La filosofia di Carl Barks
Uno degli aspetti più interessanti con il quale confrontarsi affrontando non solo il primo Paperone, ma soprattutto la sua evoluzione, è la filosofia barksiana relativamente alla politica e alla ricchezza.
In particolare è utile osservare come, pur risultando schivo e burbero, Paperone presenta già un aspetto essenziale e fortemente libertario della sua personalità: chiunque deve avere un’opportunità per rivelare il proprio potenziale.
Barks conferma e rende esplicita tale interpretazione in questa lunga citazione:
Ho sempre visto i paperi come caricature degli esseri umani. Nel rileggerne le storie, ho realizzato di avere raggiunto una qualche profondità in alcune di esse: c’era una filosofia lì dentro che non mi ero reso conto che stavo inserendo. Era una caratteristica aggiunta che è andata avanti con le storie. Penso che molta della filosofia nelle mie storie è conservativa; conservativa nel senso che sento che la nostra civiltà ha raggiunto il picco intorno al 1910. Da allora abbiamo iniziato ad andare in discesa. Buona parte della cultura più vecchia aveva qualità di base che le nuove idee che continuiamo a macchinare non possono mai eguagliare.
Guardate alla magnificenza di cattedrali e palazzi che sono stati costruiti. Nessuno riesce a costruire qualcosa del genere al giorno d’oggi. Inoltre, credo che dovremmo preservare molti vecchi ideali e metodi di lavoro: onore, onestà, consentire alle persone di credere nelle proprie idee, non provare a forzare ognuno in una forma. Ciò che ho contro l’attuale sistema politico è che cerca di rendere tutti esattamente uguali. Dovremmo avere un milione di forme differenti.
Dicono che persone benestanti come i Vanderbilts e i Rockefeller sono peccaminose poiché hanno accumulato fortune sfruttando i poveri. Sento che chiunque dovrebbe essere in grado di salire più in alto di quel che può o vuole, a patto che essi non uccidano nessuno o realmente opprimano altre persone durante la salita. Un piccolo sfruttamento è qualcosa che viene dalla natura. Lo osserviamo nella gerarchia degli animali: ognuno deve essere sfruttato o sfruttare qualcun’altro in una certa misura. Non sono sdegnato per queste cose.1
E a proposito di Barks: https://inchiostroevecchifumetti.wordpress.com/2018/01/01/zio-paperone-70-anni-e-non-sentirli-capitolo-iii/