieme ai video dei demo di Meteora, da Jacky Lu, co-fondatore di e creatore di Kaiber, intelligenza artificiale del tipo text-to-image in grado anche di realizzare animazioni a partire da testo e/o musica.
Il video, che indubbiamente mostra le potenzialità del progetto di Lu e soci, ha sollevato non poche polemiche tra i fan: secondo i più irriducibili, Chester meritava dell’arte autentica per la sua memoria. Non un qualcosa fatto da un programma.
Questa reazione ci dice alcune cose interessanti: intanto quanto Bennington sia diventato un riferimento per moltissimi fan della band, e come l’arte generata dalle intelligenze artificiali non sia considerata vera arte. A voler essere strettamente pignoli, almeno in questo caso specifico, non c’è molta differenza tra il video di Lost e un video animato realizzato con, per esempio, Blender. La principale differenza sta solo nel modo in cui si programma, o istruisce il software nella produzione del video finale. Immagino che qualcuno potrebbe trovare questo punto di vista particolarmente estremo, soprattutto perché, in ogni caso, l’uso di Blender implica una certa dose di creatività da parte di chi quel video lo realizza. E qui, alla fine, sta il punto: vogliamo forse negare la creatività di Jacky Lu nella programmazione e poi nell’uso di Kaiber? O forse, nonostante sia il creatore dell’intelligenza artificiale utilizzata, va equiparato a un utilizzatore qualunque della sua creatura? Se così fosse, perché Shinoda non ha deciso di realizzare egli stesso il video, lasciando invece tutto in mano a Lu?
Con i Linkin Park e l’intelligenza artificiale non ho concluso e ci aspetta una seconda puntata, questa volta su una questione eticamente più delicata.