Un uomo privo di memoria, riportato in vita dal dottor Boiffard con il beffardo nome di Frank Einstein dopo essere stato a un passo dal toccare Dio, sfregiato, spaesato, capace di trovare fiducia in se stesso solo vestendosi con il costume di un supereroe riaffiorato dalla sua memoria perduta. Questo è Madman, una esplosione di situazioni e colori pop, dove avventure e personaggi da fumetto anni ’50 si susseguono in storie bizzarre e divertenti popolate da alieni, mutanti, robot senzienti, scienziati (più o meno) pazzi, complotti planetari, demoni e gangster.
Mike Allred, assistito nei colori da sua moglie Laura, ha creato un personaggio ed una serie dal tipico gusto retro’, eppure molto moderna. Moderna perché Madman è un personaggio “vivo”, realistico, con i suoi pensieri personalissimi tanto più reali quanto più vicini ai nostri, o a quelli che potremmo avere se fossimo noi il “matto”.
Frank condivide con il lettore tutti i dubbi e i pensieri frammentati della nostra “piccola” esistenza. Ecco come ad esempio una notte passata all’aperto in un bosco sia l’occasione per riflettere.
“È strano pensare che sono intrappolato dalla gravità sulla superficie di un oggetto che ruota. Cosa accadrebbe se la gravità venisse a mancare? Cosa accadrebbe se cominciassimo tutti a roteare nel cielo? Quanto a lungo potremmo sopravvivere?”
“Credo che sia in mezzo alla natura che cominci a sentire la realtà delle cose. Credere in Dio è più facile qui fuori che in una chiesa.”
“Dio mi sta osservando adesso? Mi chiedo quando il nostro sole morirà. Dio farà i bagagli per andare ad osservare qualcun’altro?”
“Buonanotte… …Dio.”
Non che le avventure di Madman non siano ricche di azione, scazzottate e corse folli. I robot impazziti si autoriproducono e rapiscono gli amici di Frank, il dottor Boiffard sperimenta su di sé un siero che lo fa evolvere in un enorme cervello e per questo viene rapito dal governo. Mentre Frank cerca di indagare sull’arrivo della nave di Big Guy (un personaggio “preso in prestito” da Frank Miller), salva un uomo quasi carbonizzato, per assistere poi alla trasformazione di questi in una sorta di “vomito vivente”, sconfitto a colpi di Alka-Seltzer. Nemmeno il tempo di tirare il fiato che viene rimpicciolito e deve salvarsi dai pericoli di un bagno pubblico. Tutto molto folle, tutto ai limiti dell’assurdo; azione pura e quasi liberatoria, con personaggi estremi e situazioni incalzanti da serie televisiva “pulp”.
Eppure in quante serie, a fumetti e non, potete immedesimarci nella filosofia di un eroe con tanta profondità pure bel bel mezzo di uno scontro? In Madman accade, e durante un lungo scontro, una interminabile scazzottata, penetriamo nei pensieri di Frank.
[Madman viene attaccato con un bastone] “Non ho paura della morte… …già vista, già provata.” [Madman scansa i colpi e tira un pugno all’avversario di turno] “È vivere che è duro. Esistere… può essere veramente doloroso.” [Salta e tira un calcio al volo, con tanto di KRAK contro una mandibola] “La vita è solo un esame per scoprire il nostro posto nell’epica classifica dei buoni e dei cattivi?” [Mentre viene fatto vorticare per le gambe e gettato contro una parete] “E se fossimo creature eterne e questo gioco del bene e del male fosse solo una trovata di Dio per spezzare la monotonia della nostra esistenza eterna?”
“O c’é davvero una sana malvagità che in qualche modo è sfuggita per mettere alla prova lui e tutto il suo creato? Se Dio ed il suo creato sono perfetti, come è potuto succedere?”
E continuando lo scontro Frank arriva candidamente alla conclusione che un mondo senza male sarebbe, in eterno, noioso.
“Dove sarebbe la sfida? Le avversità non portano forse ad apprezzare le cose?”
Madman è un personaggio vivo, dicevamo, con riflessioni apparentemente banali solamente perché tutti, prima o poi, in una forma o l’altra, le abbiamo fatte nostre.
Un personaggio scosso quando Astroman, il robot creato con i suoi ricordi e la sua personalità, viene ucciso al posto suo, o quando Astroman si “suicida” cercando i suoi ricordi smarriti. Spaventato quando frammenti del suo passato riaffiorano rivelando la sua vita precedente di spietato killer. Preoccupato di perdere la sua Joe, la ragazza a cui tanto è legato. Spinto a fare del bene, sempre cercando di riportare a casa la pelle, ma anche preda di momenti di crudo desiderio di vendetta per chi vuole fare del male ai suoi amici. Infine stupito, curioso e preoccupato per il suo ruolo, la sua identità che altri sembrano sapere meglio di lui.
Sono la nascita di un bambino, le parole di Boiffard prima di ascendere ad un livello più alto di quello umano, la tempesta su di un’isola praticamente deserta a liberarlo dai dubbi, dalla paura del suo passato e del suo futuro, o almeno a fargli vedere la strada.
“Forse è così che dovrei intendere la mia nuova vita. Come se fossi nato di nuovo. Una seconda possibilità. Non dovrei preoccuparmi di come ero prima. Conta quello che sono… adesso.”
A Madman, in passato pubblicato nel nostro Paese da Smoothouse Publishing, Magic Press e Play Press, a partire dallo scorso anno la Panini Comics sta dedicando una ristampa completa e ragionata in volumi, attualmente arrivata al terzo volume.