E giunge il giorno in cui una delle migliori e più prestigiose riviste del fumetto pubblicate in Italia arriva al numero 200. Stiamo parlando di Zio Paperone, la rivista edita da Disney Italia e dedicata al mondo dei paperi e in particolare a Paperon de Paperoni, che ogni mese presenta una selezione di storie inedite e già edite di alcuni dei migliori autori disneyani del mondo.
La redazione: non solo Zio Paperone
La redazione della rivista, di fatto diretta da Lidia Cannatella, costituita dai filologi ed esperti di fumetto, in particolare disneyano, Alberto Becattini e Luca Boschi, è a bordo a partire dal numero 15, il primo dell’era Disney Italia. Come detto nell’articolo dedicato a ZP n.198, la pubblicazione vide la luce nel dicembre del 1987, per poi chiudere dopo 14 numeri e tre speciali e riprendere nel dicembre del 1990 appunto con la Disney Italia. In pratica il lavoro dell’attuale redazione decolla, però, a partire del numero 70, numero con il quale inizia la pubblicazione della Saga di Paperon de Paperoni, avventura in 12 puntate realizzata dal cartoonist Don Rosa, e che vede salire a bordo il nuovo copertinista Marco Rota.
La rivista subisce una rivoluzione grafica: pur mantenendo il logo a 24 carati (non si può immaginare nulla di meno per una rivista dedicata al papero più ricco del mondo), perde il Paperone carpiano che sbatte il pugno sulla scrivania, ma guadagna un’illustrazione in quarta di copertina, che riprende la copertina dell’albo o un’altra delle storie del sommario mensile. Nel frattempo i redazionali si fanno più corposi e precisi, necessitando la Saga di Rosa di una puntuale guida alla lettura.
Esperimenti di tal genere nei mesi precedenti erano già avvenuti, dando buoni frutti, su altre riviste disneyane: per alcuni numeri, ad esempio, Paperino Mese (oggi Paperino), anche sull’onda del successo del numero del cinquantennale del personaggio, presenta ogni mese la ristampa di storie rare ed importanti nella storia di Paperino&co. nel nostro paese, accompagnate da un breve articolo introduttivo di Luca Boschi. Impostazione non diversa anche per Paper Fantasy, bimestrale curato da Sante Scarcella, che spesso approfondisce sia le storie disneyane ristampate sia i temi trattati dalle storie scelte, come nel caso della ristampa della barksiana Zio Paperone e la luna a 24 carati, dove i paperi anticipano lo sbarco sulla Luna che di lì a poco sarebbe avvenuto.
L’esperienza e la competenza di questa sorta di “redazione collezionisti” si allarga con gli anni, nonostante la rivoluzione contenutistica che porta alla chiusura delle rubriche su Paperino ed alla chiusura di Paper Fantasy: infatti oltre alla stampa di alcune copie anastatiche di vecchi numeri del Topolino giornale, fa il suo esordio nelle edicole la rivista I Maestri Disney, che inizia con un formato identico nella foliazione a quello di ZP (un centinaio di pagine o poco più), per diventare oggi I Maestri Disney Serie Oro, semestrale di quasi duecento pagine che ristampa le storie più importanti dei grandi maestri disneyani, alternandoli a rotazione numero dopo numero.
A questa iniziativa si aggiungono una lunga serie di pubblicazioni da edicola, come i due Top1949 e Top1959, che ristampano i tre numeri più significativi dei rispettivi anni, con note in pedice e redazionali storici. L’esperienza di questi due speciali, nonché del Topolino n. 2264 che in un sommario limitato a 5 storie condensa 50 anni di pubblicazione del libretto, sembra poi confluire in Topolino Story, serie in allegato al Corriere della Sera, curata tra gli altri anche da Boschi e Becattini; non si devono poi dimenticare tutti gli speciali che periodicamente vengono dedicati ai vari personaggi disneyani, dai due su Paperinik fino a Messer Papero ed alla coppia Topolino Kid-Pippo Seicolpi, ed il piccolo spazio guadagnato sui Grandi Classici, che da oltre un anno ristampano, tra le molte storie rare e datate, alcune storie estremamente rare con il marchio di Superstar: ancora una volta queste storie (due o tre a numero) vengono introdotte, come già su Paperino, da un articolo storico di una o due pagine, che pur se non accreditato sembra realizzato nello stile di Boschi.
Torniamo al numero 200 di Zio Paperone: questi non è altro che una celebrazione del personaggio, ma anche della redazione stessa, che ogni mese costituisce quel di più che fa di ogni numero, anche quello più debole e discutibile per la scelta delle storie, comunque un buon numero. Passiamo, però, ad esaminare nel dettaglio il numero 200 (mi scuso in anticipo se sembrerò feticista, ma l’occasione lo merita!).
La copertina
Il numero è speciale fin dalla copertina, che recita “Speciale n.200 – 148 pagine!“, senza alcuna variazione nel prezzo (sempre 3,70 euro); Rota realizza, per l’occasione, un’illustrazione in stile donrosiano: zio Paperone, sorriso smagliante, è in piedi sul suo baule dei ricordi, mentre intorno a lui ruotano foto della sua gioventù, con un vortice di monete che va a formare il numero 200 sopra la sua tuba. La copertina è in rialzo: si possono così toccare con mano i dettagli della figura di Paperone ed il prezioso logo della rivista. Anche la quarta di copertina è celebrativa: tuba e ghette, con bastone ed occhiali accostati per realizzare ancora una volta il numero 200. Aperta la copertina la celebrazione continua con un Paperone di Don Rosa poggiato al piedistallo su cui è sistemata la campana che custodisce la mitica Numero Uno, il primo soldo guadagnato dal ricco papero e simbolo della sua stessa ricchezza e di come questa sia stata guadagnata.
I redazionali
Uno degli aspetti più interessanti del numero è sicuramente costituito dai redazionali. L’introduzione è affidata alla signora della rivista, Lidia Cannatella, che in due paginette, corredate da foto che ritraggono la Cannatella stessa, la direttrice Claretta Muci, Don Rosa, Marco Rota, Diego Ceresa (il letterista, colui che scrive le parole nelle nuvolette), Becattini e Boschi, introduce il numero 200, con l’auspicio di essere ancora tutti qui, lettori e redattori, a festeggiare il 300. Quindi un interessante articolo di Becattini sulle altre riviste nel mondo dedicate a Paperone, dall’originale Uncle Scrooge, rivista da record che in effetti iniziò le pubblicazioni come rivista autonoma a partire dal numero 41, per poi passare agli altri paesi del mondo. Si scopre così che la Francia dedica al personaggio ben due riviste, Picsou Magazine e Super Picsou Geant, che Tio Patinhas in Brasile sta per raggiungere la soglia delle 500 uscite e che, nonostante un Oscar Mondadori del 1968 che, primo al mondo, accredita le storie a Carl Barks, l’Italia è uno degli ultimi paesi a dedicare una pubblicazione regolare a Paperon de Paperoni.
Seguono quattro pagine di illustrazioni dedicate a Zio Paperone da autori italiani e non, scelte da Luca Boschi: fa così capolino la copertina di Simpson Comics n.102 che omaggia Barks e i suoi paperi, ma anche un doppio Paperone di Silver2; si contano poi illustrazioni di Arnaud Hilmarcher, Yves Chaland, Lewis Trondheim, che rivisita storie come Paperino e il feticcio o Paperino e il mistero degli Incas in un’unica tavola, di Lazoo per Picsou Magazine, di Frank Margerin con uno Scrooge in abbigliamento moderno, di Pierre Tranchand; tra gli italiani si segnalano i disneyani Maria Claudia Di Genova, con un’illustrazione ispirata alla carpiana Il mistero dei candelabri, Claudio Sciarrone, che ritrae Paperone accanto a una Numero Uno gigante con Barks come effige, e Francesco Guerrini e il suo Paperone pittore che dipinge un olio con Barks che saluta Doretta Doremì; tra i nostri Maestri indiscussi poi si vedono illustrazioni di Scarpa, Lorenzo Mattotti, Vittorio Giardino, Gaetano Liberatore3 e Carlo Peroni, con un’illustrazione datata 1968 e firmata Walt Barks!
Quindi, anticipato dalla prima parte (di tre) delle copertine dal n.100 al 201 curata da Boschi e Cannatella, un bell’articolo di Beccattini sul merchandising (statuette, auto ed altri oggetti da collezione e giocattoli) dedicato a Paperone. Si scoprono anche in questo caso curiosità interessanti, come ad esempio il primato dell’Italia o la realizzazione di statuette ispirate ad olii ed illustrazioni di Barks.
I redazionali, come già accennato, sono completati dalla ristampa in formato più piccolo rispetto all’originale (4 per pagina) delle copertine dalla n.100, in cui Marco Rota rimette in mare la Penny Wise, già apparsa sulla copertina del primo numero di ZP, ovvero la copertina del Four Color Comic n.386 (il primo Uncle Scrooge), fino alla 201, che ritrae Paperone vestito da re sopra un monte di limoni mentre beve da una cannuccia il succo del giallo frutto, con Paperino seduto alla base a berne, accigliato, un bicchiere di molto più piccolo. Oltre alla copertina, Boschi e Cannatella regalano ai lettori anche un’anticipazione del prossimo numero, che ristampa il racconto illustrato di Barks Zio Paperone re della limonata, oltre a presentare un inedito mondiale di Romano Scarpa.
In attesa del prossimo numero, vediamo però quali storie ha scelto la redazione per celebrare questo numero evento.
Le storie
Evidente, sin dal sommario, l’intento celebrativo del numero, come già era avvenuto per la centesima uscita. La prima storia, disegnata da Tony Strobl su testi di Bob Gregory, Paperon de Paperoni pioniere, rivisita l’arrivo di Paperone nella landa ancora deserta su cui sarebbe sorta Paperopoli. Paperone, infatti, secondo Gregory, ha aperto la strada dei paperi, mulattiera che ha dato origine nel lontano 1888 alla colonizzazione di Paperopoli, di cui Paperone viene ritenuto fondatore. L’impresa viene rivisitata per motivi pubblicitari da Paperino, a spese di Paperone: inizia così una delle solite sfide tra Paperino ed i suoi nipotini, che alla fine porterà ad azzoppare uno degli asini con cui ripercorreva lo storico cammino. Paperino, allora, è costretto ad entrare in città con l’asino zoppo sul carro, generando l’ilarità dei paperopolesi (il carro, infatti, reca il nome di Paperon de Paperoni), ma fruttando a Paperone, alcuni giorni dopo, la prima pagina dei giornali.
Dopo un’autoconclusiva di Karp e Taliaferro, seguono due storie incentrate sul deposito di Paperone. La prima, di produzione brasiliana, pur restando godibile e divertente, risulta l’ennesima rivisitazione dell’infanzia di Paperone. Secondo Don Rosa l’idea del deposito nasce in quel di Louiseville, mentre va a trovare lo zio Angus Manibuche de Paperoni, mentre secondo Barks (poi seguito dalla quasi totalità degli autori disneyani) Paperone visse povero per molti anni, con in tasca, unico possedimento, la sua Numero Uno.
Di diverso avviso sono, invece, Arthur Faria e Irineu Soares Rodrigues, gli autori de Il primo deposito di zio Paperone, che descrivono un Paperone giovane ma già molto ricco e con le idee chiare. Sin dalla più tenera età, infatti, è per lui importante il contatto con il denaro, e quindi è importante poter conservare i propri averi in un luogo sicuro. Decide così di ritirare la sua carriola di denaro e portarla su un deposito costruito su un albero. Il trasporto attira le mire dei Bassotti, anch’essi giovani ma già devoti al crimine, che tentano in tutti i modi di arraffare gli averi di Paperone. Alla fine l’intervento di un funzionario del comune salverà la situazione e Paperone potrà trasferire il suo primo deposito sull’albero di fronte alla stazione di polizia.
Zio Paperone e i 50 depositi di Michele Gazzarri e Romano Scarpa, con chine di Giorgio Cavazzano, ristampata con una nuova colorazione ed un lettering rinnovato, racconta anche questa dell’eterna sfida di Paperone contro i Bassotti. Difendere il deposito diventa sempre più difficile e ci vuole un’idea per scongiurare il prossimo attacco della premiata B.B. L’idea la fornisce Paperino, che sta lavorando come “dinamo papera” per lo zio (pedalando su una bici collegata a un motore) e che vorrebbe finalmente ottenere un incarico migliore: costruire 50 depositi, identici uno all’altro, di cui uno solo contenente gli averi dello zio. Come al solito l’idea di Paperino viene presa in prestito da uno dei nipotini, ma viene comunque accettata da Paperone che ritorna a nuova vita. Completati i lavori di costruzione i Bassotti tornano all’attacco ma, svaligiati i primi tre depositi vuoti, si danno per vinti; non rinunciano, però, a sorvegliare Paperone e famiglia, scoprendo così che il numero del deposito pieno è a conoscenza solo di Paperino e Paperone. I tre Bassotti della storia decidono così di rapire Paperino e tramite la tortura della dichiarazione dei redditi (compilano il modulo del povero palmipede riempiendolo di averi che non possiede) riescono ad ottenere l’informazione desiderata. S
valigiatolo, non sapendo come allontanarsi con tutto quel denaro, si spostano nel primo deposito, già aperto da loro stessi. Nel frattempo Paperone si è dimenticato del numero corretto (ha bevuto, per sbaglio, il bicchiere contenente una pasticca per perdere la memoria destinato al nipote) e così si precipita da Paperino, per scoprire che questi è assente. Per sua fortuna Qui, Quo e Qua sono Giovani Marmotte pluri-decorate: i tre così ottengono facilmente l’uso del Segugio Ufficiale e trovano il malcapitato Paperino, che racconta le sue disavventure. Il gruppo dei paperi si precipita alla piana dove si trovano i 50 depositi, per scoprire di essere arrivati tardi. Disperato e preda dell’ira, Paperone decide di far saltare i depositi uno ad uno, iniziando dal primo. Sorpresa: i sacchi di denaro, insieme ai Bassotti, gli cadono tra le braccia (e sulla testa di Paperino!). Tutto finisce bene, ma non per tutti: Paperino, come pena per aver suggerito la sciagurata idea dei 50 depositi, dovrà trasportare tutto il denaro nel solito deposito, quello in cima alla Collina Ammazzamotori.
Già questa storia, divertente e dinamica, che mitiga il Paperone crudele e spietato di Guido Martina con uno un pò più barksiano, risolleva la qualità del numero, anche grazie ai disegni di Scarpa, che ha ormai superato il periodo del tratto rotondo, caratteristico di storie come Paperino e l’uomo di Ula-Ula o Topolino e l’unghia di Kalì, per proporre dei personaggi più snelli e dinamici.
L’ultima storia, pur se slegata da un filo conduttore con le precedenti, ci trasporta nel caldo clima di Miami con una storia di qualità prodotta per il mercato tedesco da Miquel Pujol e da uno stuolo di artisti dello studio spagnolo Comicup (per leggere la lista completa degli autori, il lettore faccia riferimento alla scheda della storia sull’I.N.D.U.C.K.S., nei riferimenti di questo articolo): Zio Paperone e il tesoro di Key West. Edita con i colori dell’edizione originale, è una delle storie prodotte per una serie di albi speciali, cartonati, I Tesori di Paperone, che raccontano le avventure di Paperone e nipoti in giro per il mondo. Pubblicata originariamente in Germania, viene via via stampata nel resto d’Europa.
La storia racconta di come il ricco papero, con la scusa di festeggiare il compleanno di Paperino, costringe quest’ultimo ad aiutarlo in quel di Key West, isola al largo di Miami raggiungibile da una ferrovia appena acquistata. Qui i paperi prendono il mare per avventurarsi verso la grotta di un’isolotto non segnato sulle carte dove è nascosto un vecchio vascello pirata con ben 235 forzieri presumibilmente pieni d’oro (Paperone ha aperto solo un forziere!). Inizia il trasbordo sul veliero (ad opera di Paperino) mentre Qui, Quo, Qua, esplorando la nave, scoprono il diario di bordo, ottenendo informazioni sul carico, costituito da casse piene di pepe, tranne una. I tre cercano di avvertire lo zione, ma questi non li lascia parlare, dando ad intendere di conoscere perfettamente il contenuto delle casse. Il veliero lascia l’isolotto per raggiungere, non proprio inosservato, l’isola di Key West: qui le casse vengono portate sul treno in partenza. Purtroppo per i paperi il macchinista ed il capostazione sono stati sostituiti dai Bassotti, che si impadroniscono del treno, staccando il vagone passeggeri e scomparendo oltre l’orizzonte. Per fortuna un gruppo di pellicani, con i quali Qui, Quo e Qua avevano precedentemente stretto amicizia, ha viaggiato con loro appollaiato sul vagone, così i tre nipotini si issano nei loro capienti becchi e trovano il treno rubato. Anche Paperino e Paperone non sono rimasti con le mani in mano: spinti dal forte desiderio di riprendere i suoi averi, i due paperi raggiungono a grande velocità, a bordo di un carrello ferroviario, il treno perduto, riuscendo pero’ a recuperare una sola cassa, a causa del sopraggiungere di una tempesta. L’improvviso fortunale distruggerà il treno, spargendo su tutte le isole dei dintorni il carico di pepe, che provocherà un’epidemia di raffreddore. Paperone, comunque, alla scoperta del vero contenuto del carico, inizia a tremare ed a sudare, fino all’apertura della cassa recuperata che è proprio il forziere con il tesoro!
Mentre al posto della ferrovia, ormai distrutta, si pensa di costruire un’autostrada, Paperone riconverte la stazione ferroviaria in un ristorante, i cui tavoli vengono serviti da Archimede che manovra dei trenini elettrici porta-vivande. L’apparente semplicità spinge Paperino a provare l’invenzione del genio paperopolese, ma, come al solito, inceppa la macchina: in mezzo alle vivande volanti ed ai clienti in panico, Paperone si avvicina furibondo al nipote e solo la fuoriuscita del ketchup impedisce ai lettori di vedere la giusta punizione che si sta per abbattere sul maldestro e sfortunato Paperino. Ultima annotazione: durante la storia, passando accanto ad un bar in quel di Key West, i paperi incrociano uno scrittore con la barba che parla con un amico. Paperino si lascia scappare un’esclamazione: “Ehi! Ma non è …” Già , sembra proprio lui, il grande Ernest Hemingway, che proprio a Key West soggiorno’ per diverso tempo.
In conclusione: migliore del numero 100, è un ottimo numero celebrativo, ricco di spunti e curiosità , pur se discutibile nella scelta di alcune delle storie presentate, in attesa del ricco e scoppiettante n.201.
Riferimenti:
Paperon de Paperoni pioniere: inducks.org
Le avventure di Zio Paperone o anche Paperino – La scorciatoia:inducks.org
Il primo deposito di Paperone: inducks.org
Zio Paperone e i 50 depositi: inducks.org
Zio Paperone e il tesoro di Key West: inducks.org
Zio Paperone su Wikipedia: it.wikipedia.org
Tony Strobl sulla Comiclopedia: www.lambiek.net
Bob Gregory sulla Comclopedia: www.lambiek.net
Michele Gazzarri sull’I.N.D.U.C.K.S.: inducks.org
Discussione su Zio Paperone n.200 sul forum del Papersera.net: www.papersera.net
Ernest Hemingway Home & Museum: www.hemingwayhome.com
I primi tre numeri sono, in realtà, dei Four Color Comics su cui vennero testate le possibilità di vendita di una rivista a solo sul personaggio ↩
Il secondo vestito come Lawrence d’Arabia, chiaro riferimento alla barksiana Zio Paperone Lawrence d’Arabia ↩
L’autore realizza un vero e proprio cartoon, ovvero un disegno realizzato su carta spessa, come molte delle illustrazioni di Maestri come Raffaello e Leonardo ↩