Enrique Breccia è un maestro dell’historieta, figlio di un genio (il grandissimo Alberto Breccia) dalla cui ombra ha saputo discostarsi adottando uno stile completamente diverso, del tutto personale e peculiare. In questo volume sono raccolte cinque storie giovanili, realizzate fra il 1972 e il 1976, in cui Breccia ha già raggiunto un’alta maturità artistica, con un segno essenziale di grande vigore espressivo. Poche pennellate, spesso stagliate su sfondi bianchi contrastanti, rendono alla perfezione le plumbee atmosfere delle storie di sconfitti. I soggetti riguardano un periodo storico che abbraccia circa un secolo e mezzo, dalla guerra di conquista contro gli indios dell’inizio dell’Ottocento, passando per la rivoluzione mesicana, arrivando alla guerra d’Algeria degli anni cinquanta. La grandezza di queste opere è anche nella capacità narrativa nel rendere le emozioni, la sofferenza, i patimenti di chi queste guerre le ha perse, per non dire subite.
Sono, in questo senso, “ordinarie” storie di sconfitti quelle che ci vengono presentate, ma assolutamente non banali grazie alla crudezza, senza eccessi gratuiti, con cui viene rappresentata la violenza dei vincitori nel sottomettere: di particolare pregio una scena di stupro in cui, senza quasi mostrare nulla, si avverte un brivido per la povera donna che subisce l’abuso. Ottima la cura editoriale di 001 Edizioni, che ripresenta opere pregiate, meno note rispetto ad altri lavori dell’autore ma altamente significative.
Abbiamo parlato di:
La guerra della Pampa e altre storie coloniali
Enrique Breccia
Traduzione di 001 Media Company & Service srl, Laura Gaspa
001 Edizioni, 2015
48 pagine, brossurato, bianco e nero – 9,90 €
ISBN: 978-8897846611
Nativo di Cuneo (10 settembre 1967), ma torinese d’adozione. Vive a Settimo Torinese. Ama, anzi si nutre di fumetti (ovviamente), cinema e serie TV. Qui ci vuole un punto se no sembra che si nutra anche di loro: adora i gatti (non che abbia qualcosa contro i cani, eh). Esordisce “criticamente” sul defunto – ma mai dimenticato – Infofumetti per poi approdare sui lidi dello Spazio Bianco. Qui, con molta fortuna ma anche grande gratificazione del suo ipertrofico ego, fa una carriera rapidissima, arrivando a diventare uno degli editor più attivi; finché un bel giorno subisce un grave distacco di retina (a cui ne seguirà un altro, circa 2 anni dopo), che lo costringe a ridurre drasticamente il suo apporto. L’amore per i fumetti e il legame d'amicizia con la redazione lo inducono comunque a non desistere e, ogni tanto, cerca di scribacchiare ancora qualcosa, principalmente sull'argomento che predilige, i supereroi.
Insomma da queste parti, in qualche modo e misura, lo troverete sempre.