
L’ingresso nella Air Force Academy lo vede reporter televisivo per la rete AFRTS (American Forces Radio & Television Service), il cui quartier generale è a Ramstein, in Germania. L’incontro con un collega appassionato di fumetti lo introduce all’ambiente dei comics indipendenti di quegli anni e alla lettura di opere quali Watchmen, Il Ritorno del Cavaliere Oscuro e Love & Rockets.
Impegnato a realizzare servizi giornalistici ad appannaggio dei suoi connazionali trasferiti in Europa, come primo incarico documenta un disastro aereo causato dallo scontro di due Jet italiani.
In quest’ambiente matura il suo interesse per la regia che lo porta a scrivere una sceneggiatura televisiva dal titolo Dead Air, della quale disegna anche tutti gli storyboards. Questo progetto, visionato dall’editore Slave Labor Graphic che ne chiede i diritti per la pubblicazione, diventa il suo primo lavoro nel campo dei fumetti.

Con la realizzazione, sempre per la Caliber Press, della miniserie Grafik Muzik (titolo ispirato a due negozi parigini, l’uno di arti grafiche e l’altro di dischi) Allred compie la sua prima vera commistione di generi, che spaziano “dall’approccio musicale al disegno” (definito da Allred come “rock’n’roll graphic sensibility“) alla scrittura cinematografica applicata alla costruzione delle tavole. Nei fatti Grapik Muzik si rivela un contenitore di stereotipi e cliché che attingono dall’hard-boiled, l’horror e la fantascienza, uniti da un pizzico di romanticismo.

In questo folgorante debutto facciamo la conoscenza dell’eccentrico cast di personaggi composto dai maldestri Dr. Flem e Dr. Boiffard, l’assistente di laboratorio Gale e dalla bellissima Josephine “Joe” Lambard, che compongono l’unica e peculiare famiglia disfunzionale del nostro eroico Frank. In Oddity Odyssey, ricca d’azione e rocamboleschi combattimenti a colpi di yo-yo contro il malvagio Monstadt, Mike Allred inizia lentamente ad alzare il velo sulle origini della sua creatura. Un John Doe morto in un incidente stradale e riportato in vita da Flem e Boiffard durante un esperimento, che si risveglia privo di memoria e si accorge di possedere abilità particolari: una profonda empatia e straordinari poteri psichici amplificati da un’antenna sensoriale-pineale posta sulla fronte e in grado di esaltare la dimensione onirica fatta di sogni premonitori e dialoghi con il proprio Io. Racconto seminale per tutta la produzione futura, unisce temi avventurosi e divertenti con digressioni filosofiche sull’universo, Dio, l’amore e l’inafferrabile senso della vita, riuscendo nel contempo a colmare le distanze tra l’attitudine commerciale della produzione supereroistica e lo stile riflessivo del fumetto indipendente.

Nel 1994 inizia la nuova serie di Madman, pubblicata in America dall’etichetta Legend della Dark Horse e, a suo tempo, in Italia in quattro volumi dall’editore Magic Press, presentata da Mike Allred come una serie dove tutto può accadere. Grazie a queste nuove avventure, Frank Einstein diventa un personaggio di culto.
Madman compie così il passo definitivo verso la consacrazione a fenomeno artistico popolare (status al quale ambiva, forse, sin dagli esordi), atteggiandosi quale ideale punto d’incontro tra influenze letterarie, b-movies, temi fantascientifici, tematiche cosmiche e religiose rivisitate e riassemblate da Allred. Nella stessa ottica della Pop art, che attinge al quotidiano per manipolare e rielaborare soggetti che divegono manifestazione artistica, nelle avventure di Frank Einstein l’autore rivisita oggetti, ambienti, creature e mostri provenienti dalla cultura e sottocultura americana degli anni ’50, riproponendoli e rifacendoli propri. Un accostamento alla Pop art che è squisitamente visivo, che affonda le radici nelle opere di Alex Raymond e che consente a Madman di raggiungere lo status d’icona pop.

Nel 2001, grazie all’interessamento di Joe Quesada, Mike Allred approda alla Marvel Comics. A differenza delle precedenti collaborazioni per la realizzazione di due numeri di Ultimate Marvel Tam-up, questa volta è chiamato ad occuparsi della serie regolare X-Force. Il coinvolgimento dello sceneggiatore Peter Mlligan e la garanzia di poter lavorare a nuovi personaggi lo convincono ad accettare questo progetto. La serie (che dopo quattordici numeri cambia denominazione in X-Statix per poi chiudere con il numero 26) si dimostra profondamente sperimentale, cinica e violenta nel suo approccio al genere supereroistico, evidenziandosi come l’opera più rivoluzionaria e vicina al fumetto indipendente che la Marvel abbia mai prodotto. La decisione di Milligan di utilizzare il personaggio di Diana Spencer facendolo resuscitare nella serie, scatenò proteste e malumori da parte della stampa (specialmente quella britannica) portando l’autore a desistere dal suo progetto 3.
Nel 2007 assistiamo al ritorno di Frank Einstein nella serie, edita dalla Image, Madman: Atomic Comics che dura diciassette numeri e che si conclude nel 2009. A questa fa seguito, nel 2011, lo one-shot All New Giant-Size Super Ginchy Special! che attualmente è anche l’ultima apparizione del personaggio.
Nel 2009 Mike Allred collabora con Neil Gaiman a una storia sul personaggio Metamorpho, contenuta nel settimanale della DC Comics, Wednesday Comics.
Tra il 2010 e il 2012 crea, su testi di Chris Roberson, la serie iZombie per l’etichetta Vertigo della DC Comics. La storia si sviluppa su 28 numeri e presenta un approccio molto particolare al genere zombie, tanto da innescare la produzione di una serie televisiva che ha appena debuttato negli Stati Uniti.
Nel 2013, Allred torna alla Marvel Comics e, all’interno del rilancio editoriale Marvel Now, disegna le storie scritte da Matt Fraction per FF, collana spin-off dei Fantastici Quattro.
Nel 2014, insieme a Dan Slott, ha dato il via alla nuova serie mensile di Silver Surfer, sulla quale è ancora al lavoro.

Madman, ancorato saldamente a temi fantascientifici e più in generale alle suggestioni culturali americane tout-court, sotto colori sgargianti e toni divertenti nasconde anche contenuti autobiografici dell’autore stesso, veicolati tramite il suo alter-ego Frank Einstein. Un personaggio dall’animo adolescenziale alla ricerca del suo passato e del significato della sua nuova esistenza, vittima della prepotenza dei beatnik, inseparabile dal diario nel quale annota riflessioni e resoconti delle sue mirabolanti avventure e timoroso di essere giudicato per il suo aspetto: segnato da cicatrici che gli ricoprono gran parte del corpo è in grado di trovare sicurezza solo nascosto dal suo costume. Questo suo senso d’inadeguatezza verso il mondo, i rapporti personali e l’amore, testimonia la condizione giovanile di Allred, segnato durante l’adolescenza dal divorzio dei genitori. Un avvenimento che spezzò la routine familiare, amplificando i controversi e comuni sentimenti di quegli anni carichi di ribellione, rabbia, acne e bullismo scolastico.

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Considerata all’epoca la Apple Records dei fumetti, in riferimento all’etichetta discografica creata dai Beatles che garantiva libertà creativa e opportunità commerciali ai nuovi talenti ↩
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Termine dispregiativo coniato nel 1958 dal giornalista Herb Caen come gioco di parole tra Beat generation e Sputnik, a sottolineare la distanza dei beat dalla società dell’epoca e la loro vicinanza all’ideologia comunista ↩
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La serie è stata ristampata da Panini Comics in sette volumi con cofanetto che compongono la X-Statix Collection ↩

