Apripista della prima serie dei Classici del fumetto di Repubblica, il personaggio creato da Hugo Pratt torna nella sesta uscita della seconda collana con una raccolta che intende unire il suo primo periodo (i primi tre racconti brevi che hanno seguito Una ballata del mare salato) con l’ultima storia di Corto Maltese, Mu, quasi a voler presentare, in un perfetto quadro di insieme, l’evoluzione dello stile di Pratt e della sua creatura, una delle più belle figure di antieroe della storia del fumetto mondiale. Purtroppo la scelta del materiale proposto è caduta sulle versioni ricolorate anni fa, con le strisce rimontate per adattarle a questo formato editoriale (diverso dall’originale), probabilmente non ad opera di Repubblica, ma bensì delle Edizioni Lizard, che avevano usato questa strada per la pubblicazione dell’opera del maestro veneziano nella loro collana I tascabili Lizard. Nonostante, quindi, le critiche che possiamo muovere per come l’arte di Pratt venga trattata (purtroppo nella maggior parte delle volte in cui è stata proposta negli ultimi anni) e rammaricarci di come in questa veste si rischi di perdere il ritmo delle vignette, dei dialoghi, delle tavole del grande autore italiano, la lettura del volume rimane un’esperienza che personalmente definirei appagante. Sia che si tratti delle storie più avventurose, quelle cioé del primo Corto, o di quelle più metafisiche ed esoteriche come la qui riportata Mu, che ne è forse l’esempio più evidente. Il personaggio protagonista del volume è una figura affascinante, profonda e scanzonata al tempo stesso, che appassiona il lettore sia nelle scene d’azione e negli atteggiamenti da eroe maledetto, sia nelle parti in cui vengono approfondite storie, leggende e segni esoterici. Il tratto di Pratt risente della colorazione a posteriori, perdendo i contrasti tra bianchi e neri che ne costituiscono una delle caratteristiche; francamente, la spiegazione nell’introduzione secondo la quale il colore donerebbe fascino alle storie suona quasi come una beffa. Il tratto, da Il segreto di Tristan Bantam a Mu si fà più essenziale, morbido, meno realistico certamente, ma sempre efficace. Se le tre storie raggruppate sotto il nome di Suite Caribeana sono ottimi esempi di avventura, già pieni della passione di Pratt per i misteri delle civiltà scomparse o misteriose, capaci di unire scene e personaggi che nulla hanno da invidiare a film stile “Indiana Jones” ad un gusto per dialoghi colti, particolari, ricercati, con Mu, la città perduta Corto Maltese abbandona l’avventura classica per seguire percorsi fatti di visioni e simbolismi, affrontati sempre con quel gusto per l’ironia un po’ sfrontato che è proprio del personaggio, ma anche del suo creatore. L’ultima avventura di Corto è una storia discussa che ha diviso gli appassionati; sicuramente un passo avanti ulteriore dopo Favola a Venezia, verso una ricerca di nuovi orizzonti per un marinaio che nelle sue vicissitudini ha percorso molti mari. Sarebbe stato bello scoprire cosa aveva in mente, quali terre Pratt avrebbe fatto visitare al suo più noto ed amato personaggio. Classici o non classici, in ogni valutazione che si voglia fare su questa e sulla precedente serie dei “classici a fumetti” allegati al quotidiano, Corto Maltese rimane un protagonista immancabile. (Ettore Gabrielli).