Il saluto all’Africa, un viaggio su un mercantile che trasporta animali selvaggi, un capitano che segue una rotta non convenzionale, per evitare porti in cui ha lasciato cattivi ricordi; equipaggio tenuto all’oscuro dei pericoli del carico, una tempesta che libera i leoni a bordo, un dedalo di cunicoli oscuri in cui inseguirli, rischiando l’agguato a ogni svolta; e infine i pirati che attaccano la nave.
Questi gli ingredienti scelti da Gianfranco Manfredi per Adam Wild #12 – L’arca e che Paolo Raffaelli mette sulla pagina con campi di bianco e nero in violento contrasto, che sottolineano ogni tratto d’espressione e valorizzano la fisiognomica dei personaggi.
Eppure con tutta questa ricchezza, la lettura dell’albo lascia l’impressione che niente sia accaduto. Il motivo di questa dissonanza sta nel fatto che tutto ciò che accade si ferma a livello dell’azione. L’intreccio mette in fila gli avvenimenti, ma non crea mai una crisi che consenta di scoprire qualcosa di nuovo; né sui personaggi né sullo scenario. Per quanto densa e veloce, la storia si risolve in una faccenda di ordinaria amministrazione. Adam, Amina e il Conte sventano ogni pericolo senza batter ciglio, le tensioni si disinnescano velocemente o restano un elemento sfocato.
La dodicesima avventura di Adam Wild, con la sua ricchezza di elementi non sfruttati, ben rappresenta la seconda fase della serie, costituita da avventure episodiche che non fanno evolvere né i personaggi né lo scenario generale.
Abbiamo parlato di:
Adam Wild #12 – L’arca
Gianfranco Manfredi, Paolo Raffaelli
Sergio Bonelli Editore, settembre 2015
98 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,30 €
ISBN: 977238503300350012